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Blade Runner (1982)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 25 giu 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 11 mag 2023


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Blade Runner

USA/Hong Kong/UK 1982 fantascienza 1h57'


Regia: Ridley Scott

Soggetto: Philip K. Dick (Do Androids Dream of Electric Sheep?)

Sceneggiatura: Hampton Fancher, David Webb Peoples

Fotografia: Jordan Cronenweth

Montaggio: Terry Rawlings, Marsha Nakashima

Musiche: Vangelis

Scenografia: Lawrence G. Paull

Costumi: Michael Kaplan, Charles Knode


Harrison Ford: Rick Deckard

Rutger Hauer: Roy Batty

Sean Young: Rachael

Daryl Hannah: Pris

Brion James: Leon

Joanna Cassidy: Zhora

Edward James Olmos: Gaff

M. Emmet Walsh: cap. Harry Bryant

Joe Turkel: dott. Eldon Tyrell

William Sanderson: J.F. Sebastian

Morgan Paull: Holden

James Hong: Hannibal Chew


TRAMA: In una Los Angeles brulicante, immensa, buia, piovigginosa e situata nel futuro prossimo, un ex detective della polizia, specializzato nella caccia e nel ritiro di replicanti ribelli, viene richiamato in servizio per scovarne quattro, evasi da una colonia extraterrestre. Questa volta, la sua vita ne uscirà del tutto cambiata.


Voto 9

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Scritto nel 1968 da Philip K. Dick, Il cacciatore di androidi ha impiegato ben quattordici anni per arrivare sul grande schermo e molti altri prima che il film di Ridley Scott venisse poi riconosciuto per vero capolavoro e pietra miliare della migliore fantascienza cinematografica. Perché, va ricordato, il film non è che fu accolto benissimo all’uscita. Oggi è nell’olimpo in maniera definitiva e il superlativo sequel di Denis Villeneuve poi ne consacrerà definitivamente la grandezza.

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La leggenda racconta che la produzione non fu facile e non mancarono problemi nati sul set. La troupe aveva creato apposite t-shirt per esprimere la contrarietà ai rigidi orari di lavorazione imposti e pare che Harrison Ford e Scott non è che andassero tanto d’accordo. L’attore dichiarò a suo tempo che era stato il film più difficile che gli era mai capitato.

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L’ambientazione nella città di Los Angeles (che qui assurge a comprimaria) ne aumenta l’atmosfera epica di qualcosa di irripetibile e nonostante l’abbiamo vista in migliaia di film, immaginata così è stata anche imitata ma mai eguagliata in tante altre opere di fantascienza e di tremendi futuri distopici. Cupa, illuminata a neon, strade barocche, piogge acide. Un ambientaccio in cui il cacciatore di taglie (a proposito, ma Rick è un replicante o no?) si aggira con la sua espressione perplessa e disincantata (perfetto il personaggio per Ford) alla ricerca degli androidi ribelli sfuggiti al controllo del loro fabbricante, perdendo perfino la testa per una di essi. Harrison Ford ha avuto nella sua lunga carriera tanti personaggi che lo hanno reso quasi una leggenda, ma questo ruolo lo ha immortalato nella memoria collettiva.

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A Ridley Scott, la produzione non ci arrivò subito, anzi. Prima erano stati contattati altri registi, come Adrian Lyne, Michael Apted, Robert Mulligan. Perfino Martin Scorsese aveva nella mente un progetto al proposito, sicuramente molto distante da quello che poi è stato realizzato. Quanto poi al ruolo del protagonista successe più o meno la medesima cosa: si parlò, per esempio, di Christopher Walken e di Dustin Hoffman. In ogni caso, questo capolavoro rimane uno dei film di fantascienza più inquietanti di sempre, con un impatto visivo sorprendente come raramente può accadere, con quel finale memorabile in cui Rutger Hauer ruba la scena a tutti e il suo monologo, costellato dalle note magiche di Vangelis, lo ripeteremo per sempre.


Premio Oscar 1983

Candidatura per la migliore scenografia

Candidatura per i migliori effetti speciali

Golden Globe 1983

Candidatura per la miglior colonna sonora


 
 
 

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Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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