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Crazy Heart (2009)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 28 feb 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

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Crazy Heart

USA 2009, drammatico, 1h52’


Regia: Scott Cooper

Soggetto: Thomas Cobb

Sceneggiatura: Scott Cooper

Fotografia: Barry Markowitz

Montaggio: John Axelrad, Jeffrey Ford

Musiche: Stephen Bruton, T-Bone Burnett

Scenografia: Waldemar Kalinowski, Ben Zeller

Costumi: Doug Hall


Jeff Bridges: Bad Blake

Maggie Gyllenhaal: Jean Craddock

Robert Duvall: Wayne Kramer

Colin Farrell: Tommy Sweet

Paul Herman: Jack Greene

Beth Grant: JoAnne

Sarah Jane Morris: Marissa Reynolds

Annie Corley: Donna

Tom Bower: Bill Wilson


TRAMA: Bad Blake è un cantante country in crisi che ha alle spalle molti matrimoni falliti, molti anni passati on the road e, spesso, troppo alcool in corpo. Jean è una giornalista musicale che nei suoi servizi riesce sempre a svelare e raccontare l'uomo che si nasconde dietro al musicista. L'incontro tra i due si rivelerà determinante nel cammino di Bad verso una redenzione personale.


Voto 7



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Scott Cooper, quattro film da regista, quattro film che si fanno sempre notare, mai ordinari, sempre da guardare con estrema attenzione. Dopo questo arriveranno: ‘Il fuoco della vendetta - Out of the Furnace’, ‘Black Mass - L'ultimo gangster’, ‘Hostiles - Ostili’ (feroce western che ci ha sorpreso tutti), mica poco. E che esordio fa? Da fuochi d’artificio! Vabbe’, mica il capolavoro da storia del cinema, ma un gran bel film, che le TV hanno sbagliato a dimenticare e stasera eccolo qui. Da un romanzo di Thomas Cobb, Cooper inizia quindi con un trio d’attori che pochi si possono permettere: Jeff Bridges, Colin Farrell, Robert Duvall (che lo ha voluto in qualità di produttore, suo giovane allievo come attore). A questi aggiungiamo la sempre bella presenza di Maggie Gyllenhaal, unica figura aggraziata di un mondo di gente perduta.



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Siamo nel cliché classico del divo che invecchia, viene dimenticato e sostituito dal giovane che lo affiancava; il mondo è quello altrettanto classico americano della musica country-western, affumicato da decine e decine di sigarette, di bicchieri di whisky, di malinconia affogata come la melanconica melodia che Bad Blake canta e suona sui palcoscenici ormai di periferia, nei saloon che attirano sempre meno gente per un nome come il suo. Matrimoni alle spalle, figli dimenticati, una vita che è in discesa verso gli inferi dei ricordi ma tanta voglia ancora di cantare. Ma dove si va a sbattere se la discesa è così ripida? Meno male che arriva un angelo, pulito e pieno di doni vitali, per poter e dover risorgere, almeno per purificarsi.



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È il solito modulo vincente del cinema americano, vero, ma Jeff Bridges dà una prova maiuscola, premiata con l’Oscar, che lascia il segno, un ruolo che forse solo a lui si poteva affidare. E, state attenti: CHE VOCE! lui canta davvero! Arriverà ovviamente anche l’Oscar per le musiche, perfettamente adeguate al contesto.



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Un altro eroe tra il negativo e la rinascita, proprio come in ‘The Wrestler’ e ‘Tender Mercies’.




 
 
 

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