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Toro scatenato (1980)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 24 ott 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 18 ott

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Toro scatenato

(Raging Bull) USA 1980 biografico 2h9'


Regia: Martin Scorsese

Soggetto Jake LaMotta

Sceneggiatura: Paul Schrader, Mardik Martin

Fotografia: Michael Chapman

Montaggio: Thelma Schoonmaker

Musiche: Pietro Mascagni

Scenografia: Phil Abramson, Frederic C. Weiler, Carl Biddiscombe

Costumi: John Boxer, Richard Bruno


Robert De Niro: Jake LaMotta

Joe Pesci: Joey LaMotta

Cathy Moriarty: Vickie LaMotta

Frank Vincent: Salvy

Nicholas Colasanto: Tommy Como

Theresa Saldana: Lenore LaMotta

Charles Scorsese: Charlie


TRAMA: Storia di Jake La Motta, un duro italo-americano del Bronx che divenne campione mondiale dei pesi medi all'indomani della Seconda Guerra Mondiale. Detronizzato da Sugar Ray Robinson, si ritira a vita privata. Abbandonato dalla moglie, rovinato da una serie di iniziative economiche sballate, La Motta sembra finito. Riuscirà però a trovare un nuovo, seppur modesto successo, come intrattenitore nei night club.


Voto 8,5


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Dopo aver letto l’autobiografia del campione mondiale dei pesi medi Jake La Motta, Robert De Niro convinse Martin Scorsese e Paul Schrader, cioè il regista e lo sceneggiatore di Taxi Driver, a prendere in considerazione un testo solo apparentemente superficiale. Nell’era del successo della saga di Rocky che consacrava l’ascesa di un pugile umile che impara la lezione della vita, questo film invece ebbe il coraggio di proporre la storia antitetica di un vincitore insaziabile che quando cade finisce nel più assoluto anonimato, nell’inferno del nulla, senza aver nel frattempo imparato alcunché dalla vita e dagli avvenimenti vissuti, nel bene e nel male.


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È il racconto della difficile ascesa nel mondo della boxe di un grande pugile, Jake La Motta, di come sia passato dai soprusi subiti dalla mafia fino ai difficili e burrascosi rapporti familiari, perfino anche con il fedele fratello Joey, il quale non sapeva più come tenerlo a briglia. La scelta di Martin Scorsese è chiara e punta l’obiettivo della macchina da presa e della nostra attenzione principalmente sul carattere dell’uomo, con una spietata analisi della sua personalità rozza e violenta. Ne rappresenta così la brutalità fisica e psichica, che – possiamo dire – subisce e infligge, con una dose enorme di misoginia.


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Robert De Niro si catapulta come sempre nel personaggio, è a dir poco gigantesco, ci mette l’anima e il cuore, senza neanche tralasciare il corpo, ingrassando a dismisura. Mentre Joe Pesci è come sempre il grande caratterista al suo fianco, pur se un passo indietro, sostenendolo nel personaggio e nella recitazione. A parte gli straordinari incontri sul ring, che non stanno a mostrarci il lato agonistico (non è quello che interessa al regista, per nulla) ma come momenti allucinanti e allucinati della vita del pugile, come punto di arrivo di tutta la sua attività, come sfogo terminale della rabbia violenta che quella persona si trascina, con la felicissima scelta della fotografia di Michael Chapman in bianco e nero illuminata dai flash dei fotografi e segnata da schizzi di sangue, i violentissimi litigi con la moglie (quasi prolungamenti di quei rounds), i diverbi con il fratello, le battute volgari quando diventa un intrattenitore da nightclub in piena caduta, ciò che (per fortuna e per contrasto) addolcisce lo spettatore è la meravigliosa musica di Pietro Mascagni che avvolge le sequenze e l’atmosfera. Jake sembra danzare sulle meravigliose note dell'intermezzo della ‘Cavalleria Rusticana’, o quello struggente del ‘Guglielmo Ratcliff’, o con la ‘Barcarola’ del ‘Silvano’ mentre con il suo volto tumefatto dai colpi dell’avversario non arretra di un centimetro, come in fondo tutta la sua vita, fatta di colpi dati e colpi ricevuto, senza pensare al dopo.


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A parte quindi l’innegabile bellezza della fotografia, efficace come al solito è il montaggio della fidata ed eterna collaboratrice Thelma Schoonmaker, premiata con l’Oscar assieme al grandissimo Robert De Niro.

Da aggiungere che proprio in occasione della Festa del Cinema di Roma di alcuni anni fa, Martin Scorsese confessò quanta influenza ha avuto per lui la visione di Rocco e i suoi fratelli di Visconti per il concepimento del film, e di come è stato sempre decisivo nella sua visione di cinema il neorealismo italiano.


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Riconoscimenti

Oscar 1981

Miglior attore protagonista a Robert De Niro

Miglior montaggio

Candidatura miglior film

Candidatura migliore regia

Candidatura miglior attore non protagonista a Joe Pesci

Candidatura miglior attrice non protagonista a Cathy Moriarty

Candidatura migliore fotografia

Candidatura miglior sonoro

Golden Globe 1981

Miglior attore in un film drammatico a Robert De Niro

Candidatura miglior film drammatico

Candidatura migliore regia

Candidatura miglior attore non protagonista a Joe Pesci

Candidatura miglior attrice non protagonista a Cathy Moriarty

Candidatura miglior attrice debuttante a Cathy Moriarty

Candidatura migliore sceneggiatura

BAFTA 1982

Miglior montaggio

Miglior attore debuttante a Joe Pesci

Candidatura miglior attore protagonista a Robert De Niro

Candidatura miglior attrice debuttante a Cathy Moriarty



 
 
 

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