Brooklyn's Finest (2009)
- michemar

- 27 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 25 mag 2023

Brooklyn's Finest
USA 2009 thriller 2h12’
Regia: Antoine Fuqua
Sceneggiatura: Michael C. Martin
Fotografia: Patrick Murguia
Montaggio: Barbara Tulliver
Musiche: Marcelo Zarvos
Scenografia: Thérèse DePrez
Costumi: Juliet Polcsa
Richard Gere: Eddie
Don Cheadle: Tango
Ethan Hawke: Sal
Wesley Snipes: Caz
Vincent D'Onofrio: Carlo
Brian F. O'Byrne: Ronny Rosario
Will Patton: ten. Bill Hobarts
Michael Kenneth Williams: Red
Lili Taylor: Angela
Shannon Kane: Chantel
Ellen Barkin: ag. Smith
TRAMA: Tango è un agente sotto copertura che ha davanti a sé una scelta difficile. Sal è un detective e un padre di famiglia, ma è anche tentato dalle soluzioni facili per risolvere problemi comunque gravi. Eddie è vicino alla pensione e da anni ormai ha perso l'attaccamento al distintivo. Sarà il destino a far convergere le strade di questi tre poliziotti in un luogo che rappresenta il punto d'approdo finale di tre cammini differenti.
Voto 7

Antoine Fuqua è un regista di colore che conosce bene gli ambienti periferici delle grandi città americane come anche l’aria che tira nei ghetti più malfamati, e non certamente perché ne ha fatto parte ma per il semplice fatto che sa raccontarli e ogni volta sembra condurci per mano negli inferi di quegli ambienti e di quelle strade. Negli anni precedenti, tra i tanti film, ci aveva già mostrato ampiamente cosa tutto ciò voleva dire: Bait – L’esca con Jamie Foxx, e Training Day con il possente Denzel Washington (sempre neri i suoi eroi?) ma in questa occasione il thriller diventa tragedia affrontando con molta efficacia l’illustrazione dei caratteri dei protagonisti, delle loro angosce esistenziali e di sopravvivenza mentale in un mondo corrotto e buio.

Dalla coppia così diversa di quel secondo film composta da Alonzo e Jake (Washington e Ethan Hawke), richiama quest’ultimo, trasformandolo da quel giovane poliziotto inesperto nel più scafato e nervoso agente Sal Rosario, vi aggiunge un altro bravissimo attore black, Don Cheadle, e uno dei migliori Richard Gere che si possa ricordare, altri due poliziotti pieni di problemi. Tre uomini, tre agenti del Distretto 65, tre destini molto differenti, tre strade di vita che il fato incredibile e imprevedibile farà incrociare in un finale tremendo. Un destino che viene direttamente da un dramma dal sapore shakespeariano.

Eddie (Richard Gere) è un uomo in divisa disilluso alla fine della carriera: è all’ultima settimana di servizio e conta i giorni. Si guarda attorno con sfiducia e non vede l’ora di non incontrare più i colleghi nello spogliatoio. Sfoga la sua depressione tra l’alcol e la sua prostituta preferita,
Tango (Don Cheadle) è un infiltrato nelle gangs di quartiere che spacciano, rischia tutti i giorni di essere scoperto e quindi la vita stessa. È talmente immerso nella sua pericolosa missione da aver ormai compromesso per sempre la vita coniugale, tanto che la moglie si è decisa a chiedere il divorzio.
Sal (Ethan Hawke) è nervoso e disperato: ha assoluto bisogno di soldi, che non bastano mai. La casa è piccola, la moglie è ancora incinta e in famiglia sono già in tanti. La sua fede cattolica vacilla e di certo non lo rincuora. Lavorando nella squadra narcotici ha modo di venire in contatto con spacciatori che trattano moltissimo denaro e la tentazione è forte.
Ognuno ha la sua Via Crucis, diversa, come si vede, da quella degli altri due, ma il lavoro, bene o male, continuano a farlo tra alti e bassi, ognuno seguendo il proprio istinto come animali nella giungla metropolitana. I tre destini si uniranno, ognuno giungendo da percorsi differenti, in una notte nera e pericolosa, troppo complicata per essere facilmente sbrogliata da un poliziotto.

Antoine Fuqua orchestra molto bene la tragedia poliziesca e umana rifacendosi ai noir degli anni ’40 aggiungendo ad arte l’impeto e l’essenzialità dell’azione, dove ogni inquadratura è l’anticamera del momento decisivo, ogni scena del lunghissimo finale è portatrice di sangue e morte. I tre attori sono al massimo delle loro possibilità recitative, dal primo all’ultimo minuto del film.






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