Marilyn ha gli occhi neri (2021)
- michemar

- 30 gen 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 30 set

Marilyn ha gli occhi neri
Italia 2021 commedia 1h50’
Regia: Simone Godano
Sceneggiatura: Giulia Louise Steigerwalt
Fotografia: Matteo Carlesimo
Montaggio: Gianni Vezzosi
Musiche: Andrea Farri
Scenografia: Tonino Zera
Costumi: Sonu Mishra
Stefano Accorsi: Diego
Miriam Leone: Clara
Thomas Trabacchi: Paris
Mariano Pirrello: Sosia
Orietta Notari: Susanna
Marco Messeri: Aldo
Andrea Di Casa: Chip
Ariella Reggio: Adelaide
Valentina Oteri: Gina
TRAMA: Clara è vitale e caotica e ha qualche problema a tenere a freno le sue pulsioni. Diego è il suo esatto contrario, un uomo provato dagli eventi, con varie psicosi e continui attacchi d'ira. Si ritrovano in un Centro Diurno per la riabilitazione di persone disturbate. La prova che li attende sembra impossibile: devono gestire un ristorante del Centro evitando qualsiasi conflitto con il resto del gruppo.
Voto 6,5

Stefano Accorsi è Diego, paziente di un centro diurno insieme a Clara, interpretata da Miriam Leone. Lui soffre di diverse psicosi, dopo (forse a causa di) un’infanzia difficile non avendo mai conosciuto la mamma di cui, evidentemente, non solo gli manca ma se ne è sempre sentito rifiutato; è spesso vittima di attacchi d’ira che lo inducono a spaccare tutto quello che trova per le mani e così perde sempre il lavoro, quello di chef, dato che è un abilissimo cuoco molto creativo. Il vero problema che lo fa soffrire è la difficoltà a frequentare sua figlia da quando, a causa della malattia, la moglie lo ha cacciato di casa, e si impiega in ogni modo per poterla incontrare, guardato a vista dagli assistenti sociali. Clara è così brava a dire bugie che mente anche a se stessa, fino a credere che ciò che inventa sia reale, tranne nei momenti che ammette le falsità e scoppia a piangere, conscia della sua situazione. Si vanta di girare spot all’estero, ha la casa piena di poster dei set fotografici, scrive in rete di un ristorante che non esiste recensioni così efficaci che un mucchio di persone telefonano per prenotare un tavolo e lei risponde continuamente che è pieno fino a Natale. Parla di queste attività come se esistessero realmente, non volendo ammettere che la sua vita è in realtà un fallimento.

Nella sede della riabilitazione, effettuata alla presenza del dottor Paris, l’unico personaggio che acquieta tra tanti soggetti sempre esagitati ma innocui (sia chiaro, nessuno è pericoloso), l’unico che rallenta il ritmo portato a mille dagli altri personaggi, perché, oltre ai due, ci sono persone affette da vari tipi di patologie mentali, tutti da calmare e soprattutto da far reinserire nella società, che come ben sappiamo ne ha paura e li rifiuta, alla pari di loro, terrorizzati dalla gente. C’è chi crede che siamo tutti solo sosia e sogna di andare a vivere in una terra esotica, chi ha il tic di offendere e prendere a male parole chiunque (vergognandosene immediatamente), chi è in costante collegamento con l’auricolare come un agente in azione. Ce n’è di ogni tipo e son tutti da tranquillizzare, far planare sulla terra, far ragionare. Mica facile quando son tutti seduti in cerchio per la terapia!

In effetti, il compito dello psichiatra è quello di togliere loro tutte le ansie e il panico quando sono con gli altri, ma anche tra di essi, dato che spesso scoppiano baruffe per le più sciocche situazioni. Lo scopo principale resta però quello di farli tornare alla vita quotidiana, al contatto con la gente senza grandi ripercussioni: l’idea del dottore è quella di dar loro uno scopo, una occupazione nella vita affinché si rendano conto che sono utili agli altri e a se stessi. Il progetto prevede, viste le doti in cucina di Diego, di organizzare una mensa per gli anziani della zona da aprire proprio nell’istituto. Tra timori, ripensamenti, tic, parolacce e caos l’operazione ha comunque inizio, con gags immancabili, come prevedibile, che il regista Simone Godano accentua per esaltare il tono da commedia brillante che possa divertire lo spettatore. Facile commettere l’errore di esagerare ma, a prescindere dall’esuberanza dei due bravi attori, Stefano Accorsi in primis, i personaggi e le loro fisime fanno sorridere e ci si può aspettare di tutto. In fondo, è lo scopo del regista puntare alla commedia simpatica e divertente.

La balbuzie e le smorfie di Diego e la vivacità euforica e debordante di Clara che non sta mai ferma e zitta sono la colorazione dell’intero film e insieme agli altri pazienti si sentiranno realizzati solo quando si materializzerà il mitico ristorante chiamandolo, dopo una discussione tra i due sul colore degli occhi vero o finto della Monroe, come il titolo del film. Si può avere l’impressione che attuare quel progetto è sin troppo irrealistico ma rientra benissimo nel disegno del film, nella fantasia dei personaggi e coerente con lo spirito che ha guidato Simone Godano nella regia: una favola da intrattenimento sul binario della coppia, argomento sempre frequentato dall’autore. Già con i due precedenti film (Moglie e marito e Croce e delizia, il primo irreale magia che porta i coniugi ad invertire i ruoli, il secondo sul legame tra due omosessuali che non affrontano le famiglie per rendere chiaro il loro outing) egli affrontava i problemi di coppia e qui ne fa nascere un’altra sulle ceneri di una malattia e di un rapporto ormai al tramonto. Che gli attori si siano divertiti sul set è evidente, anche per aver giocato con la propria immagine. L’esuberante Stefano Accorsi si arma di una pettinatura che si potrebbe definire punitiva (un ciuffo ribelle e lungo, lui che ha dei capelli sempre in ordine) mentre la bellissima Miriam Leone ha caricato le caratteristiche sopracciglia infoltendole ancora di più, sotto una capigliatura ribelle.


Sappiamo bene tutti che la commedia italiana non gode di buona salute, fatta qualche eccezione ovviamente, e sappiamo bene quanti film sono molto meno brillanti di come ce li pubblicizzano, ma quest’ultimo lavoro di Simone Godano, sebbene resti nella normalità, merita sicuramente la sufficienza, perché dà un buona scossa ai soliti cliché, perché l’idea non è cattiva e perché i due attori protagonisti sono bravi e hanno reso bene i personaggi sopra le righe, divertendosi loro e cercando di farlo con noi. Anche Matteo Rovere ci ha creduto, tanto da esserne tra il produttore.
Riconoscimenti
David di Donatello 2022
Candidatura migliore canzone originale (Nei tuoi occhi)
Nastro d'argento 2022
Candidatura migliore canzone originale (Nei tuoi occhi)
Ciak d’Oro 2022
Miglior attore Stefano Accorsi
Candidatura miglior film
Candidatura miglior attrice a Miriam Leone
Candidatura migliore canzone originale (Nei tuoi occhi)
Globo d’Oro 2022
Miglior commedia





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