Cosa piove dal cielo? (2011)
- michemar

- 10 feb 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Cosa piove dal cielo? (Un cuento chino) Argentina/Spagna 2011, commedia, 1h33’
Regia: Sebastián Borensztein Sceneggiatura: Sebastián Borensztein Fotografia: Rodrigo Pulpeiro Montaggio: Pablo Barbieri Carrera, Fernando Pardo Musiche: Lucio Godoy Scenografia: Laura Musso Costumi: Alejandra Albert
Ricardo Darín: Roberto Muriel Santa Ana: Mari Ignacio Huang: Jun Iván Romanelli: Leonel Vivian El Jaber: Rosa Pablo Selio: cliente pignolo Carolina Hsu: Li
TRAMA: L’esperienza come soldato nella guerra delle Falkland ha lasciato segni profondissimi nell’argentino Roberto, che ha trascorso gli ultimi vent’anni della sua vita alienato dal mondo, divenendo scontroso anche con i clienti che frequentano la sua ferramenta. L’unico interesse che Roberto ha è quello di collezionare ritagli di giornale che raccontino strane storie e, per uno scherzo del destino, si ritrova coinvolto proprio in una di queste quando accoglie in casa il cinese Jun, alla ricerca dei familiari dopo aver perso la propria amata a causa di una mucca caduta letteralmente dal cielo.
Voto 7

Tra il possibile e il surreale, Sebastián Borensztein, argentino come l’attore protagonista, più conosciuto in patria come autore di serie TV nazionali, cuce un simpaticissimo racconto sotto forma di commedia, dove il metodico Roberto incrocia nella sua vita un cinese di nome Jun, il quale gli scombussola una vita troppo rigida nelle abitudini. La difficoltà vera però sta nel fatto che quest’ultimo non spiccica una parola in spagnolo, essendo da poco in Argentina, ed è anche disperatamente alla ricerca di un suo zio. Chiaro che Roberto dovrà dargli una mano per aiutarlo ma in questa maniera la sua vita cambia e guarda diversamente il prossimo.

A suo modo è un film che rientra nel più classico dei buddy-movies, in cui due tipi ben differenti sono costretti ben o malvolentieri a convivere e a dividersi la scena. È per questo che il film scivola leggero e piacevole, mostrando due personaggi un tantino strani che si fanno voler bene dal pubblico e se il cinese è simpatico, l’immancabile (per un buon film argentino) Ricardo Darín risulta l’attore indispensabile per garantire un buon risultato, facendo sembrare perfino plausibile che se per un autore di classe come Paul Thomas Anderson possono piovere rane, qui piovono mucche! Il viso di Ricardo Darín, che mescola l’espressione scocciata a quella che pare apra gli occhi per la prima volta in vita sua, è la fotografia di questo amabile film. Tutto da godere quello che succede nel suo negozio di ferramenta: meglio non andarci. Il lato sentimentale? Beh, meglio non provarci, sennò si fa la fine della povera donna che lo desidera ad ogni costo e che lo corteggia tutti i giorni.

Da notare che il titolo originale (Un cuento chino, "un racconto cinese") richiama una espressione utilizzata nei paesi ispanici per indicare un racconto o un fatto bizzarro, senza senso, difficile da credere: come dire che è tutto falso! Premio Marc'Aurelio d'Oro al miglior film, nonché il Premio BNL assegnato tramite votazione del pubblico al Festival Internazionale del Film di Roma 2011 ed inoltre Premo Goya 2012 come miglior film latino-americano.






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