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Casinò (1995)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 30 mag 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 8 giu 2023


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Casinò

(Casino) USA/Francia 1995 gangster 2h58'


Regia: Martin Scorsese

Soggetto: Nicholas Pileggi

Sceneggiatura: Martin Scorsese, Nicholas Pileggi

Fotografia: Robert Richardson

Montaggio: Thelma Schoonmaker

Scenografia: Dante Ferretti

Costumi: John Dunn, Rita Ryack


Robert De Niro: Sam "Asso" Rothstein

Sharon Stone: Ginger McKenna

Joe Pesci: Nicky Santoro

James Woods: Lester Diamond

Don Rickles: Billy Sherbert

Alan King: Andy Stone

Kevin Pollak: Phillip Green

L.Q. Jones: Pat Webb

Dick Smothers: senatore

Frank Vincent: Frank Marino

John Bloom: Don Ward

Pasquale Cajano: Remo Gaggi

Melissa Prophet: Jennifer Santoro

Bill Allison: John Nance

Vinny Vella: Artie Piscano

Catherine Scorsese: madre di Piscano

Philip Suriano: Dominick Santoro


TRAMA: Sam "Asso" Rothstein è l'allibratore preferito del boss della mafia di Kansas City Remo Gaggi. Grazie alle sue scommesse fortunate Sam è stato capace di rimpolpare le casse di Remo che per premiarlo gli affida la gestione di un casinò di Las Vegas, affiancandogli il fido e temibile Nicky Santoro, curatore degli interessi della Famiglia. Sotto l'amministrazione Rothstein la casa di gioco raddoppia i suoi incassi e inizia a ospitare personalità politiche di spicco. Gli affari vanno a gonfie vele e Sam ormai ha in mano un impero ma commette due errori. Prima decide di sposare Ginger, splendida giocatrice priva di scrupoli, succube della bottiglia, della droga e di un altro uomo. Poi permette che il casinò diventi terreno di caccia anche per Nicky, killer isterico dal grilletto facile. Il triangolo malsano porta all'autodistruzione.


Voto 8

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Martin Scorsese firma nel 1995 uno dei suoi film più ritmati e frenetici della sua carriera, completando quella trilogia sulla mafia e sul malaffare criminale che ne hanno caratterizzato ampiamente i primi decenni della sua gloriosa carriera d’autore, chiudendo il ciclo iniziato con Mean Streets e Quei bravi ragazzi. La camera da presa è veloce, aggressiva, osserva dall’alto, da vicino, esalta la notevolissima performance dei protagonisti che reggono il ritmo ossessivo della storia.

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Robert De Niro, Sharon Stone, Joe Pesci, James Woods costituiscono la base di un film così frenetico che sfiora lo sperimentale, in certi momenti perfino antinarrativo. Luci abbaglianti, colori forti, espressioni provocanti e provocatorie, linguaggio che esalta l’America del dio dollaro. In God We Trust è scritto sui bigliettoni verdi, pilastri del destino degli affari che fanno sfavillare Las Vegas, un deserto che si illumina di mille luci e popolato da polli da spennare. La tragedia greca che diventa noir.

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Il film è basato sul romanzo di Nicholas Pileggi, ‘Casino: Love and Honor in Las Vegas’, basato a sua volta sulla vera storia di Frank "Lefty" Rosenthal (che De Niro, come suo sistema solito, volle incontrare prima del film) ed Anthony "The Ant" Spilotro, anche se il romanzo in effetti non fu terminato dall'autore, che invece collaborò alla sceneggiatura con il regista. Rimane anche il film dove la smagliante Sharon Stone poté raggiungere l’apice della sua carriera con la vittoria ai Golden Globe e la candidatura agli Oscar. Bellissima più che mai, affascinante nel suo ruolo più sbandato della sua vita.

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"Ci sono tre modi di fare le cose. Giuste, sbagliate e come dico io."


Riconoscimenti

1996 - Premio Oscar

Candidatura per la miglior attrice a Sharon Stone

1996 - Golden Globe

Miglior attrice in un film drammatico a Sharon Stone

Candidatura per il miglior regista a Martin Scorsese



 
 
 

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