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Chef - La ricetta perfetta (2014)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 22 mar
  • Tempo di lettura: 5 min
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Chef - La ricetta perfetta

(Chef) USA 2014 commedia 1h54’

 

Regia: Jon Favreau

Sceneggiatura: Jon Favreau

Fotografia: Kramer Morgenthau

Montaggio: Robert Leighton

Scenografia: Denise Pizzini

Costumi: Laura Jean Shannon

 

Jon Favreau: Carl Casper

Sofía Vergara: Inez

John Leguizamo: Martin

Scarlett Johansson: Molly

Oliver Platt: Ramsey Michel

Bobby Cannavale: Tony

Emjay Anthony: Percy Casper

Dustin Hoffman: Riva

Robert Downey Jr.: Marvin

Amy Sedaris: Jen

Jose C. Hernandez: Abuelito

 

TRAMA: Carl Casper, cuoco in un ristorante di spicco di Los Angeles, perde improvvisamente il lavoro dopo aver rifiutato di compromettere la propria integrità creativa. Senza prospettive, si ritrova a Miami, dove si allea con l’ex moglie, il suo migliore amico e suo figlio, per dedicarsi a vendere cibo su un furgone.

 

VOTO 6


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Jonathan Kolia Favreau, per tutti Jon, è un artista poliedrico: attore, regista, produttore, sceneggiatore, e la sua totale attività ha sempre puntato su opere di facile fruizione, soprattutto quando autore di blockbuster, e quindi fantasy e supereroi. Nell’estate del 2013 ha dato una sterzata alla sua attività e ha scelto un tema da cinema indie e si è presentato, con un film scritto, diretto, prodotto e interpretato in prima persona, al Tribeca del 2014.


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Lui è Carl (Jon Favreau) nella storia ordinaria di un eroe imperfetto di mezz’età che vince le frustrazioni professionali e personali sullo sfondo del mondo culinario, divenuto quasi un’ossessione mediatica negli ultimi tempi. Per dare maggiore creativa alla vicenda, il regista si è rivolto a Roy Choi, considerato il re del cibo di strada di Los Angeles. Vincitore nel 2010 del premio Best New Chef, assegnato dal Food & Wine Magazine, Choi è colui che ha introdotto per primo il concetto di “gourmet fast food”, coniugando cibo da fast food con l’alta qualità del prodotto venduto e pubblicizzando la sua attività attraverso i social network. Lavorando sul furgone di Choi, Favreau ha avuto modo di vedere come ci si muove sul campo e quali sacrifici richieda l’attività.


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Vi si narrano, quindi, le (dis)avventure di Carl Casper, uno chef dal forte carattere (come giusto che sia) che lavora con la sua squadra nel ristorante di Riva (Dustin Hoffman) con cui non va molto d’accordo nella scelta del menù: il titolare lo obbliga tutte le sere ad impostare sempre la stessa lista. Riva è alquanto conservatore nella strategia dei cibi da proporre e per questo preferisce restare continuamente sullo stesso menù, quando invece il suo chef amerebbe finalmente mostrare il suo talento con delle ricette che, secondo lui, non solo sarebbero molto gradite ai clienti, ma che soprattutto consoliderebbe la sua fama, già blasonato con una stella.


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Dopo il declassamento subito per l’impietosa recensione scritta dal noto critico Ramsey Michel (Oliver Platt) - che assonanza con la mitica guida! -, il carattere esuberante e irascibile di Carl si riaffaccia prepotentemente volendo imporre, una buona volta per tutte, il menù che vuol davvero presentare, ma per questo motivo la divergenza di vedute con Riva si rivela incolmabile e il litigio che ne segue, compreso il battibecco con il critico, davanti alla clientela e alla stupita direttrice di sala e sommelier Molly (Scarlett Johansson), porta soltanto al licenziamento. Il cuoco sbatte la porta e se ne torna a casa, dove sfoga tutta la rabbia cucinando quello che non gli è stato concesso: a vedersi apparecchiate, le pietanze paiono davvero gustose, sia per gli ingredienti di prima qualità che per la presentazione sontuosa. Leccornie, però, che restano lì, nella cucina di casa, dove vive da solo.


