Above Suspicion - Crimine e desiderio (2019)
- michemar

- 3 dic 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 1 giu 2023

Above Suspicion - Crimine e desiderio
(Above Suspicion) USA 2019 poliziesco 1h44’
Regia: Phillip Noyce
Soggetto: Joe Sharkey (Oltre ogni sospetto)
Sceneggiatura: Chris Gerolmo
Fotografia: Elliot Davis
Montaggio: Martin Nicholson
Musiche: Dickon Hinchliffe
Scenografia: Laurence Bennett
Costumi: Nancy Collini, Ruth E. Carter
Emilia Clarke: Susan Smith
Jack Huston: Mark Putnam
Sophie Lowe: Kathy Putnam
Austin Hébert: Randy McCoy
Karl Glusman: Joe B
Chris Mulkey: Todd Eason
Omar Benson Miller: Denver Rhodes
Kevin Dunn: Bob Singer
Thora Birch: Jolene
Johnny Knoxville: Cash
Brittany O'Grady: Georgia
Brian Lee Franklin: Rufus
Luke Spencer Roberts: Bones
TRAMA: La vera storia di un giovane agente modello dell'Fbi, da poco sposato, che viene assegnato a un paese tra le montagne degli Appalachi, nel Kentucky. Qui, l'uomo intreccia una relazione extraconiugale con una povera donna, che diventa la sua maggiore informatrice e che intravede in lui la sua possibilità di fuga da quel contesto. La relazione si trasformerà in un disastro per entrambi generando uno scandalo senza precedenti che culminerà nella prima condanna in assoluto di un agente dell'FBI per omicidio.
Voto 6

È una storia realmente accaduta e narrata in un romanzo di Joe Sharkey e ha inizio quando la popolazione di una cittadina del Kentucky, Pikeville, sta affrontando un periodo di difficoltà economica e mancanza di lavoro. Come Susan Smith, madre di due bambini e divorziata da Cash, che è costretta a spacciare per guadagnare del denaro e sogna di andar via da quel luogo. In questa cittadina sperduta si trasferisce l’agente federale Mark Putnam con tutta la sua famiglia, dove ha la possibilità di scegliere se occuparsi di casi di droga o di un rapinatore seriale di banche che ha già colpito undici volte. La sua scelta ricade sulla prima opzione e forse sarebbe stato meglio se avesse scelto diversamente.

I guai di Susan erano cominciati presto, quando, da adolescente, era in contatto con uno spacciatore locale e si ritrovò profondamente implicata nella scena della droga della zona, fenomeno che stava crescendo con farmaci da prescrizione e altre sostanze illegali. Quando ora fa conoscenza con l’agente, diventa presto la sua informatrice, facendo leva sul fatto che lei vorrebbe andare in riabilitazione e uscire dal mondo della droga per dare un futuro migliore a lei e ai suoi figli: infatti, ad ogni informazione che rivela Mark le consegna del denaro. Facendogli risolvere più di un caso, entrano anche in un rapporto fin troppo intimo fino ad assumere la natura di una relazione sessuale. Come nel più classico dei casi, quando l’uomo cerca di porre fine alle cose dopo che non aveva più bisogno di lei, la ragazza minaccia di smascherarlo e l'agente dell'FBI è costretto a prendere una decisione estrema.

Phillip Noyce ha indubbiamente la caratteristica di alternare buoni lavori ad altri mediocri e forse, in questa occasione, dato il materiale scottante del soggetto noir abbastanza interessante, avrebbe potuto sviluppare meglio la trama, traendone un thriller poliziesco di buona fattura ed invece resta nella mediocrità. Anche perché la struttura che ha architettato, insieme alla narrazione fuori campo che caratterizza tutto il film, non nasconde molto al pubblico, sin dall'inizio, e poiché il film è per lo più un flashback, il suo disegno non è tanto “il chi” ha commesso il crimine quanto “il perché” lo abbia compiuto.

La voce è quella di Susan, che ascoltiamo nei suoi pensieri mentre guarda indietro nella sua vita e cerca di analizzare quando e come tutto è andato storto. Ma, anche se stiamo guardando tutto attraverso i suoi occhi, il film parla completamente dell’uomo che ha conosciuto e di cui è stata uno strumento nelle sue mani fino al fatale errore. Poteva essere forse una storia, almeno per come è narrata, con una figura femminile più forte, una storia che la mettesse al centro, ed invece l’attenzione cade soprattutto sul carattere impulsivo e iracondo di un uomo che perde la testa.

Nonostante quindi una regia non eccelsa, resta un film che si fa seguire con sufficiente attenzione, anche per merito di una Emilia Clarke mai vista in questi panni: intensa e tenebrosa, al contrario dei suoi tanti personaggi solari e sorridenti. Una buona prova la sua, capace di dare peso ad un personaggio scarsamente scritto e sfrutta al meglio le esplosioni emotive melodrammatiche e accentuate che le viene chiesto di mettere in atto. Jack Huston è molto più rigido, ma se anche al suo personaggio è consentito poco spazio e se la cava egregiamente.
L’aspetto più eclatante di questa vera vicenda è che risulterà come la prima condanna in assoluto di un agente dell'FBI per omicidio.






Commenti