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Cinderella Man - Una ragione per lottare (2005)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 16 mar 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 11 mag 2023


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Cinderella Man - Una ragione per lottare

(Cinderella Man) USA 2005 biografico 2h24’


Regia: Ron Howard

Sceneggiatura: Cliff Hollingsworth, Akiva Goldsman

Fotografia: Salvatore Totino

Montaggio: Daniel P. Hanley, Mike Hill

Musiche: Thomas Newman

Scenografia: Wynn Thomas

Costumi: Daniel Orlandi


Russell Crowe: Jim Braddock

Renée Zellweger: Mae Braddock

Paul Giamatti: Joe Gould

Craig Bierko: Max Baer

Paddy Considine: Mike Wilson

Bruce McGill: Jimmy Johnston

David Huband: Ford Bond

Connor Price: Jay Braddock

Ariel Waller: Rosemarie Braddock

Patrick Louis: Howard Braddock

Rosemarie DeWitt: Sara Wilson

Linda Kash: Lucille Gould

Nicholas Campbell: Sporty Lewis

Gene Pyrz: Jake


TRAMA: Negli anni della Grande Depressione, per riuscire a mantenere la famiglia, James Braddock decide di tentare la fortuna con la boxe: e nel 1935, arriva a sfidare il campione del mondo dei pesi massimi Max Baer in un match di quindici riprese.


Voto 6

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Durante la Grande Depressione, James J. Braddock (Russell Crowe) divenne una delle leggende più sorprendenti della storia sportiva. All'inizio degli anni '30, è la storia umana di un reduce di guerra irlandese, impoverito dalla crisi finanziaria, apparentemente avvilito e sfortunato, come gran parte del resto della popolazione americana che aveva toccato il fondo. La sua attività di pugile sembrava finita dopo aver perso numerosi match ed essersi fratturato più volte la mano destra, quando non riusciva a pagare le bollette, quando la sua famiglia - l'unica cosa che contava per lui - era in difficoltà e si arrangiava con lavori di fatica, tipo scaricatore di porto. Ma nel profondo, non aveva mai rinunciato alla sua determinazione, specialmente nel voler tornare sul ring, convinto di potercela fare.

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Spinto dall'amore, dall'onore e da un'incredibile dose di grinta, desiderava solo che quel sogno impossibile potesse diventare realtà. Nessuno pensava che avesse una possibilità, tuttavia Braddock, alimentato da qualcosa che va oltre la semplice competizione, riprese i guantoni e cominciò a vincere: il piccolo e trascurato eroe divenne un atleta mitico. Portando sulle spalle le speranze e i sogni dei diseredati, salì le scale della classifica fino a quando arrivò all'impensabile: affrontare il campione mondiale dei pesi massimi, l'inarrestabile Max Baer (Craig Bierko), famoso per aver ucciso due uomini sul ring.

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Tutto vero, tutto accaduto veramente e per raccontare l’avventura sportiva ed umana del protagonista ecco di nuovo Russell Crowe davanti e Ron Howard dietro la macchina da presa. Dopo il successo mondiale e gli Oscar per il matematico di A Beautiful Mind, l'attore e il regista si riuniscono per un'altra biografia, stavolta pugilistica. Ovvio che sul film aleggia sia il mito del personaggio di Rocky che, nelle sequenze sul ring, la spettacolarità e la crudezza di Toro scatenato. La trama viaggia parallela tra le vicende pugilistiche e quelle familiari, dove finalmente si respira la tranquillità domestica che pareva tanto lontana, ma se le scene agonistiche sono, oltre che spettacolari, anche appassionanti, le vicende fuori dal ring sono piuttosto ordinarie e lunghe e purtroppo servono solo ad allungare a dismisura la durata della pellicola.

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Sugli attori nulla da eccepire: Russell Crowe sa entrare bene nel suo ruolo e Renée Zellweger: sa interpretare la mogliettina, senza mai tralasciare la sua caratteristica maniera di porsi, sempre un po’ civettuola. Chi si sa esaltare nei ruoli di secondo piano sempre efficacemente è Paul Giamatti, sempre ottimo attore di rincalzo che qui è il fedele Joe Gould che con grande pazienza fa da secondo all’angolo, sempre prodigo di consigli e incitamenti, oltre che di sostegno morale.

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Avrebbe potuto essere l’ennesimo film di grande successo di eroi che tanto piacciono a Ron Howard, ed invece, pur facendosi apprezzare il giusto, resta un’opera solo discretamente riuscita, che si snocciola come una bella fiaba, dato anche il finale positivo di un uomo che passò alla storia come un novello Uomo Cenerentola, dalla povertà alla gloria sportiva. Peccato per la durata eccessiva.

Riconoscimenti

Premio Oscar 2006:

Candidatura come miglior attore non protagonista a Paul Giamatti

Candidatura come miglior montaggio a Daniel P. Hanley e Mike Hill

Candidatura come miglior trucco a David LeRoy Anderson e Lance Anderson

Golden Globe 2006:

Candidatura come miglior attore in un film drammatico a Russell Crowe

Candidatura come miglior attore non protagonista a Paul Giamatti


 
 
 

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