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Infatti, Carl si è separato da tempo dalla bellissima moglie Inez (Sofía Vergara), che vive con il figlio di 10 anni Percy, che il padre va a trovare e portare in giro una volta alla settimana, mai però concedendogli il tempo che l’affezionato ragazzino pretende, sentendo in maniera sensibile l’assenza del padre. Il quale, andando sempre di corsa – tra spesa e cucina – non riesce ad organizzarsi come dovrebbe (con suo rammarico) per comportarsi davvero come un papà. Si divertono in quella giornata con gelati, cibo di strada, qualche divagazione, ma poi di corsa dalla mamma, con il dispiacere del bimbo che vede sfumare le poche ore con il genitore. Ora, però, Carl non ha più il lavoro e i soldi stanno finendo e non accetta, per dignità, le offerte della ricca moglie, figlia di un musicista cubano di successo, Abuelito (Jose C. Hernandez, vero percussionista di musica cubana e latina in genere) che si esibisce tutte le sere a Miami. Vista la disponibilità di tempo dopo il licenziamento, l’uomo accetta l’invito della moglie e del figlio per accompagnarli in una breve vacanza dal celebre padre per distrarsi dalle preoccupazioni sopraggiunte.


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Nella gaudente città della Florida, lo chef ha modo di riassaggiare le specialità gastronomiche del finger food, dai tacos ai celebri cuban sandwiches, un’icona della cucina cubano-americana che consistono in un delizioso mix di prosciutto, arrosto di maiale, formaggio svizzero, sottaceti e senape, il tutto pressato in un pane cubano croccante nel tostapane a contatto. Qui scatta l’idea geniale per tornare in pista: non come chef da guida Michelin ma come venditore di questa specialità centroamericana da strada organizzandosi con un food truck, in pratica, un furgone con cucina a bordo e sportellone per la vendita ai passanti. Mezzo che trova tramite l’ex marito di Inez, Marvin (Robert Downey Jr.), malandato e da ripulire a fondo ma adattissimo allo scopo. Con l’aiuto del sempre più entusiasta figlioletto, l’operazione ha inizio e con il contributo dell’ex dipendente Martin (John Leguizamo), che nel frattempo ha abbandonato lo chef subentrante Tony (Bobby Cannavale), si parte per l’avventura, che non solo riscuoterà un successo impensabile fino a qualche giorno prima, ma rilancerà la fama dello chef, tanto da ricevere una proposta che non si può rifiutare da parte dell’ex nemico Michel. Gran merito va però al piccolo Percy, che ha aperto una pagina Facebook con moltissimi followers: un boom! E la fama si diffonde.


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Siccome è un film, come prima accennato, di facile godimento, lo schema è quello rinomato: apparente facilità di vita e lavoro, inghippo, famiglia divisa, riscatto e conclusione felice, perfino rispettata con il figlio che trova la pace familiare dei genitori, perché, dato il successo eclatante della vendita on the road, alla squadra si era unita la bella Inez. Ed ora, che si stanno aprendo nuove e fortunate prospettive, anche la felicità è in arrivo sul primo binario. Con buona pace di tutti. Tranne che per il poco malleabile Riva.


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Doveva essere un cinema indie nelle intenzioni ma la partecipazione di un cast di troppi nomi eccellenti è stata un controsenso e quindi è diventata in realtà una commedia come tante, seppur piacevole. Tanti bei nomi, Jon Favreau in cattedra e sempre sullo schermo ed il gioco è fatto. Anzi, la “ricetta” è preparata per essere servita ad un pubblico non pretenzioso, di bocca buona. Anche le interpretazioni sono facili, senza grandi pretese, quasi non giudicabili, data la semplicità richiesta. Però, un applauso va al buon mattatore del film, perché Jon Favreau ce la mette tutta, si esibisce in smorfie e atteggiamenti giusti, sa ciò che deve fare e lo fa. Alla fine, risulta un buon uomo. Che cercava dio affermarsi.

Simpatico il film e simpatico lui. Nei limiti di un’opera che non chiede molto e non dà che risposte facili. Senza grandi pretese.


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Riconoscimenti, tra i 2 premi e le 4 candidature:

Tribeca 2014

Premio Audience



 
 
 

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Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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