Quarto potere (1941)
- michemar

- 15 dic 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 2 lug

Quarto potere
(Citizen Kane) USA 1941 dramma 1h59'
Regia: Orson Welles
Sceneggiatura: Orson Welles, Herman J. Mankiewicz
Fotografia: Gregg Toland
Montaggio: Robert Wise
Musiche: Bernard Herrmann
Scenografia: Van Nest Polglase
Costumi: Edward Stevenson
Orson Welles: Charles Foster Kane
Joseph Cotten: Jedediah Leland
Everett Sloane: Mr. Bernstein
Dorothy Comingore: Susan Alexander Kane
Agnes Moorehead: Mary Kane
Ray Collins: James W. Gettys
Ruth Warrick: Emily Monroe Norton Kane
TRAMA: Alla morte del magnate, un giornalista indaga sulla sua vita: dalla sua infanzia alla sua ascesa nel mondo della stampa e della finanza, alla sua storia d'amore con una cantante lirica mancata alla solitaria fine nella lussuosa e sconfinata tenuta di Xanadu.
Voto 10

Non partire dalla biografia dell’uomo in questione sarebbe un errore nella presentazione del film.
William Randolph Hearst (vissuto dal 1863 al 1951) fu un editore, imprenditore e politico statunitense, diventato celebre, oltre che per la sua smisurata ricchezza (si stima che i suoi introiti arrivarono a toccare i 15 milioni di dollari annui), anche per aver creato uno dei più grandi imperi mediatici di sempre, influenzando fortemente lo stile giornalistico e l'opinione pubblica statunitense. Oggi è considerato, insieme a Joseph Pulitzer, il padre del giornalismo scandalistico e sedette per due volte alla Camera dei rappresentanti per il Partito Democratico. William Randolph nacque a San Francisco nel 1863, figlio unico di George Hearst, un cercatore d'oro di umili origini arricchitosi durante la grande corsa all'oro californiana, e di Phoebe Apperson. La prima infanzia di Hearst fu caratterizzata dal lusso e dalla ricchezza che i genitori riuscirono a garantirgli grazie alla fortuna che il padre aveva accumulato prima con le miniere di argento e poi con quelle d'oro. Si narra che la madre lo viziasse oltremisura, motivo per cui il ragazzo sviluppò un carattere molto deciso, forte ma anche arrogante e supponente che lo caratterizzò per tutta la vita.

È su questo enorme personaggio che Orson Welles costruì l’idea di un film fatto su misura, scontrandosi con l’ambiente hollywoodiano che si opponeva e con i produttori che non volevano scontrarsi con il magnate editore. Pur utilizzando nomi di fantasia, i riferimenti della trama erano troppo chiaramente rivolti alla persona di Hearst, tra la vita condotta, gli interessi personali, gli affari finanziari, i giornali man mano acquistati (soprattutto scandalistici) e la vita privata con i due matrimoni. E per finire con la costruzione, come dimora preferita, di un castello così grande che, come dice la seconda moglie in una sequenza, a volte avverte la paura di perdersi e la fa sentire troppo sola in quei saloni enormi. Troppi punti in comune tra la realtà e la fiction.

L'imponenza, l’importanza e l’influenza che seguì nella cinematografia mondiale lo ha reso un film leggendario, per diversi motivi. A parte che Orson Welles iniziò a scriverlo a soli 24 anni e che il personaggio preso di mira (appunto il magnate William Randolph Hearst) mosse mari e monti per bloccare l’autore, il film racconta una grande storia, quella di un uomo nato povero che risale l’intera scala sociale e diventa una persona potente ed influente. Uno dei concetti che l’opera tende a far risaltare maggiormente è l’antico concetto che i soldi possono permettere tanto ma non possono comprare la felicità e la vita. La morte solitaria del protagonista stava proprio lì a dimostrarlo.

Anzi, il film inizia giusto con la morte dell’agonizzante protagonista Charles Foster Kane che nell’ultimo respiro pronuncia l’enigmatica parola “Rosebud”, termine misterioso e non riconducibile ad alcuna persona o cosa su cui si interrogano tutti coloro che lo circondavano e che in italiano verrà imbruttito con la traduzione di Rosabella; poi si continua per tutto il film con potenti e lunghi flashbacks, a seconda dei diversi punti di vista di chi lo aveva conosciuto e frequentato. Infatti, il film viene sviluppato in vari episodi e testimonianze, raccontate perché il giornale locale invia un reporter per un servizio sulla morte del finanziere, il quale intervistando quelle persone tenta di avere più informazioni possibili sulla sua vita privata. Ma tutti i dialoghi vanno, prima o poi, a finire sull’argomento Rosebud e naturalmente nessuno di tutti gli intervistati sarà mai capace di dare una spiegazione.

È un’opera tra le più robuste e potenti di tutta la storia del cinema, caratterizzata da una sceneggiatura di ferro scritta in verità da Herman J. Mankiewicz (soprannominato semplicemente Mank, come descritto nel film omonimo girato da David Fincher nel 2020) ma di cui si impadronì lo stesso Welles, che però alla fine ammise di averla solo corretta. Giustamente l’Oscar relativo andò ad entrambi. La magistrale regia del giovane autore si concretizzò anche per la pregevole tecnica delle riprese, sempre affascinanti ed innovativi, con un tourbillon di primi(ssimi) piani, campi medi e campi lunghi. Per non parlare delle inquadrature oblique, dall’alto e dal basso. A soli 24 anni! Era appena reduce dell’enorme popolarità che aveva conquistato grazie allo spettacolo radiofonico La guerra dei mondi, trasmissione che, come narra la leggenda, scatenò il panico in buona parte degli Stati Uniti, facendo credere alla popolazione di essere sotto attacco da parte dei marziani. Questo insolito debutto gli diede la celebrità e gli fece ottenere un contratto per un film all'anno con la allora potentissima casa di produzione cinematografica RKO, da realizzare con assoluta libertà artistica!

Al suo fianco, nel ruolo del braccio destro dell’imprenditore, Jedediah Leland, che ad un certo punto non riusciva più a seguirlo e ad assecondarlo, l’eterno amico e bravissimo attore Joseph Cotten. In definitiva, il grande cineasta riuscì a realizzare questo magnifico film che ha scritto, diretto, prodotto e interpretato: un film drammatico divenuto una pietra miliare nella storia del cinema per le innovazioni stilistiche e narrative.
Orson Welles fu un genio e questo film è geniale!
Riconoscimenti
1942 – Premio Oscar
Migliore sceneggiatura originale
Candidatura miglior film
Candidatura migliore regia
Candidatura miglior attore protagonista a Orson Welles
Candidatura migliore fotografia
Candidatura migliore scenografia
Candidatura miglior colonna sonora
Candidatura miglior montaggio
Candidatura miglior sonoro





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