Anything Else (2003)
- michemar

- 2 set 2023
- Tempo di lettura: 5 min

Anything Else
USA/Francia/UK 2003 commedia 1h48’
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Fotografia: Darius Khondji
Montaggio: Alisa Lepselter
Scenografia: Santo Loquasto
Costumi: Laura Jean Shannon
Jason Biggs: Jerry Falk
Christina Ricci: Amanda Chase
Woody Allen: David Dobel
Stockard Channing: Paula Chase, la madre di Amanda
Danny DeVito: Harvey Wexler, l'agente di Jerry
David Conrad: dr. Phil Reed, l'analista di Jerry
Erica Leerhsen: Connie
Adrian Grenier: Ray Polito
KaDee Strickland: Brooke
Jimmy Fallon: Bob Styles
TRAMA: Jerry Falk, autore ebreo newyorkese di testi comici, sogna di scrivere il romanzo della sua vita. Jerry è irresistibilmente attratto dalla compagna di un suo amico, l'aspirante attrice Amanda. Ben presto, però, costei lo tradisce e Jerry trova la soluzione dei propri problemi negli illuminati consigli di David Dobel, un anziano professore conosciuto per caso a Central Park.
Voto 6,5

Grosso modo, i primi anni del XXI secolo sono stati avari di buone novità nella lunga carriera di Woody Allen e doppo qualche passaggio di certo inferiore alle attese (La maledizione dello scorpione di giada, Hollywood Ending, questo film e Melinda e Melinda, quasi stanchi esercizi del suo eterno talento), torna in cima con Match Point e Scoop, due film londinesi che gli aprono il panorama delle più importanti città europee. In questo film fa un passo indietro ed invece di indossare i panni del protagonista fa da spalla al giovane Jerry Falk (Jason Biggs), un autore comico che non riesce a sfondare nel mondo dello spettacolo anche (o soprattutto?) a causa del suo agente incompetente Harvey Wexler (Danny DeVito). Per di più, si ritrova ormai da anni a languire in analisi dietro le cure d'un apatico e laconico psicologo, personaggio che nei film dell’autore non può mancare. Anzi, è proprio David che in pratica lo sostituisce, dando continuamente consigli su come cavarsela e principalmente mostrandogli la strada da seguire: lasciare l’infedele compagna, abbandonare l’agente, partire assieme verso l’ovest americano, verso Los Angeles, dove hanno trovato un buon contratto come scrittori di show televisivi, salvo poi farlo partire solo perché (ma questo è un pretesto tutto alleniano) è stato accusato d'omicidio e quindi sarà costretto a vivere da latitante (!).
Il titolo scaturisce da una frase pronunciata all’inizio e alla fine del film, facendo chiudere il cerchio e riducendo la filosofia esistenziale ad una semplice esclamazione. Il primo a pronunciarla è un tassista (filosofo, come capita in tanti film americani degli anni d'oro), il quale parlando del più e del meno conclude “You know? It's like anything else!” (Lo sai, no? È come tutto il resto!). Insomma, qualsiasi cosa ci accada, che volete, non è mai nulla di eccezionale, la vita va così e bisogna cavarsela. Vediamo infatti come va a questo giovane umorista che non riesce a sfondare nel suo campo e quanti imprevisti gli succedono.
Jerry e David Dobel (Woody Allen), che si incontrano durante un incontro di lavoro, diventano subito amici. La loro comunanza è che sono entrambi scrittori di commedie alle prime armi con sede a New York, che scrivono in gran parte materiale per cabaret, sono ebrei (sebbene David sia un ateo, lo dice sempre Woody) e sono ciascuno alla sua maniera un concentrato di nevrosi diverse. La loro grande differenza è che Jerry ha ventuno anni, mentre David ne ha sessanta, con quaranta anni in più di esperienza di vita, conoscenza e conflitti interiori. Mentre Jerry scrive a tempo pieno - sta anche lavorando a un romanzo - David ha mantenuto il suo lavoro quotidiano come insegnante di scuola pubblica per ogni evenienza. Nella loro relazione, David diventa in qualche modo il mentore di Jerry, fornendo consigli sui problemi della vita, la maggior parte dei quali ruota attorno al fatto che questi è bloccato dalla sua stessa inerzia, avendo sempre la difficoltà a lasciare qualcuno. Ecco perché Jerry vive ancora con l'unico manager che abbia mai avuto e non solo è il suo unico cliente (il che è una testimonianza della sua inefficacia nel lavoro), ma ha anche una commissione del venticinque per cento come previsto nel loro contratto, che vuole estendere per altri sette anni. Ecco perché Jerry è ancora in terapia con uno psichiatra che non gli ha fatto nulla di buono e che gli ha consigliato di restare in terapia con lui invece di accettare un lavoro a Los Angeles. Ma questo non potersene andare vale in gran parte per la sua vita amorosa: Jerry ha già un divorzio. Ha problemi con la sua attuale fidanzata Amanda (Christina Ricci), che crede sia l'amore della sua vita. Si era innamorato di lei a prima vista, quando lui aveva già una relazione di convivenza con Brooke (KaDee Strickland) e Amanda usciva con l'amico di Jerry, Bob Stiles (Jimmy Fallon). Anche dopo che lui ha iniziato a vivere con la ragazza, non è riuscito a parlare apertamente con l’altra della situazione. Ma ultimamente sta andando male anche con questa, che sicuramente non solo lo manipola, ma si concentra sulle cose che tra loro li rendono veramente compatibili, ignorando molte altre cose che li rendono incompatibili. I guai aumentano quando la madre di lei, che sta cercando di ritrovare se stessa, si è trasferita da loro nel piccolo appartamento. Un disastro!

Caratterizzato come sempre da dialoghi fitti e di battute divertenti, sardoniche, a raffica fino al punto di perdere alcune frasi riuscite, nichiliste e pessimiste (non sarebbe Woody, altrimenti), è un film che sommessamente urla contro le relazioni tossiche, che spinge a liberarsi dei lacci e laccetti che limitano l’esistenza, e quindi guardare altrove, per cambiare finalmente registro. “Ho avuto una giornataccia. Ok, mi alzo e mi metto la camicia, e un bottone cade per terra. Poi salgo in macchina, apro la portiera e la maniglia cade per terra. E adesso ho paura di andare in bagno!” Oppure: “Ho litigato con due vigili. Stavano insinuando che Auschwitz fosse solo un parco a tema.”

Un film che potremmo anche definire minore nella filmografia del regista, ma che eppure ha tante verità, anche se scomode. Tra i tanti luoghi in cui si sviluppa la trama, centrale è il Central Park, dove i due si incontrano e l’anziano incoraggia e consiglia il giovane a dare una sterzata alla vita e a distinguere le persone di cui fidarsi. Poi, vuoi mettere il fascino di Los Angeles, dove le prospettive sono migliori? Che vuoi che sia, al massimo sarà come tutto il resto! Se proprio si vuol fare una critica alla sceneggiatura, forse è un po’ troppo giovane il protagonista per essere uno scrittore ma è un fatto del tutto secondario: ciò che conta da decenni negli scritti del nostro Woody Allen è il contenuto, la morale e il messaggio, anche se sempre poco positivo. È che, come tanti suoi film, andrebbe visto al rallentatore, per non perdere le micidiali battute. “Anni fa, Falk, un meraviglioso scrittore comico scrisse un libro molto divertente con un titolo veramente profondo e significativo. Si chiamava: ‘Mai fidarsi di un autista d'autobus nudo’. Beh', tu non t'immagini quante persone fanno esattamente questo, e anche di peggio.”
Mai fidarsi di un autista d'autobus nudo…














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