1981: Indagine a New York (2014)
- michemar

- 12 feb 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 18 ago 2020

1981: Indagine a New York
(A Most Violent Year) USA/Em.Arabi 2014 thriller 2h5'
Regia: J.C. Chandor
Sceneggiatura: J. C. Chandor
Fotografia: Bradford Young, Robert Levi
Montaggio: Ron Patane
Musiche: Alex Ebert
Scenografia: John P. Goldsmith, Doug Huszti
Costumi: Kasia Walicka-Maimone
Oscar Isaac: Abel Morales
Jessica Chastain: Anna Morales
David Oyelowo: Lawrence
Alessandro Nivola: Peter Forente
Albert Brooks: Andrew Walsh
Catalina Sandino Moreno: Luisa
Ashley Williams: Lange
Elyes Gabel: Julian
Jerry Adler: Josef
Christopher Abbott: Louis Servidio
TRAMA: Inverno 1981, New York. Abel Morales è un intraprendente proprietario di un'azienda a conduzione familiare che tratta in olio combustibile. Da qualche tempo alcune sue cisterne vengono prese d'assalto da malviventi che le fanno sparire nel nulla con il loro carico. Ciò accade proprio mentre Abel sta per portare a termine l'acquisto di un deposito più grande che gli permetterebbe di compiere il salto in avanti professionale da sempre sognato. Deve trovare il denaro necessario per completare l'acquisizione e contemporaneamente un'indagine da lungo tempo avviata sulla sua attività sta per giungere a compimento con gravi capi di imputazione: Abel sa di essersi sempre comportato in modo corretto ma ora il tempo stringe e potrebbe essere tentato di cercare altre strade.
Voto 7

Tra gli anni più violenti della storia criminale di NY ci fu appunto il 1981 e lo dicono le statistiche dei delitti, delle rapine e quant’altro compiuti in quell’anno. E così il regista J.C. Chandor ha scelto questa ambientazione per raccontare una storia noir, di corruzione e crisi sociale, dopo averci raccontato la crisi finanziaria con il riuscito e interessante Margin Call (recensione). Qui il protagonista è un ex camionista che sposa la figlia di un boss e traffica in compravendita di gasolio tra Messico e Stati Uniti cercando di rimanere più o meno nel tracciato legale ben sapendo che è un mestiere difficile praticarlo in un ambiente tutt’altro che corretto, anche perché quasi tutti i giorni i suoi camion vengono assaliti e svuotati.

Chandor prende tutto il tempo necessario, senza dare fretta alla trama, così come è successo con entrambi i suoi film precedenti. Infatti come nel lungometraggio su menzionato, anche in All Is Lost - Tutto è perduto il ritmo non è elevato ed è anzi parecchio ragionato, come d’altronde è il carattere del protagonista Abel (un ottimo Oscar Isaac, sempre elegante e con un costante cappotto cammello, malamente doppiato però). Ma l’azione arriva, prepotente, non lunga ma arriva, con un inseguimento degno dei migliori thriller americani, e proprio quando finalmente il mistero pare possa districarsi. Insomma a J.C. Chandor piace descrivere le crisi e come gli individui reagiscono alle stesse e qui lo fa bene, servendoci un film che ha portato alla coprotagonista Jessica Chastain una nomination ai Golden, perfettamente calatasi nel ruolo grintoso di discendente malavitosa.

La New York che vediamo non è quella solita sfavillante che godiamo nei film americani e che ben conosciamo, con i suoi quartieri eleganti e pieni di negozi illuminati, ma una città periferica e malridotta, con treni lerci e gente da cui guardarsi, in una stagione invernale livida, nevosa e nervosa. Il tutto fotografata benissimo da Bradford Young con colori esaltati che ricordano gli anni ’80. Anche la musica è stata scelta con molto gusto e appropriatamente incalzante.

Come reagirà quindi l’imprenditore emergente in quell’ambiente di lupi? Lui che ha fatto una bandiera della sua vita la correttezza fiscale e amministrativa? Lui che se pur giovane tratta i dipendenti come figli? Che odia l’uso delle armi anche per motivi di difesa personale? È questa l’indagine anche psicologica che interessa al regista, che con stile personale ci ricorda il filone dei migliori e micidiali crime-movie metropolitani dei registi storici, a partire da Sidney Lumet. Due nei, però: il doppiaggio (vedetelo in V.O.S., please!) di Oscar Isaac, che è particolarmente bravo in questo film, con una recitazione pacata a tratti addirittura anche troppo, nonostante il precipitare della situazione e il colpevole titolo italiano, perché quello originale è molto più esplicativo, essendo davvero il 1981 un anno molto molto violento.
Il regista si rivela quindi uno dei cineasti più interessanti degli ultimi anni, da seguire sempre più.






Commenti