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V per vendetta (2005)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 30 gen 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 set

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V per vendetta

(V for Vendetta) USA, UK, Germania 2005 thriller/fantascienza 2h12'


Regia: James McTeigue

Soggetto: David Lloyd, Alan Moore (graphic novel)

Sceneggiatura: Lana & Lilly Wachowski

Fotografia: Adrian Biddle

Montaggio: Martin Walsh

Musiche: Dario Marianelli

Scenografia: Owen Paterson

Costumi: Sammy Sheldon


Hugo Weaving: V

Natalie Portman: Evey Hammond

Stephen Rea: Eric Finch

Tim Pigott-Smith: Peter Creedy

John Hurt: Adam Sutler

Stephen Fry: Gordon Deitrich

Rupert Graves: Dominic Stone

Roger Allam: Lewis Prothero

Ben Miles: Roger Dascombe


TRAMA: In un prossimo futuro, in una Londra oppressa da un regime totalitario, un vendicatore che si fa chiamare V, si maschera da Guy Fawkes, il ribelle anarchico impiccato che tentò di assassinare re Giacomo I d'Inghilterra nel 1605. Gentile e raffinato, V salva la giovane Evey dalle violenze di alcuni poliziotti. Da quel momento insieme inizieranno una personale battaglia contro un regime fascista che perseguita stranieri, omosessuali e oppositori.


Voto 6,5


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È la Londra di un futuro distante e il mondo è in subbuglio. Dall'altra parte dell'oceano, gli Stati Uniti sono crollati in una guerra civile causata da peste, povertà e disordini civili, mentre le cose sono più tranquille in Inghilterra a causa del regime totalitario del dittatore fascista Adam Sutler (John Hurt), la cui lettura della buonanotte è probabilmente Mein Kampf. Il terrore vaga per le strade di notte, non solo sotto forma di esecutori criminali del Cancelliere, ma anche nella persona mascherata di V (Hugo Weaving), una misteriosa figura spavalda i cui lineamenti sono nascosti dietro le sembianze plastiche di Guy Fawkes. Precedentemente sconosciuto, sta per diventare l'individuo più famigerato della città, un cavaliere oscuro che ispira la gente alla ribellione e fa infuriare le autorità.


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Quando una sera Evey (Natalie Portman), una gopher (una esperta di navigazione del web che utilizza sistemi avanzati) di una stazione televisiva e aspirante attrice, sta tornando a casa dopo il coprifuoco, alcuni bruti di Sutler la mettono alle strette con l'intenzione di stuprarla. Per sua fortuna interviene la figura misteriosa e giustiziere V, che prima la trae in salvo e poi la invita ad assistere alla performance che ha orchestrato: la distruzione con il suo esplosivo del famoso edificio chiamato Old Bailey, completa di fuochi d'artificio coreografati sulle note della mitica e bellissima Ouverture del 1812 di Tchaikovsky.


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L’opera dell’esordiente James McTeigue rappresenta un momento davvero esplosivo (anche concettualmente) del cinema di quell’anno, un miscuglio visivamente sontuoso che combina allegoria politica, azione sanguinosa e alcuni momenti cinematografici mozzafiato in un solido pezzo di intrattenimento. Perché di intrattenimento si tratta, sia chiaro. Mentre è vero che il film a volte eccede e la sua connessione con la sua ispirazione da graphic novel è labile, riesce per lo più a giocare sullo stesso terreno di altri film simili e che sono la gioia di chi ama storie da Play Station. Il giovane regista si dimostra adatto quando si tratta di dare ritmo, anzi ci sono momenti in cui sia ha l’impressione che il film risulti sovraccarico e caotico, che poi è la sua cifra stilistica dimostrata quando in seguito si è dedicato a serie TV e persino video giochi. Gli è bastato, d’altronde, stare dietro alla sceneggiatura dei fratelli (o sorelle, non importa) Lana & Lilly Wachowski.


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Accade ogni tanto che autori di opere letterarie si dissocino dalla produzione del relativo film perché stravolge il senso del proprio lavoro. Questo accade anche con questa pellicola scritta dai Wachowski, tratta dalla graphic novel di Alan Moore e David Lloyd. Successe infatti che gli autori dei fumetti troncarono ogni rapporto con la DC Comics denunciando la grande semplificazione della trama, come le grandi lacune nello script e, quindi, lo stravolgimento del senso originale. A loro avviso gli autori della sceneggiatura avevano trasformato la pellicola in una storia sul “moderno neo-conservatorismo americano contro il recente neo-liberalismo americano”. Gulp!

Dolce e determinata come sempre Natalie Portman.

Comunque, grande successo, film idolatrato dai numerosi fans, fino a diventare oggi un vero cult.


Tra i riconoscimenti, ben 7 premi e 29 candidature.



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