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A Ciambra (2017)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 25 apr 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 25 dic 2023


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A Ciambra

Italia/Brasile/Germania/Francia/Svezia/USA 2017 docu/dramma 1h58’


Regia: Jonas Carpignano

Sceneggiatura: Jonas Carpignano

Fotografia: Tim Curtin

Montaggio: Affonso Gonçalves

Musiche: Dan Romer

Scenografia: Marco Ascanio Viarigi

Costumi: Nicoletta Taranta


Pio Amato: Pio

Iolanda Amato: Iolanda

Koudous Seihon: Ayiva

Damiano Amato: Cosimo

Patrizia Amato: Patatina

Susanna Amato: Susanna

Rocco Amato: Rocco

Francesco Pio Amato: Keko U' Marrochinu

Damiano Nicolas Amato: Cocchino

Pasquale Alampi: Raffaele Guerrasio

U Ciccarredù: nonno Emiliano


TRAMA: Nella comunità rom di Gioia Tauro (Reggio Calabria), la Ciambra, vive Pio, un ragazzino sveglio e smaliziato cresciuto molto in fretta. Tra alcol, fumo e furti, segue le orme criminali del fratello Cosimo, intessendo relazioni con tutte le diverse realtà etniche e sociali presenti nel suo degradato quartiere. Quando il padre e il fratello vengono arrestati è lui che deve provvedere al sostentamento della numerosa famiglia, dimostrando di essere davvero un uomo.


Voto 7

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Un altro ritratto dell'infanzia perduta, essenzialmente una storia di formazione. Prendendo spunto dalla realtà, continuando il discorso iniziato con il precedente Mediterranea di due anni prima, incoraggiato e prodotto anche da Martin Scorsese, Jonas Carpignano racconta a cavallo tra la realtà e la finzione di Pino, il cui fratello Cosimo che vive sull'orlo dell'illegalità compiendo piccoli reati per sostenere la famiglia e va in prigione, sente di dover prenderne l’eredità anche se è troppo presto per lui. Ha solo 14 anni e commetterà, per forza di cose, molti errori.

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Deve diventare un piccolo boss dal momento che il mondo è contro di lui e deve difendersi. Impara presto a fronteggiare nemici e sacrificare gli amici, con le lacrime agli occhi, per sostenere la famiglia, grande, affamata, rumorosa. E mentre si avvertono intorno le vittime della raccolta dei pomodori, lui corre, si arrampica, sfugge, nel labirinto dei campi rom per ripararsi tra i muri diroccati della sua casa, con un ritmo incessante. Come un nuovo neo-realismo che discende direttamente dai padri del cinema come Rossellini, Carpignano filma la gente comune e reale, che il egli intervista per trarne la sceneggiatura, tra non poche difficoltà, ma efficacemente in maniera impressionante.

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Se nel film precedente, fatto della stessa materia, descriveva il mondo di due immigrati africani, in questo entra nel mondo della famiglia Amato, realmente esistente e appartenente alla comunità e ne descrive l’incontro con semplicità disarmante: “La prima volta che ho incontrato la famiglia Amato è stata nel 2011 dopo che la mia Fiat Panda, in cui erano le attrezzature della mia prima troupe cinematografica, è stata rubata. Mi trovavo a Gioia Tauro e la prima cosa che si fa quando ti rubano una macchina è quella di rivolgersi agli zingari. Ho visto allora la ciambra, la zona abitata dai rom e mi sono immediatamente innamorato dell'energia del posto. Ho aspettato allora tre giorni per avere indietro la mia macchina solo perché nel frattempo era morto il nonno di Pio (nel mio film, il personaggio di nonno Emilian si ispira a lui) e non si poteva trattare il riscatto della vettura fino a quando non erano terminati i riti funebri. La situazione mi ha talmente impressionato che scrissi allora una prima bozza di sceneggiatura. Parlare della situazione dei rom in Italia non è facile: non sono organizzati in maniera compatta. Alcuni hanno scalato i vertici della criminalità organizzata, altri lavorano come operai al pari degli italiani e altri ancora continuano a vivere come nomadi in squallidi campi di roulotte. Nel mio film, è importante osservare anche il rapporto che i rom nella piana di Gioia Tauro hanno con gli immigrati africani, sollevando questioni inerenti a fattori sociologici sempre più ampi. Ecco perché mi soffermo molto sulla relazione tra Pio e Ayiva.”

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Premi in tutto il mondo, tra cui:

2017 - Festival di Cannes

Premio Europa Cinema Label

2018 - David di Donatello

Miglior regista

Miglior montaggio

Candidatura per miglior film

Candidatura per migliore sceneggiatura originale

Candidatura miglior produttore

Candidatura miglior fotografia

Candidatura miglior suono


 
 
 

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