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Una commedia sexy in una notte di mezza estate (1982)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 28 dic 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 27 ott

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Una commedia sexy in una notte di mezza estate

(A Midsummer Night’s Sex Comedy) USA 1982 commedia 1h28’

 

Regia: Woody Allen

Sceneggiatura: Woody Allen

Fotografia: Gordon Willis

Montaggio: Susan E. Morse

Scenografia: Mel Bourne

Costumi: Santo Loquasto

 

Woody Allen: Andrew

Mia Farrow: Ariel

José Ferrer: Leopold

Julie Hagerty: Dulcy

Tony Roberts: Maxwell

Mary Steenburgen: Adrian

Adam Redfield: Foxx

 

TRAMA: Uno stravagante inventore e sua moglie invitano altre due coppie per il fine settimana in una romantica casa estiva nella campagna del 1900.

 

Voto 6,5


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Nel periodo migliore di Woody Allen, tra i primi film comici e quello più odierno, quindi negli anni delle filosofiche riflessioni sul mondo femminile, l’artista orchestra una unione concettuale tra la commedia shakespeariana (Sogno di una notte di mezza estate) e lo spirito di Ingmar Bergman che lo sta guidando e ispirando (Sorrisi di una notte d’estate). Come dire, ora trasporto il pensiero bergmaniano in una commedia leggiadra e alquanto libertina tramite il titolo di una delle poche opere di argomento comico del bardo e ne verrà fuori un divertissement per divertirmi e divertire il pubblico. Ed ecco allora un film tra i più leggeri che Allen abbia mai scritto, con un copione apparentemente svagato e poco impegnativo.


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La situazione di partenza della trama è abbastanza surreale e stramba. Tre coppie passano un fine settimana estivo in una casa di campagna del New Jersey, durante i primi anni del XX secolo. Leopold (José Ferrer) è un anziano e onorato docente universitario, alla vigilia delle nozze con l’eterea Ariel (Mia Farrow); Maxwell (Tony Roberts) è un medico libertino, in occasionale compagnia della disinibita infermiera Dulcy (Julie Hagerty); padroni di casa sono lo strampalato inventore Andrew (Woody Allen) e la moglie Adrian (Mary Steenburgen). Durante tutto un lungo pomeriggio e una notte irrequieta, fra i componenti delle tre coppie avvengono approcci, corteggiamenti, scambi, equivoci, appuntamenti, tentativi di recuperare un passato irrimediabilmente trascorso, fino a uno scioglimento drammatico e fiabesco.


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Dato il tema- come più volte detto - scherzoso, il film appare meno profondo del solito e meno importante rispetto agli altri, non vi si possono leggere messaggi di qualche tipo, ma comunque ha una sua trama fatta di triangoli amorosi, tra uomini il cui desiderio sessuale si discosta dalle donne che amano, e donne che sono solo apparentemente morali in quanto ammettono le loro lussurie non appena l’uomo fa il primo passo. E ciò vuol dire che Woody è ancora vivo e va avanti con la sua idea di fine intrattenitore. Il lavoro più rilevante lo svolge nella buona regia e nella descrizione e approfondimento del carattere di ogni personaggio.


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Leopold si rivela un intellettuale freddo e ateo; Dulcy è un’infermiera dal pensiero libero; Maxwell è un medico soprattutto di donna (e ci risiamo!); mentre la Adrian moglie del protagonista Andrew cerca di stare al gioco e resiste. Infine c’è la donna più desiderata da tutti, la Ariel di Mia Farrow, che (qui c’è una certa discrepanza) pare tutto meno che l’attrice adatta al ruolo, che pare scritto per la assente Diane Keaton. La dimostrazione si ebbe quando le arrivò la candidatura ai… Razzie Awards.


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Succede, in buona sostanza, ciò che modestamente ho scritto più volte a proposito dei periodi meno brillanti del nostro: Woody non è stato sempre perfetto, né lo si può pretendere, ma ogni volta che si nota un piccolo calo tutti sparano a zero, come se non gli fosse permesso di riposare sugli allori o magari sbagliare film. E magari, se uno dei suoi film minori lo avesse girato un regista sconosciuto, all’uscita si sarebbe detto che un nuovo asso si stava affacciando.

Lasciamolo in pace, di Woody Allen ce n’è e ce ne sarà solo e sempre uno.


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Il cast è in buona forma e si disimpegna bene, quello tecnico è costituito dai soliti e affidabili nomi, tra cui il consueto Gordon Willis che crea una felice colorazione della fotografia che sa tanto di sogno e falso romanticismo, di campagna americana e weekend.


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Può esserci amore senza sesso?

A volte penso che siano cose del tutto diverse.

Cioè?

Beh, il sesso allevia la tensione e l’amore la provoca.



 
 
 

Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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