Contagion (2011)
- michemar

- 12 gen 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 12 set

Contagion
USA, Emirati Arabi 2011 thriller fantascientifico 1h46'
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Scott Z. Burns
Fotografia: Steven Soderbergh
Montaggio: Stephen Mirrione
Musiche: Cliff Martinez
Scenografia: Howard Cummings, Abdellah Baadil, Simon Dobbin, David Lazan
Costumi: Louise Frogley
Marion Cotillard: dr. Leonora Orantes
Matt Damon: Mitch Emhoff
Laurence Fishburne: dr. Ellis Cheever
Jude Law: Alan Krumwiede
Gwyneth Paltrow: Beth Emhoff
Kate Winslet: dr. Erin Mears
Bryan Cranston: Lyle Haggerty
Jennifer Ehle: dr. Ally Hextall
Elliott Gould: dr. Ian Sussman
Chin Han: Sun Feng
John Hawkes: Roger
TRAMA: Gli Stati Uniti sono scossi da una possibile pandemia, generata da un virus sconosciuto che alcune persone hanno contratto a Hong Kong. Mentre i medici del CDC e una specialista dell’OMS stanno già lavorando a un antidoto per salvare in tempo la vita ai contagiati, il governo è chiamato a fronteggiare l’emergenza e a contenere i disordini civili causati dalla psicosi collettiva, dovuta alla diffusione sul web di alcune notizie da parte di un blogger.
Voto 6,5

Esistono film di fantascienza che, usciti decenni fa, immaginavano e ipotizzavano, sicuramente con molta fantasia, che in questi anni avremmo vissuto nell’epoca delle macchine volanti, delle case futuristiche, dei voli di linea verso altri pianeti e via dicendo. Erano tempi in cui ci si attendeva invenzioni scientifiche che avrebbero cambiato in maniera radicale la vita sulla Terra, ammesso che l’ambiente avesse resistito. Se si pensa a titoli come il “2001” del Maestro Kubrick e alla scrittura di Arthur C. Clarke, oggi staremmo forse scambiandoci opinioni durante un volo spaziale. Qualche volta invece la fantasia letteraria ha immaginato catastrofi sanitarie senza precedenti perché, con un mondo così globalizzato, una qualsiasi epidemia si può facilmente trasformare in una moderna e terribile pestilenza mondiale. Anni fa si sarebbe parlato semplicemente di pura fantascienza di film quasi horror. Ed invece.
Fa impressione presentare e scrivere di questo film di Steven Soderbergh, fa impressione postare queste foto che sembrano scattate solo qualche mese fa, eppure era pura fantasia (seppur scaturita dalla pandemia del 2009, quella che migliaia di morti e centinaia di migliaia di contagi nel mondo, concentrati per la maggior parte nel continente americano). Quindi un film di finzione ma che dopo 10 anni si è rivelato tanto profetico. A guardarlo oggi si rischia di avere la sensazione di guardare un film non di fantasia o fantascienza ma di horror realistico. Ed invece.
La caratteristica di un regista come questo, talentuoso e multiforme, è che è abilissimo a girare film tra i soggetti più disparati: dal dramma alla commedia, dal biografico all'horror, dal thriller al divertissement. Continua sperimentazione, insomma. Chiaro che poi va a finire che non sempre le ciambelle riescano col buco e qualche volta quindi non si centri pienamente l’obiettivo. Ma lui continua imperterrito, anche come forma tecnica (vedi i film girati con l’i-phone). A questo, per esempio, non sono state risparmiate critiche, ma a me non è dispiaciuto e, anzi, sicuramente oggi viene guardato con altri occhi. E siccome è un regista a cui nessuno rifiuta un ruolo, anche secondario, in tanti hanno preso parte al film, che ha oggettivamente bisogno di moltissimi personaggi: difatti vi ritroviamo un vasto cast di nomi importanti. Un cast come si suol dire “full stars"”.
La trama è incentrata sulla minaccia rappresentata da un contagio mortale (mamma mia!) e su una squadra internazionale di medici assunti per affrontare l'epidemia. Se si scorre la sintesi dell’intera trama oggi, ci si accorge di leggere la cronaca reale di qualche anno fa.
Subito dopo il suo ritorno da un viaggio d’affari a Hong Kong, Beth Emhoff muore di influenza o di qualche altro tipo di infezione. Il suo giovane figlio muore più tardi lo stesso giorno. Suo marito Mitch però sembra immune. Inizia così la diffusione di un’infezione mortale. Tra i medici e gli amministratori dei centri statunitensi per il controllo delle malattie, passano diversi giorni prima che qualcuno si renda conto della portata e della gravità di questa nuova infezione. Dovranno prima identificare il tipo di virus in questione e poi trovare i mezzi per combatterlo, un processo che probabilmente richiederà diversi mesi. Mentre il contagio si diffonde a milioni di persone in tutto il mondo, l’ordine sociale inizia a crollare mentre le persone si lasciano prendere dal panico.
Avendo affrontato la brutta esperienza per davvero, oggi l’umanità tende a rimuoverla, anche se il pericolo non è del tutto scomparso anche a causa della evoluzione del virus che annualmente, intanto, si ripresenta sotto altre forme e nomi. L’esperienza è stata talmente negativa che, se la memoria non inganna, non sono ancora usciti film al proposito, ma questo di Soderbergh sembra proprio girato ora.
Ciò che però lo sceneggiatore Scott Z. Burns – che si è “divertito” due anni dopo con un altro lavoro in campo farmaceutico (Effetti collaterali) - non poteva prevedere è stata la impensabile reazione di una piccola fetta di popolazione, sparsa in tutto il mondo, che ha gridato al complotto e alla menzogna, rifiutando i rimedi e le precauzioni. Ma questo è forse un altro film horror, un social-horror.






























Commenti