42 - La vera storia di una leggenda americana (2013)
- michemar

- 6 feb 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 25 mag 2023

42 - La vera storia di una leggenda americana
(42) USA 2013 biografico 2h8’
Regia: Brian Helgeland
Sceneggiatura: Brian Helgeland
Fotografia: Don Burgess
Montaggio: Peter McNulty, Kevin Stitt
Musiche: Mark Isham
Scenografia: Richard Hoover
Costumi: Caroline Harris
Chadwick Boseman: Jackie Robinson
Harrison Ford: Branch Rickey
André Holland: Wendell Smith
Christopher Meloni: Leo Durocher
John C. McGinley: Red Barber
Toby Huss: Clyde Sukeforth
Lucas Black: Pee Wee Reese
Alan Tudyk: Ben Chapman
Nicole Beharie: Rachel Isum Robinson
C.J. Nitkowski: Dutch Leonard
Brett Cullen: Clay Hopper
Ryan Merriman: Dixie Walker
T. R. Knight: Harold Parrott
Hamish Linklater: Ralph Branca
Brad Beyer: Kirby Higbe
Jesse Luken: Eddie Stanky
Peter Mackenzie: Happy Chandler
TRAMA: La storia veramente accaduta nel campionato di baseball statunitense negli anni Quaranta, quando Jackie Robinson fu il primo giocatore afroamericano a giocare nella Major League Baseball.
Voto 6

All'indomani della Seconda guerra mondiale, il mondo del baseball americano costringe ancora i giocatori di baseball afroamericani a partecipare ai campionati per soli neri, non permettendo loro di accedere alla massima divisione e unirsi alle squadre di giocatori bianchi. Stanco di questa forma di segregazione razziale, Branch Rickey (Harrison Ford), manager generale della squadra dei Brooklyn Dodgers, promette a sé stesso di riuscire a portare un giovane americano nero nella lega professionistica, scegliendo l'ex stella dell'atletica giovanile Jackie Robinson (Chadwick Boseman).

La storia di Robinson è fonte di ispirazione e ci sono momenti in cui la narrativa convenzionale di Brian Helgeland evoca emozioni, ma sfortunatamente la struttura alquanto generica del biopic impedisce che diventi qualcosa di importante. In altre parole, il film non corre rischi e non fa nulla di audace e si presenta come una cronaca della vita del giovanotto dal 1945 al 1947 non facendo molto di più di quanto potrebbe fare un serio documentario. Invece di essere l'interpretazione cinematografica definitiva del turbolento scontro dell’atleta con la cultura profondamente radicata della segregazione nel baseball, offre un resoconto meccanico degli eventi. Vale la pena, in ogni caso, di vederlo perché il film è presentato con competenza e la storia è intrinsecamente importante, ma non ho potuto fare a meno di essere deluso dal fatto che il risultato non fosse più appassionante o addirittura visionario come capita ai grandi film biografici.

Il film di Brian Helgeland sviluppa tre temi tutti assieme e forse ciò rappresenta un limite non andando mai a fondo del tutto per ognuno: la storia personale di Robinson lontano dal baseball, che include anche la sua relazione d'amore con la moglie Rachel (Nicole Beharie) e il suo rapporto con i suoi figli; le sue lotte umanamente comprensibili contro le forme spesso violente di razzismo dentro e fuori dal campo; il modo in cui egli ha influenzato non solo il baseball ma la società nel suo complesso, almeno nel suo tempo. Di certo, temi che necessitano il tempo adeguato e che comportano anche una certa lunghezza della pellicola.

È ovviamente anche un film di carattere sportivo, tanto che le scene più importanti si volgono sul campo di gioco: è qui che Robinson mostra l'atletismo dinamico che lo ha fatto diventare la scelta di Branch Rickey per buttar giù il fatidico muro del razzismo. Basti osservare le sequenze sul “diamante” e le prodezze sportive del protagonista, e contemporaneamente le dispute animate con il manager razzista dei Phillies, Ben Chapman (Alan Tudyk), persona violenta nelle invettive e nelle offese verso il nostro eroe. E non era l’unico in quegli anni, come si può immaginare. Parole che, per fortuna del personaggio, invece ottengono il risultato opposto, accelerando il processo di accettazione da parte dei compagni del nuovo arrivato e un maggior tifo da parte dei fans della squadra.

Atleticamente ineccepibile e con un fisico adattissimo, l’attore che veste i panni del protagonista è il compianto Chadwick Boseman, qui al terzo film, un anno prima della sua conferma di buon attore con un altro biopic, quello su mitico James Brown (Get on Up - La storia di James Brown), a cui seguirono i grandi successi planetari con i personaggi della Marvel. Film discretamente importante per ciò che rappresentò Jackie Robinson per lo sport americano e per la lotta per i diritti civili, e funziona meglio come strumento didattico che come dramma puro, caratteristica in parte controbilanciata dalla natura avvincente della storia che racconta. Per gli appassionati di baseball, c'è l'ulteriore vantaggio di eccellenti ricreazioni degli stadi e del gioco dell'era del 1940, ma non è certo il caso per uno spettatore europeo ed italiano in particolare. Film apprezzabile come viene rappresentato e come sa mostrare autenticità e mancanza di gravi errori nel modo in cui il gioco è rappresentato (difetto frequente nei film sportivi). E non è tutto qui: il mentore del protagonista è nientepopodimeno che Harrison Ford, nel ruolo appunto di Branch Rickey.






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