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Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno (2023)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 19 feb 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno

(Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One) USA 2023 azione 2h23’

 

Regia: Christopher McQuarrie

Soggetto: serie TV “Missione impossibile” di Bruce Geller

Sceneggiatura: Christopher McQuarrie, Erik Jendresen

Fotografia: Fraser Taggart

Montaggio: Eddie Hamilton

Musiche: Lorne Balfe

Scenografia: Gary Freeman

Costumi: Jill Taylor

 

Tom Cruise: Ethan Hunt

Hayley Atwell: Grace

Ving Rhames: Luther Stickell

Simon Pegg: Benji Dunn

Rebecca Ferguson: Ilsa Faust

Vanessa Kirby: Alanna Mitsopolis / la Vedova Bianca

Esai Morales: Gabriel

Henry Czerny: Eugene Kittridge

Pom Klementieff: Paris

Cary Elwes: Denlinger

Shea Whigham: Jasper Briggs

Frederick Schmidt: Zola Mitsopolis

Charles Parnell: capo NRO

Rob Delaney: capo JSOC

Indira Varma: capo DIA

Mark Gatiss: capo NSA

 

TRAMA: Ethan Hunt e la squadra del FMI devono rintracciare una nuova terrificante arma che minaccia tutta l'umanità se cade nelle mani sbagliate. Con il controllo del futuro e del destino del mondo in gioco, inizia una corsa mortale intorno al mondo. Di fronte a un nemico misterioso e onnipotente, Ethan è costretto a considerare che nulla può contare di più della missione, nemmeno la vita di coloro a cui tiene di più.

 

Voto 7



Era il 1996, quando per la prima volta sul grande schermo, l’agente Ethan Hunt, interpretato da Tom Cruise e diretto da Brian De Palma, si prodigava per salvare il mondo. Ora siamo arrivati alla resa dei conti. Questo settimo step del fortunato franchise, sempre ovviamente ispirato all’omonima serie televisiva, è diviso in due parte e quindi per sapere come andrà a finire bisognerà aspettare più di un anno, a quanto pare, almeno per chi è sulle spine (possibile?) ed è un fan sfegatato di una saga che, grossomodo, non cambia mai, diversificando personaggi, “mission girl”, ambientazioni, scopi delle missioni impossibili. Solo uno resta sempre ed è immarcescibile. D’altronde morisse il supereroe il gioco finirebbe ai titoli di coda. Ma una cosa va detta meritatamente: la prima metà dell’ultima missione impossibile risulta eccitante, ad alto ritmo (come sempre), spettacolare, forse ancora di più pur essendo difficile fare delle graduatorie in merito. L’unica vera novità che si riscontra è che la trama si adegua ai tempi e ai pericoli di spionaggio e di intelligence del momento in cui viene vissuto: ecco allora comparire l’argomento che attualmente preoccupa i governi di tutto il mondo: l’Intelligenza Artificiale.



Fino a qualche mese fa pareva che l’informatica avrebbe conquistato importanza sempre più nel campo delle decisioni e delle mosse strategiche in caso di guerre calde o fredde, quando poi si è presentata prepotentemente l’IA tutto è cambiato, principalmente perché è così potente che non solo un capo di governo può usarla a scopo malefico ma anche – aspetto spaventoso e insondabile – essa può svilupparsi a tal punto da rendersi autonoma. Ciò fa paura e mette in guardia i capi di stato che si sono difatti già riuniti per discuterne. Nella vita reale. Nel film lo stravolgimento è già avvenuto e le intelligence dei vari Paesi sono in allarme. La prima scena ce ne dà una prova anche se non è subito spiegabile, ma apre un varco nei dubbi, che poi, purtroppo, nel corso delle scene seguenti, vengono confermati e ci si ritrova in un guazzabuglio così grave che l’umanità stessa è in pericolo. Un sottomarino russo, in navigazione sotto il ghiaccio artico, il K599 Sevastopol, si trova nella necessità di usare un missile potentissimo perché il radar ha avvistato un battello simile in avvicinamento e senza farsi riconoscere. È chiaramente un nemico e quindi un pericolo. Il siluro parte ma l’oggetto non identificato sparisce e quel siluro torna indietro e colpisce chi lo aveva lanciato, affondandolo in maniera apparentemente inspiegabile. Al collo di due delle vittime che galleggiano sotto i ghiacci sono appese due metà di una misteriosa chiave cruciforme. Appena iniziato, il film è già su di giri, senza preamboli.



