Big Eyes (2014)
- michemar

- 11 mar 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 2 giu 2023

Big Eyes
USA/Canada 2014, biografico, 1h46'
Regia: Tim Burton
Sceneggiatura: Scott Alexander, Larry Karaszewski
Fotografia: Bruno Delbonnel
Montaggio: JC Bond
Musiche: Danny Elfman
Scenografia: Rick Heinrichs
Costumi: Colleen Atwood
Amy Adams: Margaret Keane
Christoph Waltz: Walter Keane
Danny Huston: Dick Nolan
Jon Polito: Enrico Banducci
Krysten Ritter: DeeAnn
Jason Schwartzman: Ruben
Terence Stamp: John Canaday
TRAMA: Quando carica la figlioletta sull'automobile e lascia il primo marito, Margaret Ulbrich è una giovane donna senza soldi, che dipinge per passione e per necessità quadretti semicaricaturali di bambini dagli occhi smodatamente grandi. Opere intrise di sentimentalismo e di un gusto kitsch, che raggiungeranno però un enorme e inaspettato successo quando a commercializzarle sarà Water Keane, secondo marito di Margaret, spacciando i quadri della moglie per propri, per quasi un decennio. Walter costruisce un impero su un'enorme bugia, riuscendo ad abbindolare l'America intera. Finché Margaret non si ribella. Una delle più grandi frodi dell'arte contemporanea.
Voto 6,5

Ho sempre l’impressione, guardando i film di Tim Burton, che la sua vera passione sia trasformare i fumetti che legge in film e i film che ha in progetto girarli come fumetti. Insomma, non se ne esce. In questa occasione, poi, fa dominare la scena ad un particolare che sono la strada maestra del soggetto in questione: gli occhi. Ma non quelli normali che abbiamo, più o meno differenti, noi tutti, no: lui si fa incantare dagli occhioni che amava tanto una sua conoscente, una pittrice molto particolare (in effetti tutti i pittori sono particolari, ognuno ha le sue caratteristiche) che rimarrà nella storia dell’arte per il fatto di disegnare e dipingere i visi delle sue tele con occhi grossi e rotondi, così predominanti allo sguardo dell’osservatore che il resto diviene secondario. Occhioni belli, vivaci, sorridenti e nello stesso tempo come sbalorditi. Sicuramente sproporzionati rispetto al volto.

La pittrice in questione è Margaret Keane, di Nashville, in Tennessee, nel momento in cui scrivo 92enne, nota per le sue tele in cui vediamo frequentemente donne, bambini o animali con enormi occhi, utilizzando soprattutto oli e tecniche miste. Nella seconda metà degli anni Sessanta divenne famosa in tutto il mondo per un caso di furto artistico di cui è stata protagonista insieme al marito dell'epoca, Walter Keane. Egli, infatti, si era appropriato delle opere degli orfanelli con i grandi occhi, vendendole a proprio nome. La vera artista, pur essendo inizialmente d'accordo per la convinzione che non sarebbe altrimenti riuscita a vendere le sue opere, citò comunque in giudizio l'ex-marito alla fine degli anni '80, vincendo la causa dipingendo un quadro in tribunale. Quale miglior metodo per dimostrare la sua tesi?

Tim Burton, con un soggetto cinematografico tale, ha trovato subito terreno fertile per le sue storie fantasiose, dovendo però abbandonare per un po’ di tempo la sua dedizione ai racconti basati su storie gotiche. Qui siamo totalmente nel campo biografico, come era già successo nel 1994 con il suo Ed Wood. Eccoci allora immersi negli anni ‘50/’60, in un’America profondamente maschilista e piena di colori, ben riportati dalla fotografia di Bruno Delbonnel che li carica a sufficienza e adattandoli a quelle tonalità pastello che tanto combacia con le tele della pittrice.

La trama ovviamente punta sulla strana disavventura occorsa alla Keane e come riuscì a liberarsi di un marito truffaldino e se Amy Adams, che già di per sé è tanto bella e dotata di occhi stupendi che sa puntare addosso all’interlocutore come all’obiettivo della macchina da presa, è meravigliosamente sincera nel ruolo di Peggy Doris Hawkins, nome originario della pittrice, il viso furbetto naturale di Christoph Waltz è perfetto per il personaggio di quell’imbroglione di Walter Keane. I duetti tra i due mettono in risalto la loro bravura, ma la bella Amy Adams ovviamente ha un assoluto sopravvento nella disputa attoriale fino al punto di poter vincere il Golden Globe del 2015 come miglior attrice in commedia.

(la reale Margaret Keane con Amy Adams)
Nel complesso, ahimè, però il risultato dell’opera di Tim Burton non è così eclatante come ci si poteva aspettare e in buona sostanza il film lo giudico più che rispettabile ma nulla di eccezionale. Una bella e strana storia di ordinaria truffa artistica e una penosa storia umana.

Riconoscimenti
2015 - Golden Globe
Migliore attrice in un film commedia o musicale a Amy Adams
Candidatura miglior attore in un film commedia o musicale a Christoph Waltz
Candidatura migliore canzone originale a Lana Del Rey (Big Eyes)






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