Come eravamo (1973)
- michemar

- 8 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 6 ott 2022

Come eravamo
(The Way We Were) USA 1973 dramma 1h58'
Regia: Sydney Pollack
Sceneggiatura: Arthur Laurents
Fotografia: Harry Stradling Jr.
Montaggio: John F. Burnett
Musiche: Marvin Hamlisch
Scenografia: Stephen B. Grimes
Costumi: Dorothy Jeakins, Moss Mabry
Robert Redford: Hubbel Gardiner
Barbra Streisand: Katie Morosky
Bradford Dillman: J.J.
Lois Chiles: Carol Ann
Patrick O'Neal: George Bissinger
Viveca Lindfors: Paula Reisner
Allyn Ann McLerie: Rhea Edwards
Murray Hamilton: Brooks Carpenter
Herb Edelman: Bill Verso
TRAMA: A una festa Katie incontra Hubbel, di cui è innamorata dai tempi dell'università. Lui è uno scrittore di talento, lei è impegnata politicamente. Dopo un rapido corteggiamento i due si sposano poi Hubbel viene chiamato a Hollywood e qui scopre di non saper dire no ai compromessi. Lei s'impegna ancora di più nella lotta contro la "caccia alle streghe". Chi ne soffre è la loro relazione.
Voto 7,5

Katie, ebrea, pacifista e membro del partito comunista, ritrova l’ex compagno di università Hubbel, appartenente all’alta borghesia statunitense. I due si sposano, ma l’attivismo politico di Katie si scontra con l’atteggiamento meno radicale del marito e con la sua carriera di sceneggiatore durante il maccartismo. Sono due fotografie della contemporaneità americana, specialmente in quel momento. Lei socialmente esigente, lui come un simbolo dell’America dove si poteva avere tutto facilmente.

Ed è una storia sentimentale quella che si intreccia con il corso della Storia Americana su un piano di psicologia che studia e illustra i suoi protagonisti. Mentre Katie manifesta per le strade da buona pacifista, lui è uno scrittore dal futuro assicurato che intuisce che per convenienza deve aprirsi ai compromessi, chiaramente in contrasto con la mentalità della donna. Difficile che la loro storia possa arrivare fino in fondo, nonostante l'amore: le distanze aumentano con il tempo e con le scelte personali.

Il film può essere frainteso oppure può fuorviare lo spettatore: il problema principale è che poggia su un equilibrio precario. Si viaggia continuamente tra una forte/fragile storia d'amore e l'ideologia politica che nel periodo storico predominava. Lei è radicale e di conseguenza politicamente intransigente, lui invece vuole trovare il compromesso con se stesso per poter lavorare come sceneggiatore nel duro periodo della caccia alle streghe del senatore McCarthy. Due posizioni inconciliabili, mentre il sentimento tra i due è forte ma a causa delle divergenze diventa perfino impossibile. Osservandoli, si nota la differenza degli sguardi e delle espressioni dei due: lui sorridente, spensierato, che guarda al futuro, con il successo che lo attende; lei corrucciata, pensierosa, preoccupata, a volte perfino distante anche nei momenti più intimi, come con il presentimento che quella storia d’amore non può durare.

Sydney Pollack prende di petto quel momento storico del Paese, basandosi sulla diretta esperienza vissuta dallo stesso sceneggiatore Arthur Laurents e realizzò quello che fu tra i primi film a fare luce sul buio capitolo della Commissione per le attività anti-americane e sulla cosiddetta “caccia alle streghe”, e le schermaglie tra i due protagonisti si ripercossero, come un riverbero della trama, tra il regista e l’autore dello scritto, con l’accusa da parte di quest’ultimo di focalizzarsi troppo sul lato romantico della vicenda. Gli intenti, a sentire lo sceneggiatore, dovevano essere altri e più politici. Ma se quel vacillante equilibrio era un difetto, fu anche la caratteristica vincente. Come dire che il quadro storico e il melodramma che si dipana trova anche la sintesi nel meraviglioso brano cantato in maniera sentita dalla voce di Barbra Streisand, canzone che vinse l’Oscar.


Robert Redford e lei sono due bellissimi personaggi e due affascinanti protagonisti, non poco determinanti per il successo del film, e sono anche bravissimi, mentre che il sodalizio tra l’attore e il regista si rafforza. Venivano dal bel western Corvo Rosso non avrai il mio scalpo! E dopo due anni sfornarono quel capolavoro di I tre giorni del Condor.
Che simbiosi creano i due attori! “La vita è troppo seria per prenderla seriamente.”








































































Commenti