Qualche tempo dopo, Ethan Hunt (Tom Cruise, se non chi?) viene incaricato di recuperare da Ilsa Faust (Rebecca Ferguson) - su cui è stata messa una taglia - una delle due metà della suddetta chiave di cui lei si era impossessata. Lo staff dei servizi segreti ufficiali e non, ancora più segreti – se così si può dire – sono preoccupatissimi perché sicuramente l’altra metà è in mani di chi non ha buone intenzioni. Ma a cosa serve quella chiave, una volta ricomposta? Perché i più grandi terroristi del mondo cercano le due metà per metterle assieme? Prima di tutto perché è il mezzo per aprire e attivare quella IA che ora è diventata addirittura “senziente”, capace di pensare e agire da sola e chi possederà la chiave potrà maneggiare a proprio piacimento contro il resto dell’umanità questa potenza artificiale che ormai è chiamata Entità! Un nome che spaventa già a sentirlo. In altri termini, è un’arma progettata originariamente per sabotare i sistemi digitali che è in grado di diffondersi in tutti i principali sistemi di difesa e dunque temibile. Le potenze mondiali vogliono quindi impossessarsi di entrambe le metà della chiave misteriosa con l’intento di poter controllare questa Entità, mentre Ethan, il salvatore di sempre Ethan, ritenendo che si tratti di una minaccia troppo grande per noi tutti, vuole eliminarla.



Da qui parte lo sviluppo di un’opera che dura quasi due ore e mezza, tra personaggi potenti e meno, agenti di ogni tipo pronti ad uccidere senza batter ciglio, donne affascinanti ma velenose come cobra, strumenti scientifici, computer, devices collegati ai satelliti, macchinari che stampano visi che paiono di pelle vera per diventare sosia di qualche personaggio influente, tutto all’avanguardia fino a sembrare fantasioso. Ma nel mondo dell’IMF (Impossible Missions Force) tutto è possibile, alla faccia del titolo, e nulla viene dalla fantasia. A questo punto bisogna che lo spettatore rimanga attento al passaggio dei vari personaggi: gli stretti collaboratori storici di Hunt, Luther Stickell (Ving Rhames) e Benji Dunn (Simon Pegg); la nuova alleata (dato che la povera Isla è rimasta sul terreno) Grace (Hayley Atwell) che è una ladra molto lesta e intelligente ma ha paura del destino che l’aspetta; il terribile Gabriel (Esai Morales) che rappresenta un vero pericolo essendo un killer altamente professionale e ha il ruolo di emissario della Entità; ed infine, last but not least, anzi la più determinata e pericolosa in assoluto Alanna Mitsopolis, detta la Vedova Bianca (Vanessa Kirby), l’avversaria più temibile che la squadra di Hunt possa incontrare sul suo cammino verso il recupero delle due metà della chiave cruciforme che tutti vogliono. Inoltre c’è sempre il gruppo di scagnozzi agli ordini della CIA.



Non escludo che la trama può sembrare scontata con le solite acrobazie dell’attore stuntman che è Cruise ma Christopher McQuarrie, ormai alla terza opera della serie e alla quarta con il divo, è un esperto cineasta nel genere e realizza anche da produttore, con l’immancabile partecipazione attiva in questo campo dell’attore, assoluto padrone della situazione e della produzione di cui si è letteralmente impossessato, un buon film, così spettacolare che vi si assiste con piacere. Dura un bel po’, è evidente, ci si sofferma anche in lunghi duelli fisici per le strade d’Europa e soprattutto nelle mitiche località turistiche italiche (Roma, Venezia), Dubai e sulle montagne norvegesi a rappresentare le Alpi austriache per il superspettacolare finale lunghissimo e avvincente (una mezz’ora abbondante mozzafiato) che duelli mortali a bordo del mitico Orient Express. Ma tutto rientra nel cliché che ci si può aspettare.



Gli attori sono bravi, Tom Cruise è tirato a lucido nel suo fisico che non vuol mostrare gli anni che passano, il viso sempre più rettangolare (chirurgico?) e solido nella recitazione in quella che oramai è la sua seconda pelle. Ottima Hayley Atwell e superlativa Vanessa Kirby, che siccome stimo all’infinito, ritengo sprecata per ruoli di questo genere, essendo una strepitosa interprete drammatica (andate a dare uno sguardo a Pieces of a Woman per capire). L’abbondante resto del cast è funzionale. La fotografia è eccellente (aiutata dalla bellezza dei luoghi), come anche il suono efficacissimo e gli effetti speciali sono specialissimi, il che conta molto in questo tipo di cinema. Il solito appunto che mi sento di fare è per il dannoso doppiaggio: Roberto Chebalier sarà pure invecchiato assieme al baldanzoso Cruise ma quella voce ancora giovanile non risulta adatta all’attore.



Non è il mio genere preferito ma ritengo che si assista al film con interesse ed alla fine ci si scopre divertiti: lo scopo, in fondo, è raggiunto. Il film nasce per questo.

Il voto è aumentato di mezzo punto per la cura e per lo spettacolo offerto.



Riconoscimenti

2024 – Premio Oscar

Candidatura al miglior sonoro

Candidatura ai migliori effetti speciali



 
 
 

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cinefilo da bambino

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