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Colonia (2015)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 14 nov 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 8 apr 2024


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Colonia

Germania/Francia/Lussemburgo/UK/USA 2015 dramma storico 1h50’


Regia: Florian Gallenberger

Sceneggiatura: Tortsen Wenzel, Florian Gallenberger

Fotografia: Kolja Brandt

Montaggio: Hansjörg Weißbrich

Musiche: André Dziezuk, Fernando Velázquez

Scenografia: Bernd Lepel

Costumi: Nicole Fischnaller


Emma Watson: Lena

Daniel Brühl: Daniel

Michael Nyqvist: Paul Schäfer

Richenda Carey: Gisela

Vicky Krieps: Ursel

Jeanne Werner: Doro

Julian Ovenden: Roman

Martin Wuttke: Niels Biedermann

August Zirner: ambasciatore tedesco

Nicolás Barsoff: Jorge

Steve Karier: Bernd

Stefan Merki: Rudi

Johannes Allmayer: Dieter

Gilles Soeder: Kurt


TRAMA: Lena e Daniel, una giovane coppia, rimangono coinvolti nel colpo di stato militare cileno del 1973. Quando Daniel è rapito dalla polizia segreta di Pinochet, Lena si mette sulle sue tracce in una zona off limits a sud del Paese, chiamata Colonia Dignitad. Agli occhi di tutti, la colonia si presenta come una missione di carità gestita da un predicatore laico di nome Paul Schäfer. In realtà, è un luogo da cui nessuno è mai fuggito via. Per ritrovare Daniel, Lena deciderà di unirsi al culto.


Voto 6,5

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Ci sono orrori nella storia del Novecento ancora poco conosciuti, momenti in cui il fondamentalismo religioso andava a braccetto con la dittatura con effetti horror. È quello che racconta con lucidità Florian Gallenberger – premio Oscar per un cortometraggio e conosciuto autore di John Rabe (2009) e Il disertore (2000) - in un thriller politico-storico che sa mantenere un certo ritmo. Al centro del film c’è la storia di Lena e Daniel, giovane coppia che rimane implicata nel colpo di stato militare avvenuto in Cile nel 1973. Quando Daniel viene infatti rapito dalla polizia segreta di Pinochet, Lena (Emma Watson) segue i suoi passi fino dentro un'area inespugnabile che si trova nel Sud del paese, un'area, dal nome erroneamente rassicurante chiamata Colonia Dignidad. Apparentemente solo una missione guidata da un carismatico predicatore laico di nome Paul Schäfer ma, in realtà, un luogo orribile dal quale nessuno riusciva mai a fuggire. La ragazza, per amore e disperazione, deciderà di entrare a far parte di questa setta al solo scopo di ritrovare il suo Daniel (Daniel Bruhl).

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Cosa era Colonia Dignidad? Fondata nel 1961 dal predicatore laico tedesco Paul Schäfer e dai suoi seguaci, distava 300 chilometri a sud da Santiago del Cile. Tutti gli abitanti erano prigionieri in una sorta di Stato dentro lo Stato, che era in pratica una forma di dittatura in uno stato di dittatura, e vivevano secondo le regole autocratiche imposte dallo stesso responsabile. I costretti di questa colonia erano segregati per sesso dove erano proibiti tv e telefoni e perfino i calendari erano banditi, dove era obbligatorio indossare vestiti di foggia bavarese e cantare canzoni in tedesco. Sesso bandito e residenti forzati a prendere farmaci che riducevano il desiderio. Per mantenere la disciplina pestaggi e torture. Un luogo terribile dove furono rilevate anche molestie su bambini. Nel 1973 il generale Augusto Pinochet salì al potere e Schäfer gli permise di usare Colonia Dignidad come campo di torture per i prigionieri politici. Solo quando Pinochet abdicò, nel 1990 arrivarono le accuse a Paul Schäfer che scappò in Argentina dove fu arrestato nel 2004.

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Storia tristemente vera, vide persino Pinochet recarvisi con tutta la famiglia come se fosse una vacanza e pare che ben 300 gerarchi nazisti (tra i quali Josef Mengele) vi trovarono rifugio. Il film fece non poco clamore dopo essere stato presentato a due importanti proiezioni: al Toronto Film Festival nel 2015 e poi alla Berlinale 2016. Il dibattito che ne seguì non solo suscitò enormi polemiche nell’opinione pubblica tedesca, che intanto lo stava premiando al botteghino, ma fu tale da convincere il governo di Angela Merkel a togliere il segreto di stato su quel luogo che era come un campo di concentramento.

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Dal punto di vista artistico però il film presenta qualche carenza, essendo, prima di tutto, una coproduzione internazionale e diversi interessi commerciali, come per esempio il fatto che, guardando il film in lingua originale, si nota come nella Colonia i tedeschi parlano in inglese. Inoltre la tragedia del contesto storico del regime cileno e del nazismo da cui tutto ha origine resta un po’ sullo sfondo, dato che la regia e la sceneggiatura dedicano maggior attenzione alla vicenda appassionante – e anche romantica - dei due protagonisti in fuga dall’inferno facendo diventare l’opera un vero thriller, discretamente ben confezionato.

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Il tedesco Florian Gallenberger spiega così l’ideazione del film: “Ero uno studente delle scuole elementari quando sentii parlare di questo posto in Cile dal quale le persone non potevano fuggire e dove vivevano come prigioniere. Rimasi profondamente sconvolto. Più' tempo trascorrevo studiando i fatti storici e ascoltando le storie della gente, più volevo saperne sul microcosmo creato da Schäfer. E ho pensato così di raccontare la storia di un uomo e di una donna che, per caso, diventano membri di questa comunità e che poi tentano di scappare.”

Notevole l’impegno della solita brava Emma Watson, attrice sempre in primo piano nelle battaglie civili, e dell’immancabile Daniel Brühl, attore idoneo per i temi tedeschi. Il compianto Michael Nyqvist è invece il terribile Paul Schäfer.


Riconoscimenti

2016 - German Film Awards

Candidatura miglior montaggio

Candidatura miglior scenografia

Candidatura migliori costumi

Candidatura miglior suono

Candidatura miglior attore non protagonista Michael Nyqvist



 
 
 

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