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Closed Circuit (2013)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 16 ago 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

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Closed Circuit

UK/USA 2013 thriller 1h36’


Regia: John Crowley

Sceneggiatura: Steven Knight

Fotografia: Adriano Goldman

Montaggio: Lucia Zucchetti

Musiche: Joby Talbot

Scenografia: Jim Clay

Costumi: Natalie Ward


Eric Bana: Martin Rose

Rebecca Hall: Claudia Simmons-Howe

Ciarán Hinds: Devlin

Julia Stiles: Joanna Reece

Isaac Hempstead Wright: Tom Rose

Denis Moschitto: Farroukh Erdogan

Hasancan Cifci: Emir Erdogan

Jim Broadbent: procuratore generale

Riz Ahmed: Nazrul Sharma

Kenneth Cranham: Cameron Fischer

Barbora Bobulova: Piccola

Anne-Marie Duff: Melissa Fairbright


TRAMA: Martin e Claudia sono due avvocati, ex-amanti che accettano di difendere l'autore di un attentato a Londra. Il processo top secret nasconde uno sporco complotto governativo ed entrambi rischieranno la vita.


Voto 6,5

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Una mattina, in un affollato mercato di Londra, esplode una bomba. Nella spietata caccia all'uomo che ne consegue sopravvive solo uno dei membri della cellula terroristica sospettata dell'attentato: si tratta di Farroukh Erdogan, che viene arrestato e imprigionato. Iniziano così i preparativi di quello che promette di essere il processo del secolo ma c'è un intoppo: il governo decide di classificare come segrete le prove contro Erdogan e né l'imputato né i suoi avvocati possono vederle. Ciò provoca nel procuratore generale la necessità di nominare un avvocato speciale, Claudia Simmons-Howe (Rebecca Hall), che con l'approvazione del governo è l'unico membro della difesa che può vedere e discutere le prove durante un processo a porte chiuse. Le regole per l'avvocato speciale sono chiare sin dall'inizio: una volta che verrà a conoscenza delle prove, non le sarà più consentito parlare con il suo assistito né con i colleghi. Il caso vuole, però, che alla vigilia del processo l'avvocato di Erdogan muoia improvvisamente e che il suo posto venga preso da Martin Rose (Eric Bana), un legale dal fiuto geniale che in passato ha avuto una relazione con Claudia. Non appena Martin comincia a seguire il caso, emergono i contorni sinistri di una cospirazione che lo porta ad avvicinarsi alla ex e a mettere le loro vite in pericolo.

Il regista irlandese John Crowley, che dopo si affermerà molto meglio con due discreti film più noti Brooklyn e Il cardellino), con l’aiuto di un esperto sceneggiatore di trame thriller e complesse, come Steven Knight elabora un legal thriller che si addentra nelle complicate procedure giudiziarie inglesi, senza la cui approfondita conoscenza non sarebbe stato possibile architettare una storia così macchinosa e piena di colpi di scena. Ne deriva un thriller a combustione lenta, non basato su azione, spari eccessivi o inseguimenti, ma richiede un'attenzione costante essendo costruito come un meccanismo non facile, non ordinato come un film da intrattenimento. Tutt’altro: è un viaggio nel mondo bizantino dei segreti politici e, mentre c'è un inconfondibile sapore di Jason Bourne nello sviluppo, non coinvolge personaggi imbattibili ma piuttosto alza il sipario su un mondo fatto da segreti e giochi pericolosi.

Le prime immagini che vediamo sono riprese dal vivo da telecamere a circuito chiuso, ricordandoci immediatamente che non importa dove siamo, siamo sempre sotto sorveglianza, aumentando il senso generale di paranoia che avvolge i personaggi principali. Dall’efferato attentato in poi è una continua battaglia legale tra segreti di stato e rivelazioni che devono essere tenuti riservati nel processo a porte chiuse, come il circuito dei monitor che vegliano e sorvegliano ogni movimento.

Il film lavora sul lento accumulo di tensione piuttosto che sull’elemento cinetico e dell’azione che lo spettatore si aspetterebbe e se interviene qualche sequenza movimentata pare sia più per svegliare l’occhio della visione che dare un contributo maggiore al ragionamento. Ma quasi ogni scena è ricca di informazioni e rivela altri particolari utili alla comprensione. È per questo che il film richiede continua attenzione.

L’ottimo cast sa dare impulso all’interesse, a cominciare dai due esperti Ciarán Hinds, che impersona Devlin, l'avvocato vecchio scuola che lavora al fianco di Martin, e Jim Broadbent, il procuratore generale che riesce ad essere agghiacciante mentre proietta l'aura di una figura paterna premurosa. E per finire i due bravi protagonisti interpretati da Eric Bana e Rebecca Hall, molto bene assortiti. Tra tutti questi attori australiani, inglesi e irlandesi, l’unica americana è Julia Stiles, nel piccolo ruolo di una reporter investigativa per il New York Times.

Interessante il giusto, nulla di più.


 
 
 

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