Bus 657 (2015)
- michemar

- 3 ott 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 30 set 2023

Bus 657 (Heist) USA 2015 thriller 1h33’
Regia: Scott Mann Soggetto: Stephen Cyrus Sepher (racconto) Sceneggiatura: Stephen Cyrus Sepher, Max Adams Fotografia: Brandon Cox Montaggio: Robert Dalva Musiche: James Edward Barker, Tim Despic Scenografia: Thomas William Hallbauer, Jasmine Garnet Costumi: Rachel Stringfellow
Jeffrey Dean Morgan: Luke Vaughn Robert De Niro: Francis 'Il Papa' Silva Kate Bosworth: Sydney Silva Gina Carano: Kris Morris Chestnut: Derrick 'The Dog' Prince Dave Bautista: Cox Mark-Paul Gosselaar: Marconi D. B. Sweeney: Bernie Stephen Cyrus Sepher: Julian Dante
TRAMA: Un padre senza mezzi per pagare le cure del trattamento medico di cui necessita la figlia vede come ultima possibilità quella di unirsi con un avido collega per rapinare un casino. Poiché la situazione sfugge loro di mano, i due si ritrovano costretti a prendere in ostaggio il bus 657. Man mano che la situazione si aggrava, emerge come il dirottamento del bus non sia del tutto frutto del caso.
Voto 6

Thriller d’azione, quello di Scott Mann, che riesce almeno in modo discreto a tenere l’attenzione dello spettatore continuamente all’erta, con un crescendo verso il finale ineluttabile. La trama è incentrata su un uomo addetto ai tavoli delle carte da gioco di un casinò (termine che richiama Scorsese e Robert De Niro, qui semiprotagonista di cattiveria quasi immutata) che mette insieme una squadra per rapinare una banca (vedi titolo originale) e contemporaneamente dirottare un autobus pieno di ostaggi da utilizzare come garanzia. Il protagonismo di quell’attorone chiamato Jeffrey Dean Morgan garantisce il minimo sindacale di presenza fisica, presente in quasi tutto il film, dove lui ha una ragione ben comprensibile del suo anomalo comportamento e lo si capirà solo al termine.

Al resto ci pensa il corpone gigantesco di Dave Bautista e la bella e immancabile nel genere Gina Carano, qui poliziotta buona e intelligente. Attenti: in alcuni frangenti viene in mente che la sceneggiatura abbia qualche problema, qualche buco che non ci si riesce a spiegare e invece è spiegabile: bisognerà attendere il gran finale per chiudere il cerchio. Robert De Niro appunto aggiunge ancora un petalo a quel mazzo di fiori della sua lunga e folta carriera di personaggi cattivi e qui ne mostra un ennesimo esempio: cattivo cattivo che inaspettatamente ha un barlume di coscienza quando acconsente a ciò che non ci saremmo mai aspettati.

Nulla di speciale beninteso, perché il film rientra nel lungo elenco di thriller di movimento con azione di uomini e mezzi, appena sufficientemente spettacolare ma che si lascia vedere tranquillamente.
Giusto per catalogare il film, va precisato che rientra nelle variazioni del simile John Q di Nick Cassavetes.






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