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Cielo di piombo, ispettore Callaghan (1976)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 10 ott
  • Tempo di lettura: 3 min
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Cielo di piombo, ispettore Callaghan

(The Enforcer) USA 1976 poliziesco 1h36’

 

Regia: James Fargo

Sceneggiatura: Dean Riesner, Stirling Silliphant

Fotografia: Charles W. Short

Montaggio: Joel Cox, Ferris Webster

Musiche: Jerry Fielding

Scenografia: Allen E. Smith

Costumi: Glenn Wright

 

Clint Eastwood: Harry Callaghan

Tyne Daly: Kate Moore

Bradford Dillman: cap. McKay

John Mitchum: isp. Frank DiGiorgio

Harry Guardino: ten. Al Bressler

DeVeren Bookwalter: Bobby Maxwell

Albert Popwell: Ben Ali Mustapha

John Crawford: sindaco

 

TRAMA: L’ispettore di San Francisco “Dirty” Harry Callaghan deve sventare un’organizzazione terroristica composta da veterani del Vietnam divenuti criminali.

 

Voto 6


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L’ispettore di polizia Harry Callaghan, a causa dei suoi metodi poco ortodossi, viene relegato dietro una scrivania dopo aver ucciso tre rapinatori che avevano preso in ostaggio quattro persone, tra cui due donne. In ufficio però resta per poco tempo: una banda composta da sbandati reduci del Vietnam, con a capo Bobby Maxwell, ruba delle armi ed esplosivi da una fabbrica, minacciando la città. A Callaghan viene affiancata la nuova ispettrice Kate Moore, da poco promossa a questo ruolo grazie alla nuova politica comunale sulla parità di diritti all’interno della Polizia di San Francisco.


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Il film descrive l’ondata di terrore perpetrata contro la brava gente di San Francisco da un gruppo che si fa chiamare People’s Revolutionary Strike Force: un nome misterioso per un collettivo di disadattati il cui vero scopo è quello di estorcere denaro alla città uccidendo il maggior numero possibile di innocenti nel modo più lurido ed esplicito possibile.


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Il terzo capitolo della saga di Dirty Harry con Clint Eastwood nel ruolo dell’iconico ispettore Harry Callaghan (in verità Callahan, nell’originale) continua a esplorare le avventure del duro poliziotto di San Francisco, noto per i suoi metodi poco ortodossi e la sua determinazione incrollabile. Tyne Daly, che interpreta la sua nuova partner, l’ispettrice Kate Moore, porta una nuova energia al film, bilanciando la durezza di Eastwood con un personaggio più umano e vulnerabile. Femminile, insomma.


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Il film ha un buon ritmo, scene d’azione ben coreografate e momenti di alta tensione. L’inseguimento sui tetti e le sequenze di sparatorie sono particolarmente spettacolari. Per via della presenza della donna, fu un argomento innovativo per l’epoca, perché inevitabilmente il film affronta la tematica della parità di genere all’interno delle forze dell’ordine.


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Purtroppo, non è che sia questo granché, ovvio, ed infatti la trama è abbastanza meno originale rispetto ai capitoli precedenti, con situazioni che possono sembrare ripetitive e prevedibili. Ma questo era il momento magico dell’ispettore e il pubblico gradiva.


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Alcune curiosità. Per Tyne Daly fu il trampolino di lancio nella carriera interpretando Kate Moore, anticipando il ruolo che le farà vincere ben quattro volte il premio Emmy nella parte di una poliziotta nella serie televisiva New York New York. Il soggetto venne scritto da due studenti di cinema (Gail Morgan Hickman e S. W. Schurr) che, innamoratisi dei primi due capitoli della serie, decisero di scriverne un sequel. Così si recarono a un ristorante del quale Eastwood era il proprietario e chiesero al gestore se poteva recapitare il manoscritto a Clint. A lui piacque gran parte della loro storia ma chiese a un altro gruppo di sceneggiatori di dare corpo alla trama e avrebbe voluto dirigere lui ma si trovava nella post-produzione di Il texano dagli occhi di ghiaccio e quindi suggerì di affidare la regia a James Fargo, assistente nello stesso film. Questi sapeva cosa piaceva a Clint e gli lasciava sempre l’ultima parola fino al punto di fargli prendere le decisioni più importanti.

 


 
 
 

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