top of page

Titolo grande

Avenir Light una delle font preferite dai designer. Facile da leggere, viene utilizzata per titoli e paragrafi.

Black Book (2006)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 2 gen 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 29 mag 2023


ree

Black Book

(Zwartboek) Olanda/Germania/UK/Belgio 2006 thriller 2h25’


Regia: Paul Verhoeven

Sceneggiatura: Paul Verhoeven, Gerard Soeteman

Fotografia: Karl Walter Lindenlaub

Montaggio: Job ter Burg, James Herbert

Musiche: Anne Dudley

Scenografia: Wilbert Van Dorp

Costumi: Yan Tax


Carice van Houten: Rachel Steinn / Ellis

Sebastian Koch: Ludwig Müntze

Thom Hoffman: Hans Akkermans

Halina Reijn: Ronnie

Waldemar Kobus: Günther Franken

Derek de Lint: Gerben Kuipers

Christian Berkel: gen. Käutner

Dolf de Vries: Wim Smaal

Peter Blok: Van Gein

Michiel Huisman: Rob

Matthias Schoenaerts: Joop


TRAMA: Settembre 1944: l'ebrea Rachel Stein, splendida soubrette del varietà, fugge dalla Germania nazista per rifugiarsi in Olanda dopo che la sua famiglia è stata sterminata dal comandante Franken. Per vendicarsi di coloro che - tradendo - hanno favorito la carneficina, Rachel assume la nuova identità di Ellis de Vries e si infiltra tra gli alti ufficiali tedeschi.


Voto 6,5

ree

Con i suoi alti e bassi, c’è un costante filo conduttore, c’è una costanza di pensiero e attuazione del cinema che Paul Verhoeven mantiene imperterriti anche se lo etichettano in tante maniere, soprattutto revisionista e fascista. Dopo i fasti di Robocop, Atto di forza e Basic Instinct, Hollywood ha cominciato a maltrattarlo ma lui, tornato in Olanda, ricomincia con le sue femmine toste e irrequiete (basti pensare alle ultime Elle e Benedetta), senza timore di critiche.

ree

Stavolta è Rachel Steinn la sua eroina, che fugge da Berlino per rifugiarsi nei Paesi Bassi con i suoi congiunti ma la minaccia nazista continua ad incombere, dapprima con la distruzione del loro rifugio, poi con l'attacco al battello dove tentava di fuggire con i genitori nel sud dei Paesi Bassi, già liberato dagli Alleati, scampando ad entrambe le stragi. E si trasforma (così pare) nella fredda spia Ellis, ebrea che sta col nemico, perché l'opportunismo paga sempre. Possibile? Solo nel caso in cui si è capaci di distinguere il vero dal falso. Vedere per credere.

ree

È il 1944 in Olanda e la cantante ebrea Rachel Stein si nasconde. Una breve riunione con la sua famiglia si trasforma in tragedia quando vengono traditi e uccisi da un gruppo di soldati nazisti. Rachel è l'unica sopravvissuta. Si allea con la resistenza olandese guidata dall'uomo d'affari Gerben Kuipers (Derek de Lint) e dal medico Hans Akkermans (Thom Hoffman). All'inizio, fa lavori umili, ma alla fine viene promossa a una posizione importante. Viene scelta per sedurre un ufficiale delle SS, Ludiwg Müntze (Sebastian Koch), che è attratto da lei. La seduzione è facile, ma Rachel si intrappola innamorandosi dell'uomo affascinante, che rischia la sua carriera e la sua vita per proteggerla quando scopre il suo segreto. Una volta arrivata la vittoria alleata, le circostanze diventano gravi per Rachel e Müntze quando scoprono che la fine della guerra non significa la fine dei tradimenti e delle uccisioni.

ree

Molti registi maschi hanno difficoltà a gestire protagonisti femminili forti, ma questo non è mai stato il caso di Paul Verhoeven. Infatti, nell'opera più famigerata del regista, Basic Instinct, Sharon Stone surclassa Michael Douglas ad ogni scena. Lui può essere l'eroe, ma la Stone è quella che tutti ricordano. Quindi è giusto che il personaggio centrale del film sia una donna. E non una donna qualsiasi: un'eroina senza fronzoli, che non balbetta, non vacilla o cade preda di stupidi cliché della trama. Fa quello che deve essere fatto per risolvere un problema, che si tratti di tingersi i peli pubici di biondo (!), offrire i seni a un soldato rozzo o dormire con un ufficiale delle SS. Soffre il dolore e si innamora, ma mai le sue emozioni la tradiscono o la rallentano.

È una donna del cinema di Paul Verhoeven. Stop!



 
 
 

Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

bottom of page