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A Serious Man (2009)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 27 feb 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

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A Serious Man

USA/UK/Francia 2009 commedia 1h46'


Regia: Joel ed Ethan Coen

Sceneggiatura: Joel & Ethan Coen

Fotografia: Roger Deakins

Montaggio: Joel ed Ethan Coen (accreditati come Roderick Jaynes)

Musiche: Carter Burwell

Scenografia: Jess Gonchor

Costumi: Mary Zophres


Michael Stuhlbarg: Larry Gopnik

Richard Kind: zio Arthur

Fred Melamed: Sy Ableman

Sari Lennick: Judith Gopnik

Aaron Wolff: Danny Gopnik

Jessica McManus: Sarah Gopnik

Peter Breitmayer: Mr. Brandt

Brent Braunschweig: Mitch Brandt


TRAMA: 1967. Il professore di fisica Larry Gopnik sta attraversando il suo annus horribilis: viene lasciato dalla moglie Judith che si è innamorata di un suo collega; riceve delle lettere minatorie che rischiano di compromettere la sua carriera all'università e un suo studente lo ricatta. E mentre sua moglie e Sy Ableman progettano allegramente la loro nuova vita insieme, e suo fratello diventa un peso sempre più insostenibile, a peggiorare le cose c'è anche la bella vicina di casa che gli infligge insopportabili tormenti prendendo il sole nuda. Alla ricerca del perduto equilibrio, Larry chiede consiglio a tre rabbini diversi. Ma c'è qualcuno che sia veramente in grado di aiutarlo a superare i suoi problemi e a diventare una persona retta – un mensch: un essere – e seria?


Voto 8


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Per classificarlo viene istintivo catalogarlo come una commedia, ma questa pellicola è così piena di acidità e crudele ironia che il film dei soliti terribili fratelli Coen meriterebbe un genere a sé. Oltretutto, come spesso succede con questi due abili autori, anche se in prima battuta il film dà l’idea della commedia appunto, è molto di più, sottoponendoci in maniera silenziosa, furtiva e subdola, molti interrogativi filosofici ed esistenziali, maggiormente accentuati dall’elemento religioso che predomina in tutta la trama, solo apparentemente astrusa, forse grottesca, ma certamente seriosa. Il titolo non è lì per caso.


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I due entrano a piedi uniti – oh, se fanno male! – nell’argomento spinoso della religione con cui sono cresciuti, quella ebraica, e con la loro tipica irriverenza prendono un timido professore di fisica e lo scaraventano nell’universo spaventoso dei dubbi che assillano l'uomo tutta la vita. Nell’atmosfera di un paesino del Minnesota, dominata dalla musica dei Jefferson Airplane, Larry Gopnik - ennesimo personaggio perdente - è gentile con tutti ma il destino con lui è crudele e beffardo e tutto gli si ritorce contro. Tant’è che la moglie lo rifiuta per il suo carattere, è costretto ad ospitare sul suo divano il fratello disoccupato, il figlio è uno studente svogliato e non si impegna nella scuola ebraica, la figlia gli ruba i soldi per rifarsi il naso, e colmo dei colmi un suo studente lo ricatta. È una vita normale, per un individuo che ne desidera una ordinariamente regolare e anonima? Larry non sa più che pesci pigliare, tanto che si rivolge ai rabbini per essere aiutato almeno moralmente e trovare conforto nella fede. Ammesso che ciò gli possa essere utile.


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La mano con cui i Coen narrano questa storia è spietata e il sorriso è veramente amaro. È sufficiente leggere le frasi sui titoli di testa e alla fine della pellicola:

“Accogli serenamente tutto ciò che ti accade”

e (questa è terribile!) “Nessun ebreo è stato maltrattato durante la realizzazione di questo film”.


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Ad una prima visione può sembrare un film poco incisivo e viene spontaneo considerarlo un film minore, forse anche per lo scarso appeal che ha avuto sul pubblico rispetto ai loro grandi successi, ma è un errore, un grave errore perché rivedendolo con attenzione si scopre molto di più e si apprezzano maggiormente lo stile ironico tipicamente coeniano e la sceneggiatura caratterizzata da dialoghi quasi surreali e, non ultimo, si riesce a rivalutare le capacità di Michael Stuhlbarg. Il bravissimo attore protagonista - che negli anni a seguire è diventato un gigante tra i caratteristi e spesso viene chiamato anche per ruoli importanti - con la sua aria smarrita e depressa è riuscito a guadagnare una candidatura al Golden Globe e che in questi ultimi anni sta finalmente conquistando gli apprezzamenti di tanta critica e tanto pubblico. Diciamo che è veramente bravo e adesso sta raccogliendo i meritati frutti.



 
 
 

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