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A qualcuno piace caldo (1959)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 23 dic 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 2 giu 2023


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A qualcuno piace caldo

(Some Like It Hot) USA 1959 commedia 2h1’


Regia: Billy Wilder

Sceneggiatura: I.A.L. Diamond, Billy Wilder

Fotografia: Charles Lang

Montaggio: Arthur P. Schmidt

Musiche: Adolph Deutsch

Scenografia: Ted Haworth

Costumi: Orry Kelly


Marilyn Monroe: Zucchero "Candito" Kandinsky

Tony Curtis: Joe / Josephine / Junior

Jack Lemmon: Jerry / Daphne

George Raft: "Spats" Colombo / "Ghette" Colombo

Pat O'Brien: det. Mulligan

Joe E. Brown: Osgood Fielding II

Nehemiah Persoff: Piccolo Bonaparte

Joan Shawlee: Sweet Sues (Susy)

Billy Gray: Mr. Poliakoff

George E. Stone: Charlie

Dave Barry: Beinstock


TRAMA: Joe e Jerry, per sfuggire a dei gangster che li vogliono eliminare, entrano a far parte di un'orchestra tutta al femminile diventando Josephine e Daphne. Ambedue però si innamorano di Zucchero Kandinsky, una deliziosa suonatrice di ukulele.


Voto 8,5

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Due jazzisti spiantati, Joe (Tony Curtis) e Jerry (Jack Lemmon), sono testimoni del massacro di San Valentino del 1929 ad opera della gang di Al Capone e fuggono da Chicago con un gruppo musicale tutto al femminile che è diretto a Miami, dovendovi quindi travestire da Josephine e Daphne. Entrambi, nel corso del viaggio e della permanenza, si innamorano di Zucchero Kandinsky, una cantante vulnerabile e troppo amante del bere. Daphne, però, suscita anche le insistenti attenzioni di un bislacco playboy. Le cose si complicano ulteriormente quando il gangster che i due vogliono evitare arrivano allo stesso hotel per uno summit della cosca.

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Questa leggendaria commedia di travestimento è un film straordinariamente divertente, frizzante dall'inizio alla fine, con fantastiche situazioni, gags intelligenti, tempismi perfetti e geniali interpretazioni. La divinità sexy nel pieno del suo fascino - una Marilyn Monroe trasformata in divertente derelitta che sul set fece ammattire i suoi coprotagonisti e il regista - è mitica, così come sono superbi i protagonisti maschili: Tony Curtis nei panni femminili è distaccato, in contrasto con il più disinibito e impagabile Jack Lemmon.

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Il film fu diretto e prodotto in maniera indipendente da Billy Wilder, alla sua seconda collaborazione alla sceneggiatura con I.A.L. Diamond. Il regista non voleva che i suoi protagonisti sollevassero dubbi sulla loro sessualità, dovevano essere smaccatamente etero in modo che la loro fuga a bordo del treno, circondati da tentazioni, risultasse comicamente atroce. Pertanto, dovevano avere una buona ragione per traversi da donna e la minaccia dei killer spietati parve una motivazione abbastanza forte.

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Narra la leggenda che la famosa ultima battuta del film (“Well, nobody's perfect!”, Beh, nessuno è perfetto) venne scritta da Diamond la notte prima di terminare le riprese e proposta ad un riluttante Wilder. Lo sceneggiatore sosteneva che sarebbe risultata molto divertente perché totalmente imprevista, perché che nessuno sia perfetto è infatti l'ultima cosa che pubblico si aspetterebbe davanti alla rivelazione di Daphne che è un uomo. Un altro momento molto magico è quello dell'annuncio del fidanzamento di quest’ultimo: Lemmon che agita le sue maracas in un’assurda estasi è un capolavoro di tempismo comico, che risponde l'accortezza di Wilder di lasciare al pubblico il tempo per ridere tra una battuta e l'altra. Il regista dovette superare anche le obiezioni fattegli per l'uso del bianco e nero, necessario invece per facilitare il trucco degli uomini che sullo schermo a colori sarebbe risultato troppo grottesco. Gli esperti di cinema erano convinti che il film si sarebbe rivelato un disastro perché infrangeva molte regole della commedia: la storia prende piede dopo un feroce omicidio di massa, la sceneggiatura era scritta solo a metà quando iniziarono le riprese, il film dura troppo, eccetera, ma il pubblico impazzì alla sua uscita e impazzisce ancora oggi.

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Difficile scegliere le battute migliori, perché è una mitragliata di dialoghi micidiali, cesellata su una sceneggiatura a orologeria e ad ogni visione se ne scoprono di trascurate. Jack Lemmon che osserva Marilyn ondeggiare “come gelatina”, interrogandosi sulla fisica della falcata femminile, mentre il fischio del treno fa risuonare l’approvazione collettiva: “Te l’ho detto, è un sesso completamente diverso!”. Oppure, “Ciao Jerry, è andato tutto bene?” “Ho tante cose da dirti” “Che è successo?” “Sono fidanzato” “Congratulazioni. Chi è la fortunata?” “Io…”. E il titolo, da dove arriva? “Vuol dire che suona quella musica moderna, il jazz?” “Già, il jazz caldo” “Ah beh, a qualcuno piace caldo... personalmente io preferisco il classico”.

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Oggi è al 14.o nella lista dei 100 migliori film statunitensi di sempre stilata dall’American Film Institute.

Le critiche non mancarono (anche quelle di Pier Paolo Pasolini), ma si sa, nessuno o nulla è perfetto!

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Riconoscimenti

1960 - Premio Oscar

Migliori costumi

Candidatura migliore regia

Candidatura miglior attore protagonista a Jack Lemmon

Candidatura migliore sceneggiatura non originale

Candidatura migliore fotografia

Candidatura migliore scenografia

1960 - Golden Globe

Miglior film commedia o musicale

Miglior attore in un film commedia o musicale a Jack Lemmon

Miglior attrice in un film commedia o musicale a Marilyn Monroe



 
 
 

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