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Runaway (1984)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 30 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
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Runaway

USA 1984 poliziesco fantascientifico 1h40’

 

Regia: Michael Crichton

Sceneggiatura: Michael Crichton

Fotografia: John A. Alonzo

Montaggio: Glenn Farr

Musiche: Jerry Goldsmith

Scenografia: Douglas Higgins

Costumi: Betsy Cox

 

Tom Selleck: Jack R. Ramsay

Cynthia Rhodes: Karen Thompson

Gene Simmons: Charles Luther

Kirstie Alley: Jackie Rogers

Stan Shaw: Marvin James

G. W. Bailey: capo della Polizia

Chris Mulkey: David Johnson

Elizabeth Norment: Miss Shields

 

TRAMA: Il sergente Ramsay è vedovo e vive con il suo bambino. È il capo di una squadra che ha il compito di neutralizzare i robot, quando “impazziscono”. Nel corso del suo lavoro si trova a dover fronteggiare un criminale che si serve di robot, appositamente modificati, per i suoi delitti, il quale rapisce il figlio di Ramsay per ricattarlo.

 

VOTO 6 –


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Nel 1984, lo scrittore di gialli, ma anche regista e sceneggiatore Michael Crichton immagina un mondo in cui i robot domestici possono impazzire. E chi li ferma? Un’unità speciale della polizia, ovviamente. Ecco, quindi, un thriller fantascientifico che profuma di VHS e Natale anni ’80, con Tom Selleck nei panni del sergente Ramsay: baffi d’ordinanza, trauma alle spalle e un arsenale di gadget futuristici.


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La trama è semplice: se un tostapane prende vita e minaccia la famiglia, chi chiami? Ramsay. Ma dietro l’ironia c’è un’idea inquietante: la tecnologia che ci serve può anche distruggerci. Crichton, più a suo agio con i circuiti che con le emozioni umane, costruisce un mondo pieno di ragni meccanici assassini, proiettili intelligenti e droni da inseguimento urbano. È un’orgia di aggeggi, e in questo il film dà il meglio.


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Jamie Lee Curtis non c’è, ma c’è Cynthia Rhodes come partner ferita e stoica, e un Gene Simmons (sì, proprio quello dei Kiss) che si diverte a fare il cattivo con sguardo da fumetto. Kirstie Alley urla un po’ troppo, ma ha stile. E poi c’è Lois, il robot di casa che cucina e giudica la vita sentimentale del protagonista. Altro che Alexa!


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Non è un capolavoro (eufemismo), ma è un documento affascinante e inquietante di un’epoca in cui il futuro faceva paura e i robot sembravano usciti da un catalogo di gadget futuristici. Crichton non ci regala personaggi memorabili, ma ci lascia un mondo dove la tecnologia è già fuori controllo. E oggi, a rivederlo, fa quasi più paura di allora. Non era ancora il tempo dei robot “intelligenti” ma quello - che poi accade sempre - dei villain che li riprogrammano a fini criminali. Come in questa trama.


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Regia senza grandi guizzi, senz’altro meno eclatante di Coma profondo ed il bellissimo e più che inquietante Il mondo dei robot (quindi sempre a suo agio con i robot autonomi), cast bravino, Tom Selleck sempre in gamba e prestante in un film pieno di poliziotti, robot e incubi hi-tech.

 

 

 
 
 

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