The Hurt Locker (2008)
- michemar

- 15 mar 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 9 lug

The Hurt Locker
USA 2008 guerra 2h11'
Regia: Kathryn Bigelow
Sceneggiatura: Mark Boal
Fotografia: Barry Ackroyd
Montaggio: Chris Innis, Bob Murawski
Musiche: Marco Beltrami, Buck Sanders
Scenografia: Karl Júlíusson
Costumi: George L. Little
Jeremy Renner: serg. William James
Anthony Mackie: serg. JT Sanborn
Brian Geraghty: sold. Owen Eldridge
Ralph Fiennes: capo squadra
Guy Pearce: serg. Matt Thompson
David Morse: col. Reed
Evangeline Lilly: Connie James
Christian Camargo: col. John Cambridge
TRAMA: In Iraq il sergente Will James succeduto al collega Thomson deceduto, è ora il caposquadra della "Bravo Company", una unità speciale di artificieri dell'esercito americano, formata dal sergente JT Sanborn e dal soldato Owen Eldridge. I tre uomini, uniti dal profondo legame che si crea tra i soldati in battaglia, all'interno di una città all'apparenza deserta e martoriata dalla guerra devono affrontare il pericoloso compito di individuare e disinnescare bombe anche durante lo svolgersi dell'azioni belliche. Le continue missioni ad alto pericolo a cui sono costretti a sottoporsi, segnano indelebilmente le loro vite.
Voto 8

L’orrore declamato come un’ode ossessiva dal colonnello Kurtz, l’orrore della guerra come ossessione mentale diventa droga per chi vi si immerge totalmente e senza neanche che uno lo voglia o scelga di farlo. La guerra diventa, per alcuni, una droga e una dipendenza letale. Il difficile è raccontare bene ed efficacemente sia questo stato psicologico che la maniera in cui il processo avviene. Questo film ci riesce alla perfezione: merito di chi l’ha scritto, Mark Boal, ex foto-giornalista di guerra e qui sceneggiatore, merito – ultramerito – della regista Kathryn Bigelow che film in una tale maniera che ci fa essere co-protagonisti, che ci fa immergere nell’ambientazione, che ci spruzza sabbia, polvere e schegge di esplosioni come se fossimo presenti lì. Qualcuno scrisse a suo tempo “senza freni, senza respiro”, come fossimo noi e fossero i protagonisti alienati dalle sostanze che prendono quelli di Strange Days. Se poi consideriamo il montaggio frenetico e le continue esplosioni ci accorgiamo che la tensione non prende un attimo di pausa.

Ma forse ciò che colpisce di più dell’intera operazione è la persistente sensazione che qualcosa può o sta per accadere, è l’ossessiva impressione che da un momento all’altro ci sia un’esplosione che investa le nostre orecchie, perfino nei momenti che i nostri tre soldati sono nella loro camera o giocando a fare i pugili per scaricare l’enorme tensione che si va accumulando giorno per giorno, senza che le bottiglie di whisky possano placare la loro sete. Il film affronta, con attenzione meticolosa e viscerale, il tema della violenza e l’effetto che provoca in noi spettatori e sugli stessi personaggi. La Bigelow punta senza filtri il suo obiettivo sull’esperienza brutale di chi sceglie una vita perennemente seduto accanto al pericolo e si crea così una atmosfera di suspense quasi insostenibile, tutta rispecchiata sul viso sudato ma immobile di Jeremy Renner, così bravo come mai che va dritto fino all’Oscar (con una nomination).

Non si parla di politica, non si discute se la guerra è giusta (tanti altri film lo hanno fatto, da Robert Redford a Sydney Pollack e via scorrendo), no, qui la regista va dentro e alza il sipario, concentrando l’attenzione sulla autenticità dell’azione, sul realismo della vita quotidiana di chi vive in Iraq, tracciando non tanto lo svolgimento della guerra quanto invece il percorso del soldato in azione. Poi, discorso a parte per il duello a distanza che vediamo nel deserto, quando il silenzio, il caldo, gli insetti, ci fanno sudare assieme a quei soldati e alla squadra speciale che subisce un’imboscata: minuti trepidanti e di estrema pazienza per arrivare finalmente a poter respirare, pur lasciano a terra un po’ di morti. Una sequenza da cattedra, una lezione di cinema di guerra di postazione. Kathryn Bigelow come una professoressa che ci impartisce la lezione perfetta.

Il film rientra di diritto nella lista dei più adrenalinici degli ultimi anni, perché la bravissima Kathryn Bigelow riesce a trasmettere la carica mentale e la dipendenza psicologica del protagonista verso lo spettatore in maniera tangibile e carnale, ci sbatte in faccia la tensione e il clima surriscaldato delle truppe militari di retrovia, pronte a intervenire nei casi di attentati, in quelle terre surriscaldate e in questo caso anche nevrasteniche del Medio Oriente. Quindi a distanza di sei anni da "K-19", la Bigelow torna a parlare di guerra e di dipendenza, al confine - già più volte esplorato - tra coraggio e alienazione. È la regia che domina in questo film, passando con perizia da sequenze di azione di altissima tensione a lunghi tratti di gioco psicologico e nervi tesi, con un commento musicale che non fa altro che aumentare l’ansia e l’imprevedibilità degli avvenimenti, facendoci sudare assieme ai militari sotto il rovente sole del deserto, con il sapore di sabbia in bocca, con l’odore delle esplosioni nel naso.

Il miglior Jeremy Renner che ci si può attendere è nei panni perfetti dello specialista artificiere e la Bigelow gira come al solito con fermezza mascolina. Sei Oscar meritati da un film pressoché perfetto!
"La guerra è come una droga, crea dipendenza" dice il film. E la registra ce lo dimostra.
Non amo particolarmente i film di guerra, ma questo assolutamente sì, questo è bellissimo!

Riconoscimenti
Premio Oscar 2010
Miglior film
Migliore regia
Migliore sceneggiatura originale
Miglior montaggio
Miglior sonoro
Miglior montaggio sonoro
Candidatura miglior attore protagonista a Jeremy Renner
Candidatura migliore fotografia
Candidatura miglior colonna sonora
Golden Globe 2010
Candidatura miglior film drammatico
Candidatura migliore regia
Candidatura migliore sceneggiatura
Premio BAFTA 2010
Miglior film
Migliore regia
Migliore sceneggiatura originale
Migliore fotografia
Miglior montaggio
Miglior sonoro
Candidatura miglior attore protagonista a Jeremy Renner
Candidatura migliori effetti speciali






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