Nelle tue mani (2018)
- michemar

- 21 ago
- Tempo di lettura: 3 min

Nelle tue mani
(Au bout des doigts) Francia, Belgio 2018 dramma 1h45’
Regia: Ludovic Bernard
Sceneggiatura: Ludovic e Johanne Bernard
Fotografia: Thomas Hardmeier
Montaggio: Romain Rioult
Musiche: Harry Allouche
Scenografia: Philippe Chiffre
Costumi: Marylin Fitoussi
Jules Benchetrit: Mathieu Malinski
Lambert Wilson: Pierre Geithner
Kristin Scott Thomas: la Contessa
Louis Vazquez: Mathieu Malinski giovane
Karidja Touré: Anna
Xavier Guelfi: Kevin
Samen Télesphore Teunou: Driss
André Marcon: André Ressigeac
Vanessa David: Krista Malinski
Michel Jonasz: Monsieur Jacques
TRAMA: Mathieu, un giovane di modeste origini, inizia a suonare il pianoforte in pubblico. Cresciuto in periferia, Mathieu nasconde la sua passione fino al giorno in cui finisce in prigione e la sua pena viene tramutata in servizio sociale presso il Conservatorio diretto da Pierre Geithner. Colpito dal suo talento, Pierre farà di tutto per trasformarlo in uno dei maggiori pianisti della nazione.
VOTO 6

La musica è il segreto di Mathieu, un argomento di cui non osa parlare nel suo sobborgo dove bazzica con i suoi amici. Mentre uno dei piccoli furti che compie con questi lo porta ad essere arrestato, Pierre Geitner (Lambert Wilson), direttore del Conservatoire National Supérieur de Musique lo porta fuori in cambio di ore di servizio alla comunità. Ma l’uomo ha tutt'altra idea in mente: ha individuato nel giovane il talento ed il futuro di pianista, spingendolo ad iscriversi al concorso pianistico nazionale. Mathieu entra in un nuovo mondo di cui non conosce i codici, segue le lezioni dell'intransigente Contessa (Kristin Scott Thomas) e incontra Anna di cui si innamora. Per avere successo in questa competizione in cui ognuno gioca il proprio destino, Mathieu, Pierre e la Contessa dovranno imparare a superare i loro pregiudizi.
Mathieu, interpretato da Jules Benchetrit, si trova a dover bilanciare la sua passione per la musica con la necessità di aiutare economicamente la sua famiglia attraverso piccoli furti. La svolta arriva quando, appunto, viene notato da quel direttore del Conservatorio, durante una performance improvvisata in una stazione di Parigi. Questo incontro fortuito offre a Mathieu l’opportunità di cambiare la sua vita, sfidando le aspettative sociali e inseguendo il suo sogno di diventare un musicista.
La prima sequenza è abbastanza significativa e mostra il giovane protagonista seduto davanti a un pianoforte messo a disposizione del pubblico in una stazione ferroviaria. E anche chi non conosce la musica classica capisce subito di cosa si sta trattando. La cinepresa gira intorno a questo giovane e all’uomo che lo sta osservando attentamente, rapito dal talento. Quello che, però, il regista vuol dimostrare è che non basta avere un dono come questo, perché senza il lavoro, serio e duro, non si raggiungono i risultati. Parlando più in generale, è facile dedurre che il dono è inizialmente il primo elemento essenziale per intraprendere una carriera artistica, ma senza l’applicazione e lo studio non si arriva ad alcun risultato. Non si raggiungono obiettivi importanti senza lavoro.
Indubbiamente è un modello di storie che si è visto moltissime volte ma ogni volta pare un miracolo e anche se si intuisce come potrà andare a finire lo spettatore si lascia conquistare dall’evoluzione della trama. Perché non è sempre scontato che finisca bene. Non è detto che l’ambiente e le circostanze possano sempre aiutare l’allievo promettente ad arrivare allo scopo mostrato dal maestro di turno. Lo si nota anche in questo caso, dove il giovane è costretto a superare le difficoltà che si inframmezzano tra la situazione obiettiva e lo sforzo necessario e il traguardo da tagliare.
La trama del film si ispira a una storia vera, che ha colpito il regista Ludovic Bernard quando ha sentito suonare il pianoforte da un ragazzo in una stazione ferroviaria, dando vita a questa commovente narrazione di superamento e speranza.






















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