Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà (1969)
- michemar

- 8 nov
- Tempo di lettura: 2 min

Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà
(On Her Majesty's Secret Service) UK 1969 spionaggio 2h22’
Regia: Peter Hunt
Soggetto: Ian Fleming (romanzo)
Sceneggiatura: Richard Maibaum
Fotografia: Michael Reed
Montaggio: John Glen
Musiche: John Barry
Scenografia: Syd Cain
Costumi: Marjorie Cornelius
George Lazenby: James Bond
Diana Rigg: Teresa “Tracy” Di Vicenzo
Telly Savalas: Ernst Stavro Blofeld
Gabriele Ferzetti: Marc-Ange Draco
Ilse Steppat: Irma Bunt
Angela Scoular: Ruby Bartlett
Lois Maxwell: Miss Moneypenny
Catherine Schell: Nancy
George Baker: Sir Hilary Bray
Bernard Lee: M
Bernard Horsfall: Shaun Campbell
Desmond Llewelyn: Q
Yuri Borienko: Grunther
Virginia North: Olympe
TRAMA: James Bond, l'agente 007 con licenza di uccidere, è nuovamente sulle tracce della organizzazione criminale Spectre. Le indagini lo portano questa volta in una misteriosa villa sulle Alpi svizzere.
VOTO 7

Nel 1969, la saga di James Bond compie una svolta audace: Sean Connery abbandona il ruolo iconico e al suo posto arriva George Lazenby, un volto nuovo e inesperto, e ne scaturisce un capitolo atipico, romantico e abbastanza profondo, con un certo fascino malinconico.


La trama si apre con Bond che salva Tracy Di Vicenzo dal suicidio. Da lì nasce una relazione intensa, fatta di passione e dolore. Tracy non è la solita Bond girl: è forte, tormentata, e conquista il cuore dell’agente segreto. Il loro amore culmina in un matrimonio che, nel finale, si trasforma in tragedia. La scena della morte di Tracy è tra le più strazianti dell’intera saga. Un Bond, quindi, innamorato e più vulnerabile di quello che ci si può aspettare.


Il villain è Ernst Stavro Blofeld, interpretato da Telly Savalas, che si nasconde in una clinica alpina sotto il nome di Conte de Bleauchamp. Il suo piano ha lo scopo di diffondere un virus attraverso giovani donne affette da allergie. Bond si infiltra sotto mentite spoglie, ma viene scoperto e costretto a una fuga mozzafiato tra le nevi svizzere.


La leggenda narra che, dietro le quinte, il clima era teso. George Lazenby, scelto quasi per caso, si scontrò con i produttori e non tornò nei film successivi. Eppure, la sua interpretazione, inizialmente criticata, è stata rivalutata negli anni. Il film incassò bene e oggi è considerato da molti un gioiello sottovalutato della serie. La colonna sonora di John Barry è memorabile, soprattutto il brano “We Have All the Time in the World” cantato da Louis Armstrong, che accompagna l’amore tra Bond e Tracy. Un tema che ritorna nel finale, rendendo ancora più struggente l’epilogo.


Salta agli occhi in maniera evidente che questo è un Bond più umano, quello che mostra il cuore dietro la pistola e le sue mirabolanti avventure spericolate. Un film che osa, emoziona e lascia il segno.



Riconoscimenti
Golden Globe 1970
Candidatura miglior attore debuttante George Lazenby






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