Un uomo tranquillo (1952)
- michemar

- 17 ott
- Tempo di lettura: 3 min

Un uomo tranquillo
(The Quiet Man) USA, Irlanda 1952 commedia drammatica 2h9’
Regia: John Ford
Soggetto: Maurice Walsh (racconto)
Sceneggiatura: Frank S. Nugent
Fotografia: Winton C. Hoch
Montaggio: Jack Murray
Musiche: Victor Young
Scenografia: Frank Hotaling
Costumi: Adele Palmer
John Wayne: Sean Thornton
Maureen O’Hara: Mary Kate Danaher
Victor McLaglen: Will Danaher
Barry Fitzgerald: Michaleen Oge Flynn (Michelino)
Ward Bond: padre Peter Lonergan
Mildred Natwick: Sarah Tillane, la vedova
Jack McGowran: Ignatius Feeney (Ignazio)
Arthur Shields: reverendo Cyril Playfair
TRAMA: Un pugile americano a fine carriera torna nel suo villaggio natale in Irlanda, dove si innamora di una rossa vivace il cui fratello non approva la loro unione.
VOTO 7,5

Il film di John Ford interpretato dall’attore simbolo del suo cinema John Wayne, presentato a Venezia nel 1952, è liberamente ispirato a un racconto del 1933 pubblicato sul Saturday Evening Post a firma dell’irlandese Maurice Walsh che presenta la lussureggiante Irlanda fotografata da Winton C. Hoch e una lunga e semicomica scazzottata che è rimasta nella storia del cinema (e non solo quella).


Negli Anni ‘20 del XX secolo, Sean Thornton (John Wayne), un americano di Pittsburgh, torna nel villaggio irlandese di Innisfree per acquistare la fattoria in cui è nato e che era di proprietà della sua famiglia prima di emigrare. Egli è un uomo tranquillo che torna in patria per ritrovare la quiete lontano dal caos americano e dalla carriera di pugile, durante la quale ha accidentalmente causato la morte di un avversario sul ring. Mentre si reca al villaggio, incontra Mary Kate Danaher (Maureen O’Hara) e se ne innamora: lei è una donna focosa e dal carattere forte, sorella del prepotente proprietario terriero Will Danaher (Victor McLaglen), che ambisce anch’egli all’acquisto della fattoria. Quando l’attuale proprietaria della proprietà, la ricca vedova Tillane (Mildred Natwick), accetta l’offerta di Sean invece della sua, l’uomo si vendica rifiutando il consenso a sua sorella per sposare Sean.


Quando pensiamo a John Ford, ci vengono in mente i grandi western con John Wayne. Ma questa è tutta un’altra storia, è addirittura un film romantico girato in Irlanda che Ford ha sempre considerato il suo progetto più intimo, il più personale, perché, nato come John Martin Feeney a Cape Elizabeth nel Maine nel 1894, era figlio di John Augustine Feeney e Barbara Curran, entrambi immigrati irlandesi giunti negli Stati Uniti nel 1872. Il padre proveniva da Spiddal, nella contea di Galway, mentre la madre era originaria di Kilronan, sull’isola di Inis Mór, la più grande dell’arcipelago Aran, al largo delle coste occidentali dell’Irlanda. Il film è chiaramente un ritorno alle radici.


Si tratta anche, e forse soprattutto, di una storia d’amore turbolenta, sia per la relazione tra i due protagonisti sia perché, anche dopo le nozze i problemi non finiscono in quanto lei rifiuta di consumare il matrimonio finché lui non reclama la sua dote. Il film alterna momenti teneri e comici, con scene memorabili come quella sotto la pioggia o il celebre trascinamento nei campi. Sequenze memorabili e iconiche.


John Wayne è irriconoscibile essendo, qui, più pacato del solito pur restando fedele al suo stile. Non è un’interpretazione rivoluzionaria, ma funziona: ha carisma, presenza, e la chimica con O’Hara è palpabile. Lei, da parte sua, tiene testa a Wayne con grinta e passione. Oltre ai due, Ford ha coinvolto i suoi attori di fiducia: Barry Fitzgerald, Ward Bond e Victor McLaglen, che aggiungono colore e comicità. Il personaggio del prete, ad esempio, è sorprendentemente pragmatico e umano.


È un film fortemente simpatico anche se non perfetto: alcune scene girate in studio stonano rispetto agli esterni irlandesi, ma conquista per il suo tono leggero, la bellezza dei paesaggi e il ritratto di un amore che nasce tra scontri e silenzi. È un’occasione per vedere John Wayne in una veste diversa, e per lasciarsi trasportare in un’Irlanda da sogno. Un film che scalda il cuore. E che potenza Maureen O’Hara: una rossa trascinante, esplosiva, attraente e simpatica. Memorabile! (A proposito: anche lei era di origini irlandesi, nata a Dublino nel 1920 con il nome di Maureen FitzSimons).




Riconoscimenti
Oscar 1953
Miglior regia
Miglior fotografia
Candidatura miglior film
Candidatura miglior attore non protagonista Victor McLaglen
Candidatura miglior sceneggiatura
Candidatura miglior scenografia
Candidatura miglior suono
Golden Globe 1953
Candidatura miglior regia
Candidatura miglior colonna sonora
Venezia 1952
Leone d’Oro





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