2001: Odissea nello spazio (1968)
- michemar

- 2 nov 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 14 giu 2023

2001: Odissea nello spazio
(2001: A Space Odyssey) UK/USA 1968 fantascienza 2h29’
Regia: Stanley Kubrick
Soggetto: Arthur C. Clarke
Sceneggiatura: Stanley Kubrick, Arthur C. Clarke
Fotografia: Geoffrey Unsworth
Montaggio: Ray Lovejoy
Scenografia: Anthony Masters, Harry Lange, Ernest Archer
Costumi: Hardy Amies
Keir Dullea: David Bowman
Gary Lockwood: Frank Poole
William Sylvester: Heywood R. Floyd
Daniel Richter: Guarda-la-Luna
Leonard Rossiter: Andrei Smyslov
Margaret Tyzack: Elena
Robert Beatty: Ralph Halvorsen
Sean Sullivan: Bill Michaels
TRAMA: Quattro episodi che vanno dalla preistoria al 2001 d.C.: L'alba dell'uomo, Clavius, Missione Giove, Giove e oltre l'infinito.
Voto 10

Prologo: dopo aver "scoperto" un misterioso monolite, un gruppo di scimmie dimostra di essere toccato dalla scintilla dell'intelligenza. I primati la applicano subito usando un osso come strumento per cacciare, ma anche come arma per uccidere altri loro simili. Anno 2001: sulla Luna viene scoperto un misterioso monolite, identico a quello preistorico, che riceve impulsi da Giove. Qualche tempo dopo, diretto verso il pianeta maggiore del nostro sistema solare, l'astronauta Bowman è costretto a manomettere il computer Hal 9000, colpevole della morte dell'equipaggio. Anche per lui però non c'è ritorno.

Lo scrivente non ha alcuna intenzione di scrivere di questo capolavoro non solo di fantascienza ma dell’intera filmografia storica e mondiale. Sarebbe presuntuoso e soprattutto inutile. Sarà sufficiente riflettere solo su alcuni aspetti, anzi meno, e soltanto a margine di un’opera filosofica e visionaria, scritta dal più autorevole autore di fantascienza e girata dal più grande Maestro che il cinema abbia mai avuto. Partendo però da un particolare curioso (soprattutto per uno come il sottoscritto che odia i film doppiati). C'è una cosa di Stanley Kubrick che sempre lasciato perplessi anche molti dei suoi più sinceri ammiratori: il divieto di far circolare copie dei suoi film in lingua originale con i sottotitoli. Egli preferiva che fossero doppiati perché voleva che noi spettatori guardassimo le immagini, non che leggessimo le parole. Lo disturbava l'idea che lo spettatore si sottoponesse alla ginnastica oculare di alternare lo sguardo fra l'immagine e la didascalia nella parte bassa dello schermo. Fedele alla sostanza del cinema e al suo essere arte della visione, voleva che lo spettatore avesse prima di tutto un rapporto privilegiato con l'immagine.

Un oggetto dichiara origine extraterrestre scatena e registra le fasi cruciali dello sviluppo del genere umano. All'alba dell'umanità, un misterioso monolite influisce sui primati facendoli evolvere dalla condizione di raccoglitori a quella di cacciatori. Dopo molti millenni, un simile monolite scoperto presso una base lunare emette un allarmante segnale diretto verso Giove. Per cercare una spiegazione del fenomeno, un'astronave con a bordo gli impassibili Frank Pool e David Bowman si dirige verso Giove. La nave è governata da un sofisticatissimo computer, quasi umano, Hal 9000, che però impazzisce uccidendo i membri dell'equipaggio e l'unico superstite riesce faticosamente a disattivarlo ma entra in un corridoio spazio-temporale: rapidamente invecchia, muore e rinasce per avviare una nuova fase dell'esistenza umana. Una trama complessa che per anni e forse ancora oggi è stata giudicata addirittura incomprensibile.

Le immagini del film sono sconcertanti. Gli innovativi effetti speciali sono una sorprendente miscela di arte e scienza. L'accurato lavoro degli attori e dei truccatori per le sequenze preistoriche è leggendario. Tante le sequenze indimenticabili: l’inaspettata e splendida dissolvenza tra l'osso scagliato in aria da una scimmia e un satellite artificiale orbitante; il meraviglioso allineamento di Terra e Sole alla sommità del monolite; il valzer di Strauss che accompagna come una danza la stazione spaziale e la navicella in attracco; l'interno circolare della Discovery. Anche la colonna sonora è particolarmente ricca, fatta di musiche corali sperimentali, temi classici ormai associati per sempre al film, i dialoghi minimalisti. Il film si può interpretare come un'avventura misteriosa, una parabola, una visione o un viaggio psichedelico, ma in ogni caso resta un esempio insuperato di grande spettacolo in grado di emozionare e far pensare.

Fateci caso: come tutti gli altri del Maestro, ma forse anche di più, non ci si stanca mai di guardarlo, soprattutto perché ogni volta, che sia la ventesima o la centesima, si scopre e si apprezza qualcosa che era sfuggita in quella precedente, si rimane affascinati come se ce lo fossimo dimenticato, si resta immobili e incantati. Ovvio che più che mai si avverte la necessità di studiarlo su uno schermo gigante per godere della magnificenza e della opulenza delle immagini, da un angolo all’altro, spostando la testa per non farsi sfuggire alcun elemento, studiato e inquadrato in maniera scientifica e spettacolare dalla mente del più grande narratore del nostro subconscio. Che non si è limitato ad un bellissimo racconto di fantascienza, ma che ci ha costretti a riflettere come nessun altro con il pretesto di storie di vario genere, fino al più filosofico film che ha prodotto e che ci ha fatto scavare nel più profondo dell’animo (Eyes Wide Shut) con cui purtroppo ci ha abbandonati, lasciando un’eredità pesantissima ma ricchissima.

Se ci si fa caso, è una delle pochissime volte che i personaggi diventano una componente secondaria. Li ricordiamo ma non è il loro nome che resta impresso nella memoria, non è quello che dicono: è sempre quello che vediamo ciò che ci portiamo dietro. Questo è stato il più grande film-enigma di massa, che ha scatenato le più disparate analisi personalissime del comune spettatore: che cosa vuol dire? perché all’inizio ci sono le scimmie e alla fine il feto? perché l’astronauta ricompare nell’appartamento settecentesco? Su pochi altri film si è scritto tanto e sono state dette tante cose intelligenti e pertinenti, ma non basta mai: è impossibile esaurire gli argomenti. È per questo che non ci si stanca mai di vederlo.

Riconoscimenti
Premio Oscar 1969:
Migliori effetti speciali
Candidatura migliore regia
Candidatura migliore sceneggiatura originale
Candidatura alla migliore scenografia
Premio BAFTA 1969:
Migliore fotografia
Migliore scenografia
Miglior colonna sonora






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