Asteroid City (2023)
- michemar

- 2 giu 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Asteroid City
Germania/USA 2023 commedia 1h45’
Regia: Wes Anderson
Sceneggiatura: Wes Anderson
Fotografia: Robert D. Yeoman
Montaggio: Barney Pilling
Musiche: Alexandre Desplat
Scenografia: Adam Stockhausen
Costumi: Milena Canonero
Jason Schwartzman: Augie Steenbeck
Scarlett Johansson: Midge Campbell
Tom Hanks: Stanley Zak
Jeffrey Wright: generale Gibson
Tilda Swinton: dott.ssa Hickenlooper
Jake Ryan: Woodrow
Bryan Cranston: presentatore serie tv
Edward Norton: Conrad Earp
Adrien Brody: Schubert Green
Liev Schreiber: J.J. Kellogg
Hope Davis: Sandy Borden
Grace Edwards: Dinah
Steve Park: Roger Cho
Rupert Friend: Montana
Maya Hawke: June Douglas
Steve Carell: manager del motel
Matt Dillon: meccanico
Hong Chau: Polly
Willem Dafoe: Saltzburg Keitel
Margot Robbie: moglie defunta di Steenbeck
Tony Revolori: aiuto del generale Gibson
Aristou Meehan: Clifford
Sophia Lillis: Shelly
Ethan Josh Lee: Ricky
Ella Faris: Andromeda
Willan Faris: Cassiopea
Gracie Faris: Pandora
Jeff Goldblum: alieno
TRAMA: In una cittadina statunitense isolata nel deserto, si tiene l’annuale Junior Stargazer, convention di astronomia che accoglie studenti e genitori di tutto il paese, riuniti per partecipare a competizioni scolastiche, ma anche per godersi una vacanza educativa e del meritato riposo. In realtà è la produzione in diretta di un documentario sulla creazione e la realizzazione di Asteroid City, un’opera teatrale fittizia ambientata in un programma televisivo e realizzata dal famoso drammaturgo Conrad Earp.
Voto: mah!

Come ben sappiamo, esistono due notissimi registi di successo che di nome fanno Anderson: uno è Wes, l’altro è Paul Thomas. Talmente differenti che gli appassionati si dividono in tre categorie: chi ama il primo, chi ama il secondo e non sopporta l’altro, chi riesce ad apprezzare entrambi. Che io ami alla follia PTA l’ho scritto svariate volte ma purtroppo ritengo insopportabile, per i miei gusti, il cinema strano/straniante/superfantasioso di Wes.

Ipercolorato, fuori dal tempo, in paesaggi immaginari da playmobil, Wes muove i personaggi nella più imprevedibile delle trame, con uno stuolo di attori che non bastano gli alloggi per sistemarli tutti assieme, con una recitazione provocatoriamente protocomica. Questi, sempre bravissimi ad adeguarsi alle esigenze, partecipano con impegno e divertimento, certo da parte loro e del pubblico di parte, insofferente il resto, che ha la pazienza di seguirli. Il suo immobilismo di scena e di manierismo si riversa in contesti irreali raccontati come reali e non sempre riesce a farsi accettare da tutti.
Questo film è talmente curioso che al termine della visione mi son chiesto se è valso la pena di perdere quel tempo e non guardare altro. Piacerà o no, sono sicuro che perlomeno non è un film all’altezza dei suoi migliori, soprattutto rispetto ai primi (in cui illustrava ovviamente alla sua maniera le dinamiche delle famiglie più strambe immaginabili, in primis I Tenenbaum), rispetto anche a quelli che sono seguiti, ancora apprezzabili (su tutti Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore), poi con la virata di Grand Budapest Hotel, certamente divertente, siamo piombati nella fantasia più sfrenata, sempre a tinte pastello accentuate. E una pletora di personaggi e interpreti – come sempre - che si dà continuamente il cambio sullo schermo.
Portandosi dietro come al solito il codazzo dei suoi attori feticci, che qui per esempio significa Jason Schwartzman, Tony Revolori e Tilda Swinton, qui vi si aggiunge soprattutto, tra i tanti altri, Scarlett Johansson, davvero brava. La quale, stando al gioco, si lascia scivolare via l’accappatoio, pur rimanendo a media distanza.
Per chi non va matto per il regista o non va di matto durante la visione, ci vuole pazienza.
Commedia, dramma, sentimentale, comico, fantascienza rétro, quello che si vuole è.

Non mi esprimo sul voto, sono sconcertato.


















Commenti