Agente 007 - Si vive solo due volte (1967)
- michemar

- 25 ott
- Tempo di lettura: 3 min

Agente 007 - Si vive solo due volte
(You Only Live Twice) UK, Giappone, USA 1967 spionaggio 1h57’
Regia: Lewis Gilbert
Soggetto: Ian Fleming
Sceneggiatura: Roald Dahl
Fotografia: Freddie Young, Thelma Connell
Musiche: John Barry
Scenografia: Ken Adam
Costumi: Brian Owen-Smith
Sean Connery: James Bond
Akiko Wakabayashi: Aki
Tetsurō Tamba: Tigre Tanaka
Mie Hama: Kissy Suzuki
Teru Shimada: Osato
Karin Dor: Helga Brandt
Donald Pleasence: Ernst Stavro Blofeld
Lois Maxwell: Miss Moneypenny
Desmond Llewelyn: Q
Charles Gray: Dikko Henderson
Bernard Lee: M
TRAMA: L’organizzazione criminale Spectre cattura in orbita navicelle spaziali di Stati Uniti e Urss. I due paesi si accusano reciprocamente del brutto scherzo. Scopo dell’azione è provocare una Terza Guerra Mondiale. La missione di James Bond consiste nel penetrare nel vulcano spento dell’isola giapponese dove è nascosta la base operativa dei criminali.
VOTO 6,5

Nel quinto film della saga, la navicella spaziale americana della NASA Jupiter 16 viene dirottata dall’orbita da un’astronave non identificata. Gli Stati Uniti sospettano che sia opera dell’Unione Sovietica, ma gli inglesi sospettano il coinvolgimento del Giappone poiché la base britannica di Singapore ha rilevato il misterioso oggetto che atterrava in un luogo imprecisato del Mar del Giappone. Per indagare, l’agente dell’MI6 James Bond viene inviato a Tokyo, dopo aver finto la propria morte a Hong Kong ed essere stato sepolto in mare dalla HMS Tenby.

Se si pensa che James Bond sia solo smoking e martini, meglio prepararsi mentalmente ad un viaggio spaziale, perché il quinto film della saga con Sean Connery abbandona il classico spionaggio per tuffarsi in un’avventura fantascientifica piena di razzi, capsule spaziali e basi segrete sotto vulcani spenti. Bond, infatti, viene spedito in Giappone per indagare su misteriose capsule spaziali che “divorano” navicelle americane. Tra inseguimenti a Tokyo, elicotteri armati e una base sotterranea da far esplodere, il nostro 007 si ritrova in una missione che potrebbe evitare la Terza Guerra Mondiale.

Sean Connery è sempre lui: elegante, ironico, ma qui un po’ più stanco del solito. Forse si annoia? Forse sì, ma resta impeccabile nel lanciare battute e affrontare combattimenti. Accanto a lui, una serie di affascinanti attrici giapponesi (tutte dai nomi complicati), un alleato locale interpretato da Tetsurō Tamba e un cattivo memorabile: Donald Pleasence nei panni del grottesco Blofeld.

Akiko Wakabayashi, nel ruolo di Aki, è la bond girl principale: il suo personaggio fu ideato appositamente per il film ed è un'agente dei Servizi Segreti giapponesi che instaura un saldo legame con Bond. Rimane vittima di un tentativo di avvelenamento indirizzato alla spia e muore al posto suo.

La regia stavolta tocca a Lewis Gilbert, mentre la sceneggiatura porta la firma di Roald Dahl (l’autore de La fabbrica di cioccolato), che, prendendo solo lo spunto e l’ambientazione dal romanzo di Ian Fleming, scrive puro cinema d’azione e fantascienza.

La base segreta sotto il vulcano è talmente spettacolare che è degna di una esposizione futuristica di fantascienza. Ciò ha comportato per i celebri produttori Saltzman e Broccoli spese mirabolanti per i tempi (si parla di circa 10 milioni di dollari): colori vivaci, riprese mozzafiato in Giappone e una durata forse un po’ eccessiva di quasi 2 ore che, con qualche scena tagliata, poteva essere più adeguata alla storia.

In ogni caso, la visione è piacevole ed il film è, contrariamente al solito, rumoroso e anche abbastanza violento, ma ciò che conta è che è anche divertente. Nonostante gli eccessi, il film riesce a intrattenere, soprattutto chi ama l’iperbole spettacolare.
Bond, mentre spoglia Helga Brandt: “Ah, che cosa non si deve fare per la Regina e per il Paese...”

Riconoscimenti
BAFTA 1968
Candidatura miglior scenografia






Commenti