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Belli e dannati (1991)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 17 mag 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

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Belli e dannati

(My Own Private Idaho) USA 1991 dramma 1h44’


Regia: Gus Van Sant

Sceneggiatura: Gus Van Sant

Fotografia: John J. Campbell, Eric Alan Edwards

Montaggio: Curtiss Clayton

Musiche: Bill Stafford

Scenografia: David Brisbin

Costumi: Beatrix Aruna Pasztor


River Phoenix: Mike Waters

Keanu Reeves: Scott Favor

James Russo: Richard “Dick” Waters

William Richert: Bob Pigeon

Rodney Harvey: Gary

Chiara Caselli: Carmela

Michael Parker: Digger

Jessie Thomas: Denise

Flea: Budd

Grace Zabriskie: Alena

Tom Troupe: Jack Favor

Udo Kier: Hans


TRAMA: Mike e Scott sono due ragazzi di strada. Mike, di estrazione sociale inferiore, soffre di narcolessia. Scott, di famiglia borghese perbene, prima accompagna Mike in un'infruttuosa ricerca della madre, poi rientra nei ranghi abbandonando l'amico.


Voto 7

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Gus Van Sant si è occupato per gran parte della sua vita artistica dell’argomento “giovani”, degli adolescenti, studenti, in cerca di una personalità, di un posto nel mondo. Irrequieti, bisognosi di affetto e di riempire i vuoti. Quanti film ha girato al proposito! Al suo terzo film eccolo trattare due ragazzi che hanno tutte queste caratteristiche (e anche di più) e se segue le tracce: Mike e Scott.

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Mike Waters e Scott Favor sono due giovani tossicomani di Seattle che per vivere si prostituiscono, vendendosi sia a uomini sia a donne. Mike è omosessuale e ha gravi problemi di narcolessia; abbandonato da bambino in circostanze misteriose, ha sempre vissuto con l'ossessione di ritrovare la madre, che spesso appare nei suoi sogni. Scott è il figlio ribelle del sindaco di Portland, nell'Oregon, e dedica gran parte del suo tempo a mettere in imbarazzo il padre, scandalizzato dal suo stile di vita, e si occupa dell'amico Mike quando questi ha una delle sue crisi. Si accompagnano ad altri prostituti e drogati della città, capeggiati da Bob Pigeon, il padre spirituale di Scott.

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Eppure, sembra strano che i due formino una coppia solidale fondata sulla sincerità e sull’amicizia: uno proviene da una famiglia ricca, l'altro dalla povertà e, dato il loro passato e gli ambienti molto diversi in cui sono cresciuti, nulla può spiegare la condivisione della loro esistenza, vagando in automobile e in camere da letto di estranei, recitando ruoli di fantasia, trascorrendo lunghe ore nei caffè, fumando e parlando, insomma ammazzando il tempo. Sebbene facciano i prostituti per guadagnare il necessario per vivere, al regista non interessa l’argomento sesso, ché in fondo non attira molto neanche i due giovani. Il bisogno primario di Mike – che è il personaggio centrale - è l’amore, è quel sentimento che significa e si concretizza nel fatto che qualcuno si prenda cura di te, che ti voglia davvero bene. È il buco nero di Mike, è la voragine che lo ha inghiottito nell’assenza della madre. Il danno affettivo subìto lo induce a cercare riparo negli altri e che siano uomini o donne non ha alcuna importanza. E non c’è scampo, non ci sono ostacoli da superare per vincere, non c’è da sperare che si possa trovare un finale hollywoodiano.

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Quando gli dicevano che ricordava James Dean, River Phoenix rispondeva sempre la stessa cosa: che non aveva mai visto un film con quell’attore. Non era cresciuto vedendo la tv, ma girando l’America con i genitori hippy, col fratellino Joaquin e tre sorelle. La bravura di Gus Van Sant è stata proprio quella non solo di aver rintracciato l’attore adatto ma anche quella di fargli tirare fuori le sue esperienze psicologiche e il suo dolore intimo che, infatti, servivano al personaggio. Si racconta che la dedizione di River fu totale e anzi persino spontanea e il regista lo lasciò esprimere liberamente, fino ad arrivare ad ampie improvvisazioni, e addirittura riscrivendo una scena (quella intorno al fuoco). Interpretazione così sentita e densa di personali sensazioni da portarlo alla conquista della Colpa Volpi a Venezia.

Morto poco dopo le riprese, stramazzato su un marciapiede di Los Angeles al termine di una notte brava.


 
 
 

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