Conflitto di classe (1991)
- michemar

- 17 ott 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 18 set 2023

Conflitto di classe
(Class Action) USA 1991 dramma 1h50’
Regia: Michael Apted
Sceneggiatura: Carolyn Shelby, Christopher Ames, Samantha Shad
Fotografia: Conrad L. Hall
Montaggio: Ian Crafford
Musiche: James Horner
Scenografia: Todd Hallowell
Costumi: Rita Ryack
Gene Hackman: Jedediah Tucker Ward
Mary Elizabeth Mastrantonio: Maggie Ward
Laurence Fishburne: Nick Holbrook
Joanna Merlin: Estelle Ward
Colin Friels: Michael Grazier
Donald Moffat: Quinn
Fred Dalton Thompson: dott. Getchell
Jonathan Silverman: Brian
TRAMA: Maggie Ward, giovane avvocatessa, è figlia di un principe del foro impegnato nella difesa dei diritti dei cittadini, ma dalla vita privata discutibile. Padre e figlia si trovano contrapposti in un processo che vede sul banco degli imputati una casa automobilistica accusata di vendere un modello di vettura difettoso e responsabile di numerosi incidenti. Maggie è incaricata della difesa, ma durante il processo capisce quanto i suoi clienti siano criminali e arroganti.
Voto 6,5

Il film vede Gene Hackman nei panni di un maturo avvocato di pensiero radicale fino al punto che ormai è specializzato nel difendere i perdenti e attaccare l'establishment. Sua figlia, interpretata da Mary Elizabeth Mastrantonio, è all’opposto cresciuta in tempi più materialisti e ne è dimostrazione la sua volontà di diventare socia presso un grande studio legale. Eccoli allora, padre e figlia, trovarsi su fronti opposti anche nel lavoro, precisamente in una causa che coinvolge una importante casa automobilistica le cui auto del 1985 hanno un gravissimo difetto e si è spesso verificato il pericoloso fenomeno dell’esplosione dei mezzi.

Lo schema del legal thriller è un classico del cinema americano ma il bravo Michael Apted non è interessato a questo, non viene attirato da quel sottogenere che ha riempito l’elenco dei film che si sviluppano nei tribunali: la particolarità della sua pellicola risiede nella lotta etica che si svolge tra i due congiunti, partendo da due opposte mentalità e soprattutto dai due giudizi che si son fatti l’uno dell’altra. Lei non crede nella sincerità del muoversi del padre – che tra l’altro ha un rapporto turbolento con la moglie che tradisce bellamente -, mentre questi giudica la figlia come arrivista venduta alle grandi imprese nazionali. Come punto di partenza non solo è fuori dai soliti binari ma indica come le prove da produrre e i dettagli degli eventi passino in secondo piano rispetto alla personale guerra tra i due.

Come spesso succede, Jedediah e Maggie hanno entrambi ragione ma anche difetti nella loro personalità e nel loro modo di pensare. E l’aspetto più particolare è che il film ci conduce nel percorso attraverso il quale entrambi i personaggi sono in grado di perdonare e cambiare. È al tipo di rapporto mentale che punta l’attenzione del regista.

Se il film ha il dono di essere convincente lo si deve, oltre alla esperta regia, alla bravura e all’energia recitativa che hanno esibito sia il grande Gene Hackman sia l’eccellente Mary Elizabeth Mastrantonio, senza trascurare gli attori di contorno che hanno ben caratterizzato i loro personaggi. Un elogio va anche alla ottima sceneggiatura i cui dialoghi sembrano provenire dal cinema più europeo che americano.






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