Paradise Highway (2022)
- michemar

- 18 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 11 ago

Paradise Highway
Germania, USA, Svizzera 2022 thriller 1h55’
Regia: Anna Gutto
Sceneggiatura: Anna Gutto
Fotografia: John Christian Rosenlund
Montaggio: Christian Siebenherz
Musiche: Anné Kulonen
Scenografia: Frida Oliva
Costumi: Stacy Jansen
Juliette Binoche: Sally
Hala Finley: Leila
Frank Grillo: Dennis
Morgan Freeman: Gerick
Cameron Monaghan: Finley Sterling
Veronica Ferres: Rose
Christiane Seidel: Claire
Desirée Wood: Pattie
Dianne McNair-Smith: Dolly
Walker Babington: Terrence
Jwaundace Candece: Tesia
Jackie Dallas: Deborah
Jim Dougherty: Paolo
TRAMA: Sally, camionista, è costretta a darsi al contrabbando per evitare che il fratello cada preda di una banda di criminali che lo tiene sotto controllo in prigione. La situazione si complica e diventa ancora più rischiosa quando l’FBI si mette sulle sue tracce e al tempo stesso Sally scopre che il suo ultimo “carico” consiste in una giovane clandestina.
VOTO 6

Sally, nata in Canada ma arrivata negli Stati Uniti da bambina, lavora come camionista ed è in attesa che il fratello minore Dennis, cui è molto legata fin dall’infanzia, esca di prigione. Pochi giorni prima del rilascio, durante una visita in carcere, lui però le chiede di fare un’ultima consegna per suo conto, in quanto ricattato e malmenato da altri detenuti.
Ma il “carico” da trasportare questa volta si rivela essere una ragazzina e quando la consegna salta per una drammatica reazione della minore, le due si ritrovano sole in autostrada, braccate sia dai criminali responsabili del traffico di esseri umani sia da uomini dell’FBI, in particolare l’agente esordiente Sterling e il pensionato Gerick, ora consulente. Diventerà preponderante la coesione del gruppo delle camioniste chiamate all’appello della disperata protagonista: insieme saranno fortissime.
Presentato al Festival di Locarno, il primo lungometraggio della regista norvegese Anna Gutto, suscita molta curiosità leggendo la sinossi se non altro per l’idea del soggetto che è di per sé audace e un po’ folle, affidando, tra l’altro, il ruolo principale di camionista americana a Juliette Binoche che normalmente indossa i panni di ben altri personaggi.
La sua Sally pare un maschiaccio, senza peli sulla lingua, che si intrattiene alla radio dei camionisti con il tipico linguaggio sporco e scorretto, perfettamente integrata in quel mondo che è di certo un duro lavoro. Ma la bravissima attrice è capace anche qui a dare spessore alla sua donna, canadese ribelle, tenace e ferita dalla vita.
Per strada, con il compito difficilissimo da portare a termine, lei si adegua e si trova spesso nei pasticci, sapendo quasi sempre come cavarsela, con un po’ di coraggio e un po’ di fantasia. Ecco, allora, che il film, tra il dramma e il thriller, prendere in considerazione temi importanti come il traffico di esseri umani e la corruzione, cercando di essere coinvolgente.
La regista esordiente Anna Gutto (nome d’arte di Anna Eline Guttormsgaard, anche scrittrice e attrice americana di origine norvegese) crea, pur con tante imperfezioni, anche di scrittura che soffre di alcuni cliché e momenti prevedibili, un’atmosfera tesa e a volte claustrofobica, con una tensione continua.

Imperfetto (con un regista più esperto si sarebbe visto ben altro, vista la materia prima), è un film che, pur con i suoi difetti, riesce a catturare l’attenzione e a offrire una riflessione sui temi sociali trattati, ma soprattutto ad ammirare ancora una volta la bravura della Binoche (in un ruolo che forse non è proprio adatto a lei) relegando quasi in secondo piano il personaggio di un attore navigato come Morgan Freeman.


























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