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Cuori ribelli (1992)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 5 ott
  • Tempo di lettura: 3 min
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Cuori ribelli

(Far and Away) USA 1992 avventura 2h20’

 

Regia: Ron Howard

Sceneggiatura: Bob Dolman

Fotografia: Mikael Salomon

Montaggio: Dan Hanley, Mike Hill

Musiche: John Williams

Scenografia: Allan Cameron, Jack T. Collis

Costumi: Joanna Johnston

 

Tom Cruise: Joseph Donnelly

Nicole Kidman: Shannon Christie

Thomas Gibson: Stephen Chase

Robert Prosky: Daniel Christie

Barbara Babcock: Nora Christie

Cyril Cusack: Danty Duff

Eileen Pollock: Molly Kay

Colm Meaney: Kelly

Douglas Gillison: Dermody

Michelle Johnson: Grace

Brendan Gleeson: poliziotto

 

TRAMA: Alla fine dell’Ottocento Joseph, figlio di un contadino irlandese, e Shannon, figlia del padrone sfruttatore, spinti dal medesimo impulso di ribellione si imbarcano per l’America verso una nuova vita.

 

VOTO 6


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Se all’uscita nelle sale si poteva pensare che la pellicola di Ron Howard potesse essere un dramma storico appassionato come un romanzo ottocentesco ci si ricredette subito perché il regista sfornò un film che, più che un’epopea, sembra uscito direttamente da una domenica pomeriggio da relax e senza pensieri. E non è detto però che questa definizione sia una condanna definitiva.



Tom Cruise e Nicole Kidman, coppia anche nella vita reale all’epoca, interpretano Joseph e Shannon: lui è un affittuario irlandese, lei una giovane ereditiera ribelle e contraria alla mentalità di famiglia, che sognano l’America e la libertà. Siamo nel 1892, tra scogliere irlandesi e bordelli di Boston, e la loro fuga verso il sogno americano è tanto rocambolesca quanto prevedibile. Tutto nasce allorquando, in Irlanda, la casa della famiglia di Joseph Donnelly viene bruciata dagli uomini del suo padrone di casa per non aver pagato l’affitto. Giurando vendetta, tenta di uccidere il padrone di casa, ma con l’occasione conosce la figlia, Shannon, intenzionata a interrompere le tradizioni di famiglia e fuggire in America.



Per non trovarsi ulteriormente nei guai, sulla nave e una volta arrivati si fingono fratello e sorella e si barcamenano tra lavori e alloggi di fortuna, persino in un bordello. Fanno proprio di tutto, come qualsiasi altro immigrato: lavorano in un impianto di spiumatura di polli e Cruise si reinventa pugile per incanalare l’energia repressa. Nel frattempo (poteva andare diversamente?) esplode, tra una disavventura e l’altra, una certa attrazione, trattenuta per indecisione.



Tom Cruise è credibile con il suo comportamento da contadino che però ha sollevato notevoli critiche per l’accento che di irlandese ha poco, Nicole Kidman è invece più convincente e ciò non è una novità, avviandosi verso una carriera luminosa da grande attrice, come oggi è.



Il film è accettabile nei momenti brillanti e nelle schermaglie tra i protagonisti, ma inciampa quando cerca di prendersi troppo sul serio. Le scene di boxe diventano insolitamente cruente, non proprio il campo preferito del regista. Eppure, c’è una scena che salva tutto: la corsa alla terra dell’Oklahoma (girata in Montana), un’esplosione di cavalli, carri e sogni che ci ricorda che Ron Howard è un autore più adatto alle avventure, almeno in quei tempi. Poi, sappiamo bene quanto sia migliorato nel tempo, pur restando nei canoni di un cinema per tutti e possibilmente da epopea, creando piccoli e grandi eroi. Qui, evidentemente, siamo ancora nel periodo di rodaggio dopo i successi di Splash - Una sirena a Manhattan e Cocoon - L’energia dell’universo, ma soprattutto Fuoco assassino che gli procurò i primi riconoscimenti importanti.


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Povertà, emigrazione per necessità, avventura, amore, conquista di terreni per una vita migliore. Ma. Ma è la solita storia accaduta nei secoli: gli uomini che occupano terre già abitate cacciando gli abitanti di sempre (pellerossa, aborigeni, indigeni sudamericani, palestinesi: la Storia si ripete)

In ogni caso, il film è troppo lungo.

 


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