The Counselor - Il procuratore (2013)
- michemar

- 4 nov
- Tempo di lettura: 4 min

The Counselor - Il procuratore
(The Counselor) UK, USA 2013 thriller 1h57’
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Cormac McCarthy
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Pietro Scalia
Musiche: Daniel Pemberton
Scenografia: Arthur Max
Costumi: Janty Yates
Michael Fassbender: l’avvocato
Cameron Diaz: Malkina
Penélope Cruz: Laura
Javier Bardem: Reiner
Brad Pitt: Westray
Rosie Perez: Ruth
Édgar Ramírez: prete
Bruno Ganz: commerciante di diamanti
Goran Višnjić: Michael
Rubén Blades: Jefe
Toby Kebbell: Tony
John Leguizamo: Randy
Dean Norris: acquirente
Natalie Dormer: la Bionda
Sam Spruell: Jaime
TRAMA: Uno spavaldo avvocato, nonostante le momentanee difficoltà professionali ed economiche, vuole sposare la fidanzata Laura promettendole un alto stile di vita. Chiacchierando con l’amico Reiner, affiliato alla malavita messicana, accetta la sua proposta di collaborare coi narcotrafficanti in un affare che prevede il recupero di un carico di cocaina del valore di 20 milioni di dollari oltre il confine.
VOTO 6

L’appassionato di cinema, notando non solo l’eccellente cast, anche tecnico, ma soprattutto la firma della regia, Ridley Scott, di cui basta il nome, e della sceneggiatura, Cormac McCarthy, scrittore di successo, immagina chissà quale film lo attenda. Ed invece resta deluso, e non poco, perché ci sono diversi elementi che non rispecchiano le attese di qualità.


L’antefatto è presto detto. Il procuratore, di cui non si viene mai a conoscenza del vero nome, interpretato da Michael Fassbender, è un rispettabile avvocato che, dopo aver proposto alla fidanzata Laura (Penélope Cruz) di sposarlo, è alla ricerca della grande occasione della vita. La grande opportunità che aspetta, anche per ottenere il denaro che tanto brama, arriva dai rapporti che ha con un uomo con cui decide di mettersi in affari: questi è Reiner (Javier Bardem), un conoscente con diversi trascorsi penali, accettando di entrare nel business della droga. Con l’aiuto del buono a nulla Westray (Brad Pitt), deve recarsi a sud del confine per prelevare un carico di cocaina dal valore di 20 milioni di dollari. Quando gli eventi non andranno come previsto, il procuratore, vistosi nei guai, si adopera per sopravvivere ad una situazione che si sta facendo disperata.


Sulla carta pare un tipico prodotto Scott, poi con uno scrittore del calibro di McCarthy sembra di essere a cavallo per almeno un buon film ed invece ecco i problemi. La maggior parte può essere ricondotta proprio alla sceneggiatura che non funziona. È come se avesse preso molti degli elementi fondamentali di Non è un paese per vecchi e avesse minimizzato quelli che funzionavano, enfatizzando quelli che erano inefficaci. La storia centrale è piuttosto sfruttata, viste tante volte e appare persino insignificante e i brividi che offre sono spesso prefabbricati piuttosto che novità. Il grande inseguimento in auto, per esempio, manca di suspense perché c’è solo un risultato possibile. Altri momenti di tensione sono altrettanto diluiti. Questo è un racconto in cui i personaggi sono inscatolati senza via d’uscita. Noi, come spettatori, stiamo semplicemente guardando per vedere quanto tempo ci vuole prima che succeda quello che deve succedere.


Alla natura piuttosto ristretta dei contenuti narrativi, sia aggiunge l’eccessiva verbosità dei dialoghi. La maggior parte dei personaggi di sono afflitti da un brutto caso di logorroicità. Parlano, parlano e parlano. Filosofeggiano. Ma poco di quello che dicono è interessante. È pretenzioso, certo, ma non fa riflettere. Una dissertazione di tre minuti sui diamanti è una prima indicazione che il ritmo è un problema. Il discorso più interessante coinvolge il personaggio Reiner che racconta come la sua fidanzata predatrice, Malkina (Cameron Diaz), gli abbia scopato la macchina... ebbene, sì, proprio così. Scott non ci risparmia neanche alcune immagini per migliorare la nostra comprensione della scena, con una osservazione, da parte dell’uomo, che peggiora la situazione. Per dire, Scott non è certamente Cronenberg!


Non è solo che i dialoghi siano densi - molti film francesi hanno successo perché gli scambi di vedute dei personaggi sono fitti - ma molti di questi personaggi sembrano esistere al solo scopo di dare monologhi prolissi. McCarthy sviluppa una narrazione sottile su una spedizione di droga andata male e la popola di individui poco sviluppati a cui piace parlare. Il protagonista di Michael Fassbender, indicato solo come procuratore, dovrebbe essere un uomo conflittuale, intrappolato tra la tentazione di fare il collaterale del malavitoso e l’amore di una brava donna, ma si presenta come viscido e malizioso. Viene coinvolto nel traffico di droga perché ha bisogno di soldi per pagare un anello di fidanzamento da 3,8 carati e finanziare uno stile di vita sontuoso. Com’era prevedibile, tutto va storto con risultati disastrosi. Il personaggio più interessante è Malkina perché è tanto feroce e una vera mangiatrice di uomini e rappresenta il ritratto più interessante che Cameron Diaz abbia mai fornito negli ultimi tempi, forse di sempre, ma alla fine risulta sprecato.

Forse l’errore centrale è che lo stile di McCarthy aveva bisogno di un forte adattamento. Sappiamo bene che i suoi romanzi siano letture non facili e scorrevoli e viene da dedurre che il racconto avrebbe potuto funzionare meglio come libro, dove i temi possono essere estesi e i personaggi meglio sviluppati. Per fortuna, almeno per trascorre con un minimo di attenzione le due orette della durata, spicca una buona recitazione da parte di star così importanti, ma questi e la direzione competente da parte di un regista acclamato non possono salvare questa sceneggiatura imperfetta.
Peccato, quasi un’occasione persa, ma nel complesso si può considerare un film che intrattiene il giusto, anche se non come si poteva sperare sulla carta.






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