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Ammonite - Sopra un'onda del mare (2020)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 12 dic 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 29 mag 2023


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Ammonite - Sopra un'onda del mare

UK/Australia/USA 2020 dramma biografico 2h


Regia: Francis Lee

Sceneggiatura: Francis Lee

Fotografia: Stéphane Fontaine

Montaggio: Chris Wyatt

Musiche: Dustin O'Halloran, Volker Bertelmann

Scenografia: Sarah Finlay

Costumi: Michael O'Connor


Kate Winslet: Mary Anning

Saoirse Ronan: Charlotte Murchison

Gemma Jones: Molly Anning

James McArdle: Roderick Murchison

Alec Secăreanu: dott. Lieberson

Fiona Shaw: Elizabeth Philpot


TRAMA: Nell'Inghilterra del 1840, l'acclamata ma trascurata cacciatrice di fossili Mary Anning e una giovane donna inviata in convalescenza in riva al mare sviluppano una relazione intensa, che altera per sempre entrambe le loro vite.


Voto 6,5

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Il regista Francis Lee si è interessato a questa particolare storia biografica – solo parzialmente confermata dagli esperti in materia come pure da due discendenti della paleontologia protagonista, sollevando anche dubbi sull’accuratezza storica del film – di Mary Anning allorquando egli stava cercando un fossile come regalo e informandosi sulla figura della studiosa e leggendo tutto il possibile sul suo conto ne rimase affascinato. Ciò che lo attirava erano le questioni relative alla classe, al sesso e al contesto in cui le vicende si svolsero. Egli non riusciva a resistere davanti ad una figura come quella di Mary: una donna della classe operaia che, quasi senza alcun tipo di istruzione o formazione, lavorava lungo la zona costiera spietata e pericolosa della contea di Dorset da quando, appena undicenne, fu costretta dalle circostanze a diventare capofamiglia in seguito alla morte del padre. Nonostante le avversità, le sue scoperte hanno segnato la paleontologia ma mai nessuno dei suoi contemporanei riconobbe l'importanza del suo lavoro: non si poteva accettare in una società profondamente patriarcale e classista come quella inglese che una donna avesse raggiunto tali risultati da autodidatta. Nessun suo contemporaneo si interessò a lei scrivendo una riga sul suo conto. Forse è proprio per questi motivi che il regista e sceneggiatore ha scelto anche di ricamare una scrittura che può risultare un po’ forzata e romanzata, senza però nulla togliere alle intenzioni iniziali che sono da elogiare.

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Siamo nella prima metà dell’800, Mary Anning vive a Lume Regis, un paesino di poche anime nella contea del Dorset, nel sud dell’Inghilterra, affacciato sulla Manica, noto per essere il luogo ove sono ambientati i romanzi Persuasione di Jane Austen, La donna del tenente francese di John Fowles e Strane creature di Tracy Chevalier. È il luogo scelto da Roderick Murchison, un uomo appassionato di fossili e che ha la moglie ammalata, per coltivare il suo hobby e parlare con l’esperta del luogo e per far soggiornare la giovane e bella consorte Charlotte, sperando che l’aria marina la faccia guarire meglio. Anzi va a finire che la affida proprio alla studiosa, nonostante questa non ne abbia voglia e soprattutto, oltre al suo carattere scontroso e chiuso, per le scarse possibilità finanziarie: la sua attività consiste nella ricerca dei reperti sulla costa scogliosa del luogo e nella scarsa vendita nel negozietto della casa con l’aiuto dell’anziana madre. Mary campa sulla soglia della povertà ma non può permettersi di rifiutare la proposta e le difficoltà si rivelano anche di altra natura. Lei non ha un carattere facile, è burbera anche con l’ospite, la quale, pur accorgendosi della scomoda situazione, si dimostra affabile e disponibile e pian piano conquista l’amicizia e la fiducia della padrona di casa. Fino alla inaspettata evoluzione del rapporto che scivola lentamente verso un legame affettuoso e gentile, fino al momento in cui si trasforma in un vero sentimento d’amore e attrazione fisica, complice la forzata convivenza e l’unico letto a disposizione delle due donne. Il signor Roderick Murchison non è mai stato premuroso come Charlotte aveva sperato e la solitudine di entrambe, la consapevolezza di essere sole, le affinità e l’intesa che nascono le spingono l’una verso l’altra, nelle braccia dell’altra. I primi giorni non erano stati facili, fatti invece di scontri continui. Le due donne sono provenienti da mondi completamente diversi e trovare un punto d'incontro non è facile. Nonostante siano separate da sfere sociali e personalità agli antipodi, a poco a poco esse scoprono che ognuna può offrire all'altra ciò che da sempre hanno avuto bisogno. Ciò segnerà l'inizio di una storia d'amore intensa che sfiderà ogni limite sociale alterando inevitabilmente il corso delle loro esistenze.

