Respiro (2002)
- michemar

- 11 set 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Respiro
Italia/Francia 2002 dramma 1h35’
Regia: Emanuele Crialese
Sceneggiatura: Emanuele Crialese
Fotografia: Fabio Zamarion
Montaggio: Didier Ranz
Musiche: Andrea Guerra, John Surman
Scenografia: Beatrice Scarpato
Costumi: Eva Coen
Valeria Golino: Grazia
Vincenzo Amato: Pietro
Veronica D’Agostino: Marinella
Francesco Casisa: Pasquale
Filippo Pucillo: Filippo
Elio Germano: carabiniere Pier Luigi
Muzzi Loffredo: la nonna
TRAMA: Isola di Lampedusa. Pasquale, detto Boccanera, è un tredicenne che ama trascorrere il tempo a cacciare uccelli con la fionda, scontrarsi con le bande rivali e a impennare la Vespa per fare colpo sulle ragazzine. Boccanera ha una sola persona a cui deve rendere conto: suo padre Pietro. Sua madre Grazia è la vergogna della famiglia, una donna considerata da tutti una tipa stravagante. Quando Pietro vuole farla ricoverare a Milano, Boccanera decide di nasconderla in una grotta facendo credere a tutti che sia morta.
Voto 7

È estate a Lampedusa, isola dove vive Grazia, donna dallo spirito libero che cerca una libertà di vita che non trova, sposata a Pietro, un pescatore, e madre di tre figli, sicuramente sovrastata da una forma di depressione che la fa sentire prigioniera di quella terra isolata nel Mediterraneo. I suoi comportamenti sono ritenuti incomprensibili dalla popolazione locale e il marito non sa come gestirla. È spesso via per lavoro e uno dei figli, Pasquale, è il più vicino a lei, anzi la protegge e si comporta come uno scudo nei confronti dei locali, che ormai la ritengono una malata di mente che ha bisogno di essere ricoverata. Il ragazzo passa il tempo estivo scontrandosi con le bande rivali, anche perché oggetto di scherno per via della situazione familiare.
Il senso della responsabilità che Pasquale sente verso la madre lo porta ad una decisione estrema quando il padre sta prendendo la dolorosa decisione di portare la donna in un ospedale del nord: la nasconde in una delle tante grotte sul mare lungo l’impervia costa dell’isola, facendo credere a tutti che sia morta lasciando il suo vestito abbandonato sulle rocce.
Prima del suggestivo Nuovomondo, che conferma la visione di un cinema diverso dagli altri registi italiani, Emanuele Crialese realizza questo film particolare, chiuso come l’isola e aperto come il vasto mare che circonda l’ambiente, un film intenso, grazie anche al senso con cui Valeria Golino dà vita al personaggio complesso della sua Grazia. Ribelle e libera, che cerca un suo respiro nel mondo che non la capisce.
Soprattutto è un’opera che cattura l’essenza della vita isolana con una delicatezza e una profondità straordinarie. Ambientato in quella terra così suggestiva, il film segue quindi la storia di una donna che sfida le convenzioni sociali del suo piccolo villaggio, mentre la sua esuberanza e il desiderio di libertà la portano in conflitto con le tradizioni locali, culminando in una narrazione che oscilla tra la realtà quotidiana e la fantasia. La bravura e la delicatezza quasi poetica che Crialese impiega nel fotografarla e seguirla nelle sue espressioni di libertà anticonvenzionale fanno sì che possa tessere una trama che esplora i temi dell’individualità, della maternità e della (in)comprensione, lasciando allo spettatore un senso di partecipazione emotiva e riflessione. Il fatto stesso di essere stato accolto positivamente dalla critica, ricevendo il Premio della Settimana della Critica al Festival di Cannes, sottolinea la capacità del film di connettersi con il pubblico a un livello profondo e significativo.
Valeria Golino era ormai circa 20 anni che partecipava a film più o meno importanti, con registi più o meno autoriali, anche all’estero (la sua presenza in Rain Man - L’uomo della pioggia non è casuale, infatti) ma in questo film che inizialmente è un piccolo film, trova un ruolo che pare fatto giusto per lei e la sua mediterranea esuberanza e i suoi riccioli ribelli. Davvero brava. Con lei l’immancabile attore di Crialese: Vincenzo Amato nel ruolo del marito.
La esaltante fotografia di Fabio Zamarion completa la bellezza visiva: i colori del mare, della scogliera e del cielo in cui sfavilla il sole spiegano perfettamente l’ambiente.

Riconoscimenti
Festival di Cannes 2002
Grand Prix a Emanuele Crialese
Prix de la (Toute) Jeune Critique
David di Donatello 2003
Miglior produttore
Candidatura miglior film
Candidatura miglior attrice protagonista a Valeria Golino
Candidatura miglior fotografia
Nastri d’argento 2002
Migliore attrice protagonista a Valeria Golino
Candidatura miglior sceneggiatura






















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