top of page

Titolo grande

Avenir Light una delle font preferite dai designer. Facile da leggere, viene utilizzata per titoli e paragrafi.

Taxi Driver (1976)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 22 apr 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 23 nov

ree

Taxi Driver

USA 1976 dramma 1h53'

Regia: Martin Scorsese

Sceneggiatura: Paul Schrader

Fotografia: Michael Chapman

Montaggio: Tom Rolf, Melvin Shapiro

Musiche: Bernard Herrmann

Scenografia: Charles Rosen

Costumi: Ruth Morley

Robert De Niro: Travis Bickle

Jodie Foster: Iris Steensma

Harvey Keitel: Matthew "Sport"

Cybill Shepherd: Betsy

Peter Boyle: "Mago"

Albert Brooks: Tom

Leonard Harris: senatore Charles Palantine

TRAMA: Travis è un reduce del Vietnam segnato dall'esperienza bellica. Soffre d'insonnia e perciò si fa assumere come taxista per i turni di notte. A contatto quotidiano con il peggio di New York la sua situazione peggiora. Respinto da una ragazza perbene che ha tentato di corteggiare, Travis ripiega sulla violenza: armato fino ai denti organizza una spedizione punitiva in un sordido bordello, dopodiché ritorna a coltivare la sua solitudine.

Voto 9


ree

Travis Bickle, 26 anni, magro, duro, un solitario. Dall’aspetto piacevole, si potrebbe definire quasi bello; ha uno sguardo pacato e fermo e di un sorriso disarmante che balena dal nulla, illuminandogli il volto. Ma dietro a quel sorriso, ai suoi occhi scuri ed al volto incavato, si possono intravedere i segni inquietanti di una vita fatta di timori, senso di vuoto e solitudine. Sembra provenire da una terra in cui fa sempre freddo, da un luogo in cui la gente parla di rado. La sua testa si muove, la sua espressione cambia, ma gli occhi rimangono sempre immobili, privi di vita, persi nel vuoto.

Travis va alla deriva nella vita notturna di New York, un’ombra tra ombre ancora più scure. Passando inosservato, senza motivi per essere notato, Travis si confonde con il mondo che lo circonda. Indossa dei jeans, degli stivali da cowboy, una camicia da cowboy e di una logora giacca beige dell’esercito con uno stemma che reca la scritta “King Kong Company 1968 – 70”. Odore di sesso, sesso malato, sesso represso, sesso solitario ma comunque sesso. A guidarlo è un primitivo senso maschile, ma non si può dire dove sia diretto. Poi, ad uno sguardo più accurato, si rivela l’inevitabile.

L’orologio della giovinezza non può essere riportato indietro. Come la terra si muove attorno al sole, Travis Bickle è irrimediabilmente attratto dalla violenza.

[dalla sceneggiatura originale di Paul Schrader]


ree

“Un giorno o l’altro verrà un altro diluvio universale e ripulirà le strade una volta per sempre.”

Così borbotta l’infelice e tormentato tassista Travis Bickle, interpretato con la massima intensità da Robert De Niro in uno dei suoi primi ruoli camaleontici che ha attraversato e indossato come carne viva in più di sessant’anni di recitazione. Viene dall’enorme successo della seconda parte del Padrino di Coppola e in tanti lo hanno notato. Intanto Hollywood ha appena cominciato a trattare da un po’ l’argomento del Vietnam, o meglio del dopovietnam e di tutti gli strascichi fisici e soprattutto mentali (diciamo pure psichiatrici) che gli scossi reduci si sono portati al rientro in patria. L’Indocina ha lasciato una scia lunga e troppo viva per essere dimenticata e non influenzare il comportamento di tanti americani. Lui è uno di questi.


ree

Travis Bickle è come narcotizzato e assuefatto al mondo che lo circonda fino al punto che si comporta come fosse in uno stato limbiotico, avverte di sentirsi intorpidito, invisibile e impotente. Vive un aspro conflitto interno essendo attratto da cose che dichiara di disprezzare ma di cui non sa fare a meno e nella squassante sceneggiatura, infernale e potente, di Paul Schrader - innaffiata dalla memorabile musica di Bernard Herrmann - non c’è via di scampo: il destino pare segnato e noi spettatori lo avvertiamo sin dal primo momento di visione del film.


ree

Travis ha iniziato da tempo la sua discesa agli inferi, prima corteggiando inutilmente una bellissima ragazza attivista politica che lo attrae moltissimo, la quale dal canto suo percepisce la scomodità di quell’amicizia e tenta di liberarsene. Poi fallisce malamente il tentativo di assassinare un famoso candidato alle elezioni presidenziali ed è a questo punto che egli proverà, come ispirato, a redimere la società malata che vede attorno a sé e che lo affligge, con una missione immaginata e progettata in una tale maniera da risultare sicuramente suicida: si dedica a salvare una prostituta minorenne dal suo protettore. Caratterizzato dal fisso sorriso che pare più una smorfia che altro, è uno strano cavaliere nero, un Don Chisciotte che porta con sé e dentro di sé i suoi mulini mentali da distruggere. I demoni interni sembrano conformarlo pari a un ribelle personaggio degno di Dostoevskij. Il degrado psicofisico è ormai in atto.



ree
ree

Il malessere urbano e l’anonimato di una persona pressoché invisibile sono incorniciati da Martin Scorsese in un’atmosfera tetra, buia, claustrofobica, in un film che ha il sapore amaro del noir ma anche quello di una tragedia degna appunto dei personaggi della letteratura russa dell’800. Questo film non è un cult, sarebbe riduttivo, direi piuttosto che va oltre il cult, è un cinema che lascia un’impronta perenne nella nostra memoria di cinefili e fa impressione immaginare che Scorsese lo abbia girato a soli 34 anni. Oltre alla lungimirante regia, gran merito va anche alla scrittura del miglior Paul Schrader che conosciamo: la sua sceneggiatura è un binario su cui il regista viaggia sicuro. Dal canto suo Robert De Niro conferma le sue enormi possibilità appena intraviste nel ruolo del giovane Vito Corleone e da questo momento in poi la sua carriera diventerà leggenda. Senza dimenticare che accanto a lui vediamo Harvey Keitel nel ruolo di un personaggio che sembra scritto appositamente per lui, e oltre la giovane e bella Cybill Shepherd scopriamo la minuta attrice adolescente con grinta da vendere a chili: Jodie Foster, quell’Iris che fa perdere la testa a Travis Bickle.

Capolavoro!


ree
ree

Riconoscimenti

Premio Oscar

Candidatura al miglior film

Candidatura al miglior attore protagonista a Robert De Niro

Candidatura alla miglior attrice non protagonista a Jodie Foster

Candidatura alla miglior colonna sonora

Golden Globe 1977

Candidatura al miglior attore in un film drammatico a Robert De Niro

Candidatura alla miglior sceneggiatura

Premio BAFTA 1977

Migliore attrice debuttante a Jodie Foster

Miglior attrice non protagonista a Jodie Foster

Miglior colonna sonora

Candidatura al miglior film

Candidatura al miglior regista

Candidatura miglior attore protagonista a Robert De Niro

Candidatura al miglior montaggio

Festival di Cannes 1976

Palma d'oro a Martin Scorsese

David di Donatello 1977

David Speciale a Martin Scorsese

David Speciale a Jodie Foster




 
 
 

Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

bottom of page