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The Hateful Eight (2015)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 15 mar 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 1 set

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The Hateful Eight

USA 2015 western 3h7'


Regia: Quentin Tarantino

Sceneggiatura: Quentin Tarantino

Fotografia: Robert Richardson

Montaggio: Fred Raskin

Musiche: Ennio Morricone

Scenografia: Yohei Taneda

Costumi: Courtney Hoffman


Samuel L. Jackson: magg. Marquis Warren

Kurt Russell: John Ruth "il Boia"

Jennifer Jason Leigh: Daisy Domergue/Daisy Domingray

Walton Goggins: Chris Mannix

Demián Bichir: Bob/Marco "il Messicano"

Tim Roth: Oswaldo Mobray/Pete Hicox

Michael Madsen: Joe Gage/Grouch Douglas

Bruce Dern: gen. Sanford Smithers

James Parks: O.B. Jackson

Channing Tatum: Jody Domingray

Dana Gourrier: Minnie Mink

Zoë Bell: Judy "sei cavalli"


TRAMA: Ultima corsa per Red Rock, la diligenza si arresta davanti al Maggiore Marquis Warren, diligence stopper e cacciatore di taglie nero che ha servito la causa dell'Unione. Ospitato con riserva da John Ruth, bounty hunter, Warren lo rassicura sulle sue buone intenzioni. Il viaggio riprende ma il caratteraccio di Daisy Domergue, canaglia in gonnella condotta alla forca, lo interrompe di nuovo. La sosta imprevista incontra e carica tra chiacchiere e scetticismo Chris Mannix, un sudista rinnegato promosso sceriffo di Red Rock. Incalzati dal blizzard, trovano rifugio nell'emporio di Minnie dove li attendono un caffè caldo e quattro sconosciuti. Interrogati a turno dal diffidente John Ruth probabilmente nessuno è chi dice di essere.


Voto 7


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Ecco allora che Quentin Tarantino giunge al film che sognava (in realtà lo sognava da tanto forse) dove confluiscono i vari elementi che lui ama mescolare per arrivare alla ricetta ideale: western, thriller, mistero, personalità non pienamente rivelate, sangue, violenza (allegra), personaggi forti e molto caratterizzati. Siamo al summa. E all’omaggio, come sempre. Osserviamo bene: una diligenza in corsa, cowboys che vogliono salire perché appiedati e con carichi a dir poco anomali (…cadaveri!), neve così abbondante che sembra il solito deserto sabbioso dei nostri cari western, una bufera bianca che paiono indiani che li inseguono e li circondano, uno dei passeggeri è nero (è lui il pellerossa?): ma siamo in ‘Ombre rosse’? No, John Wayne non c’è e neanche John Ford, in compenso otto personaggi otto che ne combineranno di tutti i colori nella locanda di Minnie, emporio sperduto nel nulla innevato e gelato del Wyoming.


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Per stuzzicare meglio noi spettatori, Quentin Tarantino ci piazza quindi “otto odiose” persone che hanno estrazioni e razze differenti l’una dall’altra: giovani, vecchi, nordisti, sudisti, ufficiali, bounty killer, sceriffi, uomini, donne, messicani, bianchi, neri. Ce n’è per tutti i gusti e mescolati bene sono una miscela esplosiva e un “insieme” del tutto politicamente scorretto, sia nel portamento che nel linguaggio, dove nessuno si salva perché nessuno merita di essere salvato.


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Come in un kammerspiel spietato come nessun altro, sarà un lungo regolamento di conti di ben tre ore, tra finte alleanze, chiacchiere infinite, tranelli, giochi mentali, soggiogamenti e sparatorie senza regole. Eh sì, siamo ancora con Tarantino e i suoi tanti bastardi, dove è impossibile trovare, come nei migliori western, i buoni e i cattivi, solo bastardi senza futuro. Otto individui odiosi pieni di odio e che si odiano, quando invece nel frattempo lo scatenato regista a momenti (ma solo quasi, eh!) ce li fa amare, per quanto siano bizzarri, violenti e senza scrupoli. Dei simpaticoni, insomma! E quindi, dopo tre ore ci sarà pure qualcuno che riuscirà a salvarsi? Mah, qui è proprio difficile e anche improbabile.



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Tarantino è perfetto e divertito in ogni risvolto del film, per ogni particolare che osserviamo, dalle inquadrature alla fotografia, dalla scrittura ai personaggi, l’uno differente dall’altro, dalle situazioni tra il tragico e il divertente – come piace a lui – per finire alla scelta del musicista che di nome fa Ennio Morricone, vincitore finalmente dell’Oscar.


Sedetevi comodi e aprite bene gli occhi e le orecchie, perché ogni personaggio ha una storia e uno scopo, un passato e un futuro improbabile.


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Riconoscimenti

2016 - Premio Oscar

Miglior colonna sonora a Ennio Morricone

Candidatura come migliore attrice non protagonista a Jennifer Jason Leigh

Candidatura come migliore fotografia

2016 - Golden Globe

Miglior colonna sonora a Ennio Morricone

Candidatura come migliore attrice non protagonista a Jennifer Jason Leigh

Candidatura come migliore sceneggiatura



Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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