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Amore & altri rimedi (2010)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 13 giu 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 10 lug 2024


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Amore & altri rimedi

(Love & Other Drugs) USA 2010 commedia drammatica 1h52’


Regia: Edward Zwick

Soggetto: Jamie Reidy (Hard Sell: The Evolution of a Viagra Salesman)

Sceneggiatura: Charles Randolph, Edward Zwick, Marshall Herskovitz

Fotografia: Steven Fierberg

Montaggio: Steven Rosenblum

Musiche: James Newton Howard

Scenografia: Patti Podesta

Costumi: Deborah L. Scott


Anne Hathaway: Maggie Murdock

Jake Gyllenhaal: Jamie Randall

Judy Greer: Cindy

Gabriel Macht: Trey Hannigan

Josh Gad: Josh Randall

Oliver Platt: Bruce Jackson

Hank Azaria: dottor Stan Knight

Jill Clayburgh: Nancy Randall

George Segal: dottor James Randall

Katheryn Winnick: Lisa

Jaimie Alexander: Carol


TRAMA: Maggie è una giovane donna moderna che si sente libera solo se nessuno la mette sentimentalmente al laccio. Troverà però pane per i suoi denti quando incontrerà Jamie, giovanotto di successo e dal grande charme, la cui capacità di sedurre le donne è inferiore solo a quella di piazzare le sue merci, i farmaci. La loro relazione si evolverà e li sorprenderà entrambi, scoprendoli infine inerti di fronte alla più potente droga di tutte: l'amore.


Voto 6,5

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Edward Zwick, dopo alcuni film d’azione e spettacolari (Attacco al potere, L'ultimo samurai, Blood Diamond - Diamanti di sangue, Defiance - I giorni del coraggio) torna a qualche sua precedente esperienza in fatti sentimentali, ma, si badi bene, con un soggetto – tratto da un romanzo, a quanto pare, non del tutto di finzione – molto serio che incrocia sia l’amore che la malattia, mai trattati alla ricerca del sentimentalismo facile e di cassetta. Siamo, infatti, nel periodo del boom della medicina tanto amata e ricercata dagli uomini per due motivi ben precisi: disfunzione erettile e mania di superprestazioni sessuali. Il Viagra, parola magica che a cavallo della fine del secolo scorso ed il nuovo ebbe una grande clamore.

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Jamie Randall (Jake Gyllenhaal) è all’inizio della carriera in qualità di rappresentante della famosa casa farmaceutica Pfizer proprio in quegli anni fine ‘90. Inizialmente ha difficoltà a raggiungere le quote che si era prefissato e che rappresenterebbero un sicuro guadagno, con grande dispiacere del suo partner esperto, Bruce (Oliver Platt). Poi succede che in ditta arriva il brevetto del Viagra e lui, eccellente parlatore, dotato di eloquenza capace di convincere l’ascoltatore (dote che sfrutta anche per la conquista delle donne) diventa rapidamente una star, data la notevole richiesta che si sviluppa. Il suo miglior cliente è dottor Stan Knight (Hank Azaria), sempre su di giri e affamato di successi sessuali. Nel frattempo, Jamie intraprende una relazione con una delle pazienti di questo medico, l'impulsiva ma fragile Maggie (Anne Hathaway). Lei, poverina, già all'età di 26 anni, ha sperimentato l'insorgenza precoce di una brutta bestia di malattia, il Parkinson, e, come meccanismo di difesa, si è isolata dalle relazioni umane e soprattutto amorose. Lui è determinato a violare quei muri ma neanche la sua nota oratoria e i suoi modi sicuri paiono poter sconfiggere le difficoltà.

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Prima di tutto va detto che il film non è una delle solite storie d’amore che vanno di moda nel cinema, specialmente nel campo adolescenziale (i due protagonisti sono giovani ma maturi) ed evita i rituali espedienti che si utilizzano nelle più classiche storie sentimentali. E non solo: Zwick evita anche di sfruttare la malattia come perno della narrazione, che è invece la relazione tra due persone che si sentono attratte, di cui una ha paura di non essere pronta. I problemi che incontrano Jamie e Maggie sono quelli affrontati da molte coppie in cui l'apertura emotiva può essere una barriera e dove la malattia di uno dei partner crea uno squilibrio di impegno: l’uno deve dare di più per venire incontro all’altra. La scelta del regista è rivolta a sequenze di sesso e nudi solo fin quando, all’inizio, i due sono spinti maggiormente dall’attrazione fisica, poi, diventando più importante il lato emotivo e psicologico, queste non hanno più ragioni di essere ai fini del racconto e si passa ad un registro più serio.

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Forse, impegnandosi di più, il regista avrebbe potuto affrontare polemicamente anche il discorso affaristico e strettamente industriale delle case farmaceutiche ed indagare maggiormente tra i panni sporchi delle imprese che, con l’affacciarsi di malattie nuove o nuovi brevetti, perdono del tutto l’etica morale e cercano di realizzare i massimi profitti (come forse è successo anche con la tremenda pandemia che abbiamo vissuto). La manipolazione dei medici e dei pazienti è l’arma nascosta che spesso esse usano anche tramite i loro venditori. In pratica, il film punta più sulle problematiche delle coppie come questa e sulle difficoltà da superare che sugli aspetti morali su cui si poteva indagare. Ma non era questo lo scopo del film. Che inizialmente ha il sapore della commedia ma pian piano si trasforma in un racconto drammatico. Ed in ciò Edward Zwick sa gestire i cambi di registro.

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Operazione riuscita più che discretamente, per un film piacevole che fa anche riflettere e che ha come piatto forte la presenza di due beniamini dello schermo: Anne Hathaway e Jake Gyllenhaal sono molto bravi, anche per l’esperienza precedente avuta in I segreti di Brokeback Mountain. Hanno la chimica necessaria per poter far funzionare il film e il loro lavoro, e poi sono belli e simpatici in questi personaggi.

Buon film, in cui lo spettatore può sbagliare (come è successo a me) sottovalutandolo, perché, oltre ad essere interessante, è ben confezionato e recitato.


Riconoscimenti

2011 – Golden Globe

Candidatura per miglior attrice in un film o commedia musicale a Anne Hathaway

Candidatura per miglior attore in un film o commedia musicale a Jake Gyllenhaal



 
 
 

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