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Chi è senza peccato - The Dry (2020)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 16 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 28 ago

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Chi è senza peccato - The Dry

(The Dry) Australia/USA/UK 2020 thriller drammatico 1h57’

 

Regia: Robert Connolly

Soggetto: Jane Harper (Chi è senza peccato)

Sceneggiatura: Robert Connolly, Harry Cripps

Fotografia: Stefan Duscio

Montaggio: Nick Meyers, Alexandre de Franceschi

Musiche: Peter Raeburn

Scenografia: Ruby Mathers

Costumi: Cappi Ireland

 

Eric Bana: Aaron Falk

Genevieve O’Reilly: Gretchen

Keir O’Donnell: Greg Raco

John Polson: Scott Whitlam

Bruce Spence: Gerry Hadler

Matt Nable: Grant Dow

William Zappa: Mal Deacon

James Frecheville: Jamie Sullivan

Martin Dingle Wall: Luke Hadler

Sam Corlett: Luke Hadler giovane

Joe Klocek: Aaron Falk giovane

Claude Scott-Mitchell: Gretchen giovane

Bebe Bettencourt: Ellie Deacon

Julia Blake: Barb Hadler

 

TRAMA: Aaron Falk torna nella sua città natale colpita dalla siccità per partecipare a un tragico funerale. Ma il suo ritorno apre una ferita vecchia di decenni: la morte irrisolta di un’adolescente.

 

VOTO 6,5


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L’adattamento cinematografico del bestseller internazionale di Jane Harper, Chi è senza peccato (The Dry), diretto da Robert Connolly, offre una rappresentazione avvincente e d’atmosfera della comunità agricola di Kiewarra, situata nei pressi di Melbourne, distinguendosi per la sua ambientazione immersiva, con panoramiche della terra secca e senza vita, che trasmettono un senso di desolazione e isolamento. Si seguono le orme del detective Aaron Falk (Eric Bana) che torna nella sua città natale per motivi davvero incresciosi.



L’agente è tornato, quindi, nella sua piccola città natale per partecipare al funerale del suo caro amico d’infanzia Luke Hadler, che si presume abbia crudelmente ucciso sua moglie Karen e il loro figlio Billy prima di togliersi la vita. I genitori di Luke, credendo nella sua innocenza, gli chiedono di restare per indagare sul crimine, e lui accetta, seppur titubante. Nei flashback, che spiegano l’oscuro passato e non ricordato con piacere, si viene a conoscenza che Falk aveva lasciato la città venti anni prima per sfuggire alle noie e alle maldicenze dei residenti quando fu sospettato della morte della sua ragazza, Ellie. Al suo ritorno in città per il funerale, scopre che molti degli abitanti sono ancora in collera con lui e in particolare il padre della giovane, Mal, ed il fratello Grant, che lo ritengono un bugiardo, per giunta assassino.



Thriller australiano più psicologico che d’azione, caratteristica quasi assente. Siamo nella profonda provincia arida e polverosa dove il ritorno alle origini non è in cima alla lista dei desideri del protagonista, un tipo taciturno che non gradisce rivedere e riparlare di faccende vecchie e volutamente sepolte nella mente. Incontra ancora facce che non gradisce molto, che lo costringono a ripensare agli anni passati in quei luoghi secchi e rurali.



Si tratta di un poliziesco, ma l’atmosfera non è affatto quella tipica del genere e la forte calura si fa sentire in ogni scena, dove i campi e gli alberi sembrano rachitici, come testimoni spaventati di ciò che può ancora accadere. Lo stesso vale per la comunità quasi immobile in mezzo a tutta quella secchezza che asciuga la natura. Sono tutti intrappolati nello spazio e nel tempo, non solo dalla siccità, ma da due crimini, separati da decenni, che minacciano di dar fuoco ancora di più all’intero luogo.



Il film alterna abilmente tra il presente e i flashback, mostrando gli eventi che hanno portato alla morte di Ellie. La regia di Robert Connolly e il montaggio di Nick Meyers e Alexandre de Franceschi creano un collage di ricordi frammentati che mantengono il pubblico impegnato a decifrare le informazioni fornite volutamente col contagocce. Le interpretazioni del cast, giustamente in tema, aggiungono profondità e complessità ai personaggi. Su tutti, come ci si può attendere, emerge la bravura di Eric Bana, la cui buonissima prova attoriale, con il suo atteggiamento perennemente crucciato, non nasconde il disagio di essere lì e nello stesso tempo soffre lo sguardo e le parole degli antichi conoscenti.



Inevitabilmente il film deve affrontare temi come la colpa, i segreti e, perché no, la redenzione, nell’ambito di una regione dedita all’agricoltura che impatta i problemi di quelle piccole aziende nelle piccole comunità rurali. A questo scopo importante diventa anche la fotografia di Stefan Duscio che deve assolutamente catturare la bellezza spoglia della terra arida, aggiungendo un ulteriore strato di significato all’atmosfera del film.



Thriller che combina un’ambientazione evocativa con una narrazione intricata, offrendo un’esperienza cinematografica lenta ma ricca di tensione. Perché, in definitiva, solido, teso e scomodamente drammatico.


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Praticamente sconosciuto in Italia, in patria ha riscosso parecchi consensi favorevoli, vincendo, nei vari concorsi, ben 6 premi e 22 candidature, anche sull’onda dell’enorme successo del romanzo della scrittrice australiana Jane Harper, il cui libro ha vinto numerosi premi internazionali e ha venduto più di un milione di copie in tutto il mondo.



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