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Apocalypse Now (1979)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 19 ago 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 30 giu

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Apocalypse Now

USA 1979 guerra 2h34’, 3h3’ (final cut), 3h23' (vers. Redux)


Regia: Francis Ford Coppola

Soggetto: Joseph Conrad (Heart of Darkness)

Sceneggiatura: John Milius, Francis Ford Coppola, Michael Herr (narrazione)

Fotografia: Vittorio Storaro

Montaggio: Lisa Fruchtman, Gerald B. Greenberg, Walter Murch

Musiche: Carmine e Francis Ford Coppola

Scenografia: Dean Tavoularis, Angelo P. Graham

Costumi: Luster Bayless, Norman A. Burza, Dennis Fill, Charles E. James, George L. Little


Martin Sheen: cap. Benjamin L. Willard

Robert Duvall: ten. col. William "Bill" Kilgore

Marlon Brando: col. Walter E. Kurtz

Laurence Fishburne: Clean

Dennis Hopper: il fotoreporter

Frederic Forrest: Jay "Chef" Hicks

Harrison Ford: col. Lucas

Albert Hall: George Phillips


TRAMA: Kurtz, colonnello dell'esercito statunitense nel Sud Est asiatico, è uscito dai ranghi, ha sconfinato in Cambogia con i suoi uomini e ha costituito una sorta di impero personale, combattendo una guerra privata. Al capitano Willard è affidato il compito di raggiungere Kurtz nel suo territorio ed eliminarlo. Sarà una missione terribile.


Voto 9,5


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“L’orrore! L’orrore!”

Durante la guerra in Vietnam, il capitano Willard (un Martin Sheen sconsolato, disincantato, rassegnato) riceve l’ordine di trovare il colonnello delle forze speciali Kurtz, divenuto un ribelle solitario, e di porre fine al suo comando. Il viaggio di Willard è un’avventura ma anche una evidente allegoria sulla follia della guerra e la storia di un percorso interiore. Sul finale, con l’entrata in scena dell’immenso Marlon Brando, il film si interroga filosoficamente sugli insondabili misteri della pazzia e del male. È un’opera epica, quella di Francis Ford Coppola, sceneggiata tra l’altro anche da un cineasta particolarmente guerrafondaio, come John Milius, girata tra mille difficoltà: i quattro mesi previsti per le riprese nelle Filippine diventarono otto; Martin Sheen, a 36 anni, fu vittima di un attacco cardiaco e mancò dal set per cinque settimane: Brando si presentò sovrappeso e impreparato, costringendo gli autori ad una riscrittura quasi completa della sua parte.


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Un’opera sfarzosa e sconvolgente, ricca di scene indimenticabili, il film si apre con la sequenza potente di Willard che si dibatte in preda agli incubi accompagnata dal brano dei Doors e per tutta la durata si viene accompagnati dal commento fuori campo, aggiunto in sede di montaggio, di Michael Herr. Una serie di incontri al limite del surreale sono le tappe del racconto, tra cui quello con il colonnello Kilgore (un cult, il personaggio di Robert Duvall) uno dei militari più esaltati della storia del cinema. E poi il logorroico e stralunato fotoreporter (Dennis Hopper) ed infine il delirante colonnello Kurtz.


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Opera monumentale – la versione redux è ricca di ben 50 minuti circa in più, tra cui la sequenza molto lunga in cui il capitano Ben Willard prende una pausa del suo viaggio per sostare nella casa dei coloni francesi, sequenza molto importante per capire le ragioni della presenza di quegli europei in Indocina - di una bellezza stravolgente e lacerante, una vera pietra miliare nella filmografia e nella recitazione, in cui si può ammirare ancora una volta (ovviamente nella versione originale) la grandezza di un attore irripetibile come Marlon Brando.


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"Io ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non ha il diritto di chiamarmi assassino. Ha il diritto di uccidermi, ha il diritto di far questo... però non ha il diritto di giudicarmi. È impossibile trovare le parole... per descrivere... ciò che... è necessario a coloro che non sanno ciò che significa l'orrore. L'orrore ha un volto... e bisogna farsi amico l'orrore. Orrore. Terrore morale e orrore sono i tuoi amici ma, se non lo sono, essi sono nemici da temere, sono dei veri nemici."


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Riconoscimenti

1980 - Premio Oscar

Migliore fotografia

Miglior sonoro

Candidatura miglior film

Candidatura migliore regia

Candidatura miglior attore non protagonista a Robert Duvall

Candidatura migliore sceneggiatura non originale

Candidatura migliore scenografia

Candidatura miglior montaggio

1980 - Golden Globe

Migliore regia

Miglior attore non protagonista a Robert Duvall

Miglior colonna sonora

Candidatura miglior film drammatico

1980 - Premio BAFTA

Migliore regia

Miglior attore non protagonista a Robert Duvall

Candidatura miglior film

Candidatura miglior attore protagonista a Martin Sheen

Candidatura migliore fotografia

Candidatura migliore scenografia

Candidatura miglior montaggio

Candidatura miglior sonoro

1979 - Festival di Cannes

Palma d'oro

Premio FIPRESCI



 
 
 

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