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Codice 999 (2016)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 9 ott 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 17 nov 2023


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Codice 999

(Triple 9) USA 2016 poliziesco 1h55’


Regia: John Hillcoat

Sceneggiatura: Matt Cook

Fotografia: Nicolas Karakatsanis

Montaggio: Dylan Tichenor

Musiche: Atticus Ross, Claudia Sarne, Leopold Ross, The Haxan Cloak

Scenografia: Tim Grimes

Costumi: Margot Wilson


Casey Affleck: Chris Allen

Chiwetel Ejiofor: Michael Atwood

Anthony Mackie: Marcus Belmont

Aaron Paul: Gabe Welch

Woody Harrelson: serg. Jeffrey Allen

Kate Winslet: Irina Vlaslov

Norman Reedus: Russell Welch

Gal Gadot: Helena Vlaslov

Clifton Collins Jr.: Franco Rodriguez

Teresa Palmer: Michelle Allen

Michael Kenneth Williams: Sweet Pea

Luis Da Silva: Luis Pinto

Michelle Ang: Trina Ling


TRAMA: Michael Atwood, ex ufficiale delle forze speciali, e il suo gruppo di poliziotti corrotti usano la loro esperienza per mettere a segno rapine bancarie e crimini d'alto livello. Sotto controllo della temibile mafia russo-israeliana e della donna senza scrupoli che vi è a capo, Michael è costretto ad accettare un compito all'apparenza impossibile. Mentre l'ispettore Jeffrey Allen indaga sul colpo, Michael e i suoi uomini pensano di inscenare un 999, un codice che la polizia usa per indicare “agente a terra”.


Voto 7

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Il perno su cui si sviluppa la trama è il personaggio Michael Atwood (Chiwetel Ejiofor), ex membro delle Forze Speciali, che capeggia una banda di corrotti agenti di polizia ed ex membri dell’esercito in un’audace rapina in banca che finisce con una frenetica sparatoria in autostrada. Il sergente Jeffrey Allen (Woody Harrelson) indaga sul caso, ignaro che proprio suo nipote Chris Allen (Casey Affleck), un onesto poliziotto, è diventato senza saperlo il partner di uno dei rapinatori della gang di Atlanta. Irina Vlaslov (Kate Winslet), spietata boss della mafia russo-israeliana, usa le maniere forti con i membri della banda per costringerli a tentare un’ultima e, all’apparenza, impossibile rapina. Ma la sola speranza che la banda ha di portare a termine il colpo è quella di distrarre tutte le forze dell’ordine organizzando un “999”, il codice usato dalla polizia per segnalare che un agente è stato colpito in azione.

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Il film, duro in diversi momenti, è il ritratto spietato della corruzione e del ricatto nella maniera più pura ed essenziale, in cui niente è come sembra: i buoni sono mascherati da cattivi e viceversa. Sullo sfondo naviga la differenza disarmante delle classi sociali: i più ricchi, che gestiscono la malavita dall’alto dei loro uffici, che si mostrano solo se è strettamente necessario, per emettere sentenze definitive; l’altra faccia della medaglia sono i ragazzi di strada che tendono alla delinquenza come unica via d’uscita dal pattume della routine. In mezzo ci sono i poliziotti che convivono col compromesso perenne di far parte di una mela marcia che si atteggia a metropoli. Gli eroi neri del film (non solo per una questione epidermica) sono Chiwetel Ejiofor, Anthony Mackie, Clifton Collins Jr. e Norman Reedus, a cui si affianca il personaggio di Aaron Paul che incarna perfettamente la parabola discendente del tossico senza scrupoli.

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L’inizio di questo noir ambientato ad Atlanta, in Georgia, tra polizia corrotta, mafia russa e gang ispano-americane, è notevole: una rapina in centro città, con cinque criminali (che appunto in realtà sono agenti in servizio ed ex contractor) in fuga lungo arterie trafficate, che ricorda non poco il favoloso Heat - La sfida e ne replica lo stile poderoso. Anche questa volta il regista John Hillcoat, che già conosciamo per altri noir riusciti, fa le cose per bene e senza pretendere di essere Michael Mann o James Gray, nel film prende una metropoli, la sua topografia, le sue regole oltre la giustizia, e costruisce una fitta rete di relazioni da sciogliere, legami di sangue da difendere, ferite collettive da sanare. Tutti i personaggi del film, dalla zarina della mafia russa al capo dei rapinatori, dai poliziotti collusi ai colleghi onesti, hanno la loro parte di sofferenza, il loro desiderio di riscatto.

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Tra l’azione e i rapporti tra i poliziotti buoni e cattivi, con notevole presenza di attori in gran forma, spicca la figura della zarina, inflessibile e statuaria come una bambola russa, impersonata da un’attrice non solita ai noir polizieschi: Kate Winslet tira fuori dal suo eccezionale repertorio una interpretazione degna di nota. Bella e glaciale, comanda con piccoli gesti efferate azioni su uomini senza scrupoli. E ciò nell’ambito di un cast di grandissimo pregio: una reunion di attori bravissimi, alcuni dei quali impegnati in ruoli anche diversi dal solito.

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Movimento incessante, inseguimenti, sparatorie: il menù è ricco e si resta incollati allo schermo fino al termine.



 
 
 

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