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Ciò che divide le due donne, che non fanno per nulla caso alla leggera ma esistente differenza di età, sostanzialmente è il divario della classe sociale con le conseguenti aspettative future, tanto che nello sviluppo del loro destino influirà parecchio nella difficile e riottosa soluzione finale che sarà presa con diverso atteggiamento ma che acquieterà il loro animo. Sfideranno l’ambiente – certamente ostile, dati i tempi - e la società, spinte dal bisogno l’una dell’altra. Francis Lee lascia esprimere due attrici che sanno indubbiamente percorrere il cammino che si prospetta, consapevoli di interpretare due ruoli non facili in cui si può sbagliare atteggiamento ed espressività: se Saoirse Ronan si adegua al ruolo di bella e infelice naturalmente portata per i personaggi in costume, Kate Winslet deve ancora imbruttirsi (come successo nella riuscita serie Omicidio a Easttown) per entrare nei vestiti della scontrosa Mary Anning, assumerne l’isolamento e il carattere quasi misantropo necessari. Sguardi sinceri ed esuberanti dell’una opposti agli occhi bassi e scorbutici dell’altra, vestiti (premiati dagli Oscar europei dell’EFA 2021, di Michael O'Connor) eleganti della prima contrastanti con la mise povera e consumata della seconda, occhi chiari per il sorriso aperto verso il futuro di Charlotte che cercano quelli blu intenso che non aspettano più nulla dalla vita. La paziente attività di ricerca dei fossili, la meticolosa pulizia delle impurità, la accurata catalogazione negli scaffali del negozietto sono la materializzazione del disseppellimento dei sentimenti nascosti nel fango del cuore, l’uno deluso dalla vita matrimoniale, l’altro appassito e indurito dalla solitudine anche fisica. L’esplosione della gioia amorosa e del sesso mai immaginato è una totale sorpresa per entrambe, forse un po’ troppo realizzato dalla regia per due donne che sicuramente non l’avevano mai pensato e quindi praticato. Ed invece Francis Lee ci spiazza con un paio di scene che possono ricordare la passione irrefrenabile de La vita di Adele, di cui almeno una sequenza che (non così esplicita) dura qualche minuto. Scene evidentemente ritenute essenziali dal regista per significare la forte attrazione che andava maturando, inevitabile. La vita stretta dai lacci di quei costumi si allarga a quel nuovo orizzonte, come un drammatico e sentimentale romanzo ottocentesco in cui l’amore va oltre le barriere personali e sociali.

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Ho avuto l’impressione che Francis Lee influisca poco se non per lo stretto necessario e cerchi di inseguire la bravura delle due attrici, anche perché Kate Winslet è talmente brava che da sola vale più di tutto il film. Senza nulla togliere al talento naturale della irlandese Saoirse Ronan, l’attrice britannica è superlativa come sempre, è una donna che non butta mai al vento i personaggi che affronta, vi si identifica fino al punto di trascurare il corpo pur di “essere” quella che deve rappresentare. L’insieme delle caratteristiche anche tecniche (i bellissimi costumi già menzionati; la esaltante fotografia di Stéphane Fontaine, già elogiata per Il profeta, Un sapore di ruggine e ossa, Tutti i battiti del mio cuore, Captain Fantastic, Jackie, Elle; la scenografia di Sarah Finlay che passa dalla luce scarsa delle candele degli interni alla natura spazzata dal vento degli esterni, fino alle coste selvagge che l’argomento e il mare ondoso ricordano persino il meraviglioso Lezioni di piano e Ritratto della giovane in fiamme; la lentezza narrativa mossa solo dalle iniziative della giovane donna), insomma il film in complesso è una buona opera in costume che muove da una pietra paleozoica per giungere ad un cuore indurito che può essere reso malleabile solo dal sentimento. Appassionante il giusto, merita la sufficienza piena, anche, va ribadito ancora, per la presenza di un’attrice superba come Kate Winslet.



 
 
 

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