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Scoprendo Forrester (2000)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 7 gen 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

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Scoprendo Forrester

(Finding Forrester) USA 2000 dramma 2h16’


Regia: Gus Van Sant

Sceneggiatura: Mike Rich

Fotografia: Harris Savides

Montaggio: Valdís Óskarsdóttir

Musiche: Bill Brown, Bill Frisell

Scenografia: Jane Musky

Costumi: Ann Roth


Sean Connery: William Forrester

Rob Brown: Jamal Wallace

F. Murray Abraham: prof. Robert Crawford

Anna Paquin: Claire Spence

Busta Rhymes: Terrell Wallace

April Grace: Ms. Joyce

Michael Pitt: John Coleridge

Michael Nouri: dr. Spence

Richard Easton: prof. Matthews

Glenn Fitzgerald: Massie


TRAMA: William Forrester è un anziano scrittore che ha pubblicato un unico grande romanzo a 23 anni e si è poi ritirato dal mondo, rifugiandosi in un anonimo appartamento del Bronx. Jamal invece è un ragazzo afroamericano povero, eccellente nel basket, studente in un college di Manhattan ma soprattutto romanziere in erba, che nel misterioso Forrester trova un maestro di letteratura e un secondo padre. Sullo sfondo, l'istituzione: il college di Manhattan dove Jamal studia, il professore carogna che lo perseguita, la ragazza ricchissima che gli fa intravedere mondi sconosciuti.


Voto 7


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Jamal Wallace è un ragazzo afroamericano di sedici anni e vive a New York, nel difficile Bronx. Abita in un piccolo appartamento con la madre, abbandonata dal marito quando Jamal era piccolo, e vede spesso il fratello maggiore Terrell, che vive per conto suo. Grande appassionato di pallacanestro, nonché ottimo giocatore nella squadra del suo liceo, Jamal ha notevoli capacità intellettive e un sorprendente talento nella scrittura. Scrive continuamente su piccoli quaderni i suoi appunti per un romanzo, ma tiene segreta la passione che nutre per i libri e per la letteratura, in quanto teme che i suoi amici possano snobbarlo se venissero a sapere che, in una metropoli popolata da "duri", lui è in realtà un intellettuale. Persino a scuola preferisce tenere a freno le sue capacità, accontentandosi di voti appena sufficienti e utilizzando il basket come mezzo per essere accettato dal gruppo.

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In questo quadro di fondo, il film di Gus Van Sant, forse il miglior cantore dei giovani nelle tante sfaccettature che essi possono presentare, le loro problematiche che incontrano durante lo sviluppo fisico e psicologico, l’ambiente che frequentano e che li forgia, spingendoli talvolta verso una strada oppure un’altra, buona o cattiva, le prime esperienza amorose, o addirittura quando subiscono le malformazioni della società che li circonda: miglior esempio ne sono Belli e dannati, l’agghiacciante Elephant, o Paranoid Park. Ma egli ne sa cantare anche le svolte benefiche, a condizione che trovino buoni maestri come in Will Hunting - Genio ribelle. Caso simile è proprio questo film, in cui un giovane dotato resiste, per forza mentale propria, al mondo che lo circonda e che non lo agevola. Il colpo di fortuna sarà per lui trovare sul cammino un vero precettore, un mentore, un maestro anche di vita, che però, dato il carattere scorbutico e misantropo di quest’ultimo, non sarà in primo momento agevole avvicinare. Il professore William Forrester è una vera scoperta per il giovane: la sua casa invasa da libri lo affascina. La sua passione per la scrittura trova così il mare in cui navigare e dovrà impiegarsi per farsi accettare in casa, frequentarlo, ricevere tutti gli insegnamenti che lo faranno crescere, anche tecnicamente nella scrittura.

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Forrester è una variazione del mitico J.D. Salinger, a cui sicuramente Sean Connery si è ispirato, pur restando un uomo di origine scozzese tanto da farsi tatuare la sua Patria, scambiata scandalosamente dal giovane Jamal per Irlanda (“Scozia, per amor di dio!”) e l’attore sfoggia ancora una volta una interpretazione degna del suo nome, docente di vita e regole come un laico Guglielmo da Baskerville. L’omaggio che Van Sant gli cuce addosso esalta anche un aspetto significativo del suo corpo attoriale, perché la figura di mentore incarnata da Forrester per Jamal rispecchia la capacità del grande Sean Connery di farsi amare e ammirare dalle giovani generazioni, per le quali i suoi personaggi sono stati e restano maestri di vita e di stile. Con il suo sguardo altero, con la sua presenza scenica, non c’è spazio per nessuno e dispiace che questo film rappresenti anche l’addio ai set (trascurando l’ultimo che non resta memorabile). Un attore che ci mancherà per sempre.

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La pellicola del bravo Gus Van Sant è in buona sostanza un romanzo di formazione dove però il vero protagonista è il formatore, il maestro, non l’allievo che, normalmente, è il protagonista delle storie di queste tipo.


 
 
